Home Chiesa e Diocesi Terra Santa: card. Pizzaballa, “vivere questo momento come comunità, uniti”

Terra Santa: card. Pizzaballa, “vivere questo momento come comunità, uniti”

A Gerusalemme la paura non ferma la preghiera: una veglia di preghiera per la pace promossa dagli Scout arabi cattolici e dalle associazioni “Sabeel” e “Serviens in spe”

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“Se siamo qui significa che abbiamo un orientamento chiaro su come vivere questo tempo: viverlo come comunità, uniti. Non c’è spazio adesso per le nostre piccole incomprensioni”: lo ha detto il patriarca latino di Gerusalemme, card. Pierbattista Pizzaballa, partecipando ieri sera ad una veglia di preghiera per la pace promossa nella città santa dagli Scout arabi cattolici e dalle associazioni “Sabeel” e “Serviens in spe”. Accanto a lui anche il vicario della Custodia di Terra Santa, fra Ibrahim Faltas, i frati della Custodia di Terra Santa e i principali esponenti delle comunità religiose cristiane di Gerusalemme: un segno di intensa comunione e di partecipazione al sogno comune che assume connotati sempre più forti e definiti: i cristiani di Terra Santa, desiderano la Pace per i popoli di quella terra e condividere in pace l’esperienza di custodire i luoghi della vita di Gesù.
I canali social del Patriarcato e della Custodia di Terra Santa hanno dato spazio alla veglia di preghiera, ritraendo tutti gli attimi di quel momento che addolcisce e offre speranza al mondo, ormai focalizzato su scende di sangue, crolli, lanci di missili.
“Come cristiani, ma soprattutto come credenti – ha affermato il Patriarca Pizzaballa – sappiamo che Dio ha qualcosa da dire nella nostra vita. E il nostro Dio ha il volto di Gesù: da Lui dobbiamo ripartire. Sono tante le domande a cui non sappiamo rispondere, ma credere nella Sua presenza è per noi una consolazione: forse non è la consolazione che vorremmo, ma non siamo soli”. Il cardinale ha poi pregato così: “Noi diciamo: sì, Gesù. I nostri cuori sono pesanti. Non capiamo. Abbiamo aspettative ma ci mettiamo nelle tue mani: aiutaci a mettere tutto nelle tue mani”.

Al termine della veglia ha ricordato la piccola comunità cristiana di Gaza che, “sta vivendo una situazione terribile. Sappiamo che molti di loro hanno perso tutto, ogni giorno è un giorno pieno di difficoltà. Ogni giorno devono decidere se partire ma dicono: ‘No, restiamo, perché crediamo in Dio’. Tutto termina con ‘Gesù ci aiuterà. Gesù non ci abbandona’”.

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