Annamaria Gregorio* – «Lasciate i bambini, non impedite che vengano da me, perché il regno dei cieli è per chi assomiglia a loro». La parola evangelica di Mt 19,14 indica quanto sia importante per tutti ritornare buoni con il cuore dei fanciulli. E con il “cuore ardente” di bambino è iniziata l’avventura missionaria, che ha portato alla quinta edizione di “Ad Gentes”, iniziativa diocesana itinerante, ispirata al Decreto Conciliare del 1965, per sensibilizzare tutti, in particolare le giovani generazioni, allo spirito missionario e sociale, realizzato attraverso un format coinvolgente, multimediale e colorato.
Nel cammino per il 2023, l’ufficio missionario ha incontrato la Scuola Primaria “San Francesco” di Alife, paritaria dal 2000, ma di antica tradizione e memoria storica, nota e cara al popolo alifano, guidata dalla Dirigente scolastica Gabriella Pirolo, che ha subito accolto l’invito a partecipare al concorso “Cuori ardenti, piedi in cammino” e a sostenere un progetto con sede in Bolivia della Fondazione Missio, condiviso nel collegio dei docenti.
Il concorso, con cui l’Ufficio ha voluto sensibilizzare questa fascia di età, è alla seconda edizione ed è stato considerato ed inserito come “buona pratica” nel numero di ottobre della rivista “L’Animatore missionario” della Fondazione Missio.
Dopo un primo incontro con tutte le classi del 2 ottobre scorso, in cui è stato diffuso e illustrato il bando del concorso, e consegnati i salvadanai per poter sostenere il Progetto, nel corso del mese dedicato alle missioni, le alunne e gli alunni si sono dati da fare con creatività e fantasia presentando i loro elaborati alla giuria composta dalla Responsabile dell’Ufficio Missionario, Annamaria Gregorio e dai sacerdoti della Parrocchia di Santa Maria Assunta in Alife Don Pasquale Rubino e Don Emilio Salvatore; ma anche conservando i loro risparmi, riempiendo i salvadanai.
L’evento conclusivo “Ad Gentes – I bambini aiutano i bambini”, tenutosi presso la Cattedrale di Alife lo scorso 27 ottobre, ha visto protagonisti proprio loro, gli alunni e la partecipazione dei genitori. Dopo la presentazione delle attività e finalità dell’Ufficio missionario diocesano e del Progetto per i bambini della Bolivia, è stato dato spazio agli scolari, che hanno pregato per i popoli di ogni Continente, alternandosi dalla prima alla quinta classe, coinvolgendo tutta l’assemblea; dopo hanno fatto dono dei loro piccoli risparmi, consegnandoli nei salvadanai. Coinvolgente il piccolo coro, creato dalle insegnanti per l’occasione, che si è esibito nel canto “Battezzati ed inviati”, canzone di amore e solidarietà, scritta dai bambini ministranti e musicata dalla corale parrocchiale di San Nicola di Bari di Pratella nel 2019 e che partecipò, arrivando seconda, al concorso indetto dall’Ufficio Missionario della Conferenza Episcopale Italiane. Al termine, la consegna degli attestati ad ogni alunno e la cerimonia di premiazione.
I nomi dei vincitori
CATEGORIA DISEGNO
Le classi PRIMA e SECONDA hanno concorso con un disegno che doveva raffigurare l’aspetto missionario dei bambini, cioè l’aiuto al prossimo, la condivisione, la comunione dei popoli, la vera carità in Cristo.
CLASSE PRIMA – Nathan Salomone – voti 23 – con il disegno dal titolo “Ti salvo io”.
CLASSE SECONDA – Anna Nassa – voti 22 – con il disegno dal titolo “Solo l’amore può trasformare il mondo”.
CATEGORIA FOTOGRAFIA
La classe TERZA ha concorso con una fotografia, raffigurante la bellezza del nostro territorio: ad es. natura, paesaggio, particolari di luoghi verdi, scorci della propria città per dare il significato che noi abitiamo in questa terra, creazione di Dio.
CLASSE TERZA – Ravneet Kaur – voti 22 – con la foto dal titolo “L’ulivo”
CATEGORIA RACCONTO
La classe QUARTA con un elaborato che abbia come tema un racconto inventato dall’alunno o dall’alunna, immaginando di avere un amico o un’amica in un’altra parte del mondo, e quindi ideare questa amicizia che va oltre ogni confine e raccontare la sua storia.
CLASSE QUARTA – Liberato Marian Zazzarino – Racconto n. 12 – voti 25
CATEGORIA COMPITO
La classe QUINTA ha svolto un elaborato con il seguente tema: “Tu sei un bambino o una bambina di questo territorio. Esprimi tutto quello che fai per poter aiutare gli altri nel posto in cui vivi.”
CLASSE QUINTA – Mario Villani – Compito n. 12 – voti 25
IL PROGETTO IN BOLIVIA: il territorio, le risorse, la condizione sociale – Con undici milioni di abitanti, in una posizione centrale del continente latino-americano, dal punto di vista ambientale la Bolivia è un paese con grande biodiversità: 25.000 specie di piante, 1.400 di uccelli, 550 di pesci, 325 di mammiferi, 260 di rettili e quasi 200 di anfibi. Ma questa bellezza della natura si scontra con un’altra dura realtà: da circa 500 anni il Paese è interessato dall’attività di estrazione delle risorse naturali, concentrata nell’area della cordigliera andina; ci sono metalli come oro, argento, stagno e da poco il litio, facendo della Bolivia la “miniera del Sud America”. Per quanto tale attività mineraria possa dare lavoro, si configura, però, come una causa primaria di disastro socio-ambientale: l’utilizzo di dinamite per l’apertura delle cave, i processi di estrazione, la pulizia delle rocce, lo scarico di materiale nei fiumi hanno portato a una estrema contaminazione delle acque e del suolo e, in molti casi, al prosciugamento dei fiumi e bacini. L’attività mineraria, insieme allo scioglimento dei ghiacciai andini, le mutazioni delle correnti de “el niño” e la crisi climatica mondiale, provocano una riduzione delle fonti di acqua potabile tra le comunità indios, con conseguente emigrazione dai territori, abbandono delle coltivazioni e allevamenti, perdita di lavoro per i campesinos, con un aumento di problematiche sanitarie quali tumori e disturbi respiratori. Questa perdita del territorio è strettamente legata alla perdita dell’identità comunitaria. Il dramma sociale scaturisce dalla politica mineraria, dove nella stessa comunità si trovano a scontrarsi i minatori delle cooperative che sperano nel lavoro e i campesinos, agricoltori difensori dell’antica legge dei diritti della natura e dell’agricoltura, in quanto parte del sistema vivente.
LE POVERTA’ E LA MISSIONE – In questo contesto si inserisce il progetto di Missio Italia, dal titolo “Mangiare e giocare in compagnia è la cosa più bella che ci sia” e che prevede attività formative in oratorio, proposto dai padri bergamaschi, a cui è stata affidata la missione di Melga, un piccolo villaggio dell’altopiano boliviano, situato a 3.350 metri di altitudine. La loro parrocchia “Virgen de los angeles”, che ricopre un vasto territorio, è composta da trentasei comunità, delle quali alcune molto piccole e isolate in alto sulle Ande; di queste solo dieci hanno una piccola cappella. I missionari vanno a visitarle costantemente tutte e cercano di creare piccoli oratori nei villaggi, perché hanno incontrato tanti bambini, anche di soli cinque anni, che lavorano la terra e pascolano le pecore e non sanno cosa sia il gioco e lo «stare insieme». La maggior parte delle donne non sa scrivere, né leggere per mancanza di scuole e soprattutto per l’idea che solo gli uomini debbano studiare. Durante la pandemia, la maggior parte dei ragazzi ha abbandonato la scuola dopo la sesta elementare e questo li ha limitati nella loro crescita intellettuale. Catechesi ed attività educative urgono in questa zona, ma anche cibo e socialità; è quello che fanno da alcuni anni i missionari italiani, che si recano sulle Ande. E questo potrà accadere anche grazie al sostegno offerto dagli alunni della Scuola primaria “San Francesco” di Alife.
Un ringraziamento va a tutti coloro che hanno collaborato, in particolare alla Dirigente e al corpo docente e non docente della Scuola San Francesco, ai Sacerdoti Don Pasquale Rubino e Don Emilio Salvatore, all’Ufficio Comunicazioni Sociali e Ufficio stampa della Diocesi di Alife-Caiazzo, ai genitori e soprattutto ai bambini, veri protagonisti e speranza di un futuro migliore.
Foto Roberta Offreda
*Direttore Ufficio Missionario