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Alife. L’ultimo saluto a Lina Fragola. A casa sua come nei banchetti del Vangelo: una festa aperta a tutti

“Aveva due famiglie: quella di origine e la famiglia parrocchiale", le parole di don Emilio Salvatore nell'omelia dei funerali. Cresciuta nella Gioventù Femminile di Azione Cattolica, si era poi consacrata secondo il carisma delle Missionarie della Regalità di Cristo

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“Siamo qui per accompagnare la nostra sorella Lina nel viaggio verso il Signore in cui ha creduto e sperato nella sua vita”. Parole commosse unite a sentimenti di gratitudine hanno accompagnato la signorina Lina Fragola nel giorno in cui la comunità di Alife le ha riservato l’ultimo saluto martedì 7 novembre in Cattedrale.
89 anni compiuti a settembre, il fisico provato dall’età e dalla sofferenza che spesso la natura fa notare agli uomini, ma mente e cuore sul pezzo, sulla vita della gente e sulla vita della Chiesa per la quale ha donato silenziosamente e con determinazione tempo, energie spirituali, idee, e offerto preghiere.

A presiedere la messa di esequie don Emilio Salvatore, uno dei sacerdoti che nella comunità locale ha condiviso con lei l’esperienza della comunità, della convivialità, della formazione.

Cresciuta alla scuola della Gioventù Femminile di Azione Cattolica, la signorina Lina aveva conosciuto l’opera e il carisma di Armida Barelli e dal suo apostolato si è lasciata ispirare e guidare fino alla fine. Quel motto della beata ‘Impossibile? Allora si farà!’ era per lei motivo per rimanere ed essere ogni giorno nella Storia, caparbiamente testimone del Vangelo, severamente promotrice del laicato impegnato, aggrappata alla preghiera. Aveva scelto di consacrarsi secondo il carisma delle Missionarie della Regalità di Cristo, rimanendo l’ultima testimone nella Diocesi di Alife-Caiazzo di questa scelta silenziosa, perché tenuta riservata, ma dirompente per la forza della sua testimonianza: “la gente non comprendeva il motivo del suo impegno, ma lei viveva questo carisma nel silenzio e nell’impegno personale”, ha fatto notare il celebrante.

L’Azione Cattolica diocesana l’ha ricordata proprio nel giorno della sua scomparsa durante un appuntamento formativo in cui Lina, pur rimanendo sconosciuta alle nuove generazioni di comunità parrocchiali distanti, è stata “presente” grazie al ricordo di chi invece l’ha conosciuta. Probabilmente la sua ultima uscita, prima del lockdown del marzo 2020 era stata proprio la partecipazione alla prima giornata dell’Assemblea elettiva di Azione Cattolica nella Cattedrale di Alife il 15 febbraio 2020; con le stampelle e con l’affanno aveva raggiunto un posto, tenendosi per ultima, dietro i delegati AC giunti dalle parrocchie della Diocesi: ci piace immaginarla angelo custode, a guardare le spalle di quella piccola moltitudine che rinnovava il proprio sì alla Chiesa.

Ieri in Cattedrale accanto a don Emilio Salvatore, i sacerdoti don Alfonso De Balsi, don Domenico La Cerra, don Emilio Meola, don Armando Visone: tutti coinvolti e toccati dalla sua testimonianza e dalla collaborazione con lei, in modo particolare quando si è trattato in passato di pregare e curare vocazioni.

La Parola di Dio proclamata nel giorno dei suoi funerali ha parlato di lei agli alifani presenti e alla famiglia che Lina ha tanto amato e accudito: “Le letture si prestano benissimo a tracciare il profilo umano e spirituale della nostra sorella Lina (…)”. La convivialità di cui parla il Vangelo di Luca – ‘Venite, è pronto’ – esprimono la convivialità che Lina cercava e coltivava: “La sua casa era la casa della convivialità; amava questo ritrovarsi insieme. Questo mettere al servizio della comunità la propria casa (…) Siamo cresciuti con un invito: avanti, venite a trovarmi”; “Aveva due famiglie: quella di origine e la famiglia parrocchiale allargata alle tante tante persone che partecipavano della vita pubblica e culturale di Alife”. “Le parole ascoltare nella Prima Lettura – ha proseguito don Emilio Salvatore” sono dedicate a lei e a noi: ‘non siate pigri nel fare il bene. (…) Servite il Signore’: la fotografia di una donna – Lina – che diventa eredità pesante per i credenti in cerca di modelli, di strade nuove da percorrere ignari della novità del Vangelo che lei aveva saputo cogliere e portato con sé in ogni fase della vita: seppur affaticata dal peso degli anni, la sua presenza non era venuta meno, il suo essere megafono della Chiesa lo viveva attraverso i molteplici contatti e il web di cui era divenuta appena pratica per il necessario che le bastava. L’impetuosità del suo carattere, tante volte dura e severa, avevano costruito di lei la persona tanto forte da tenere il passo con i tempi in repentino cambiamento di immagine, di valori, di ideali: si è immersa nella corrente senza mai lasciarsi trascinare.

‘Siate lieti nella speranza, costanti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera’, così San Paolo ai Romani in questa Prima Lettura, e così Lina Fragola a tutti noi: “Preghiamo per noi perché possiamo desiderare di fare lo stesso come ha fatto lei in qualunque stato di vita ci troviamo” ha concluso don Emilio Salvatore.

Al termine della Messa il ricordo dei familiari affidato alla voce di una nipote che ha rimarcato le linee di un ritratto di donna, forte, coraggiosa, determinata, che ha saputo educare alla fede, che è stata presenza costante e solida roccia, modello per i grandi e i piccoli di famiglia.

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