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Alife. Violenza sulle donne: a che punto siamo? L’intervento di Alife-Vive e dell’Istituto Comprensivo

A fronte dell'iniziativa contro la violenza sulle donne del 25 novembre, abbiamo raccolto il parere di Anna Ferrante, presidente dell'Associazione Alife-Vive e della dirigente dell'Istituto comprensivo di Alife Angela Faraone

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Lavori eseguiti dagli alunni delle scuole medie

Sensibilizzare, e senza sosta parlare del problema, ma al contempo educare alla bellezza delle relazioni e al rispetto del mondo altrui in cui ogni uomo o donna coltiva sensibilità personali, sogni, aspirazioni… È nata con questo spirito la manifestazione contro la violenza sulle donne che sabato 25 novembre ha visto protagonista l’associazione Alife-Vive a cui hanno dato supporto l’associazione La Vita è donna, il Comune di Alife e l’Istituto Autonomo comprensivo di Alife.

Cuore della manifestazione un convegno sul tema a cui hanno dato il loro contributo l’avv. Nicoletta De Balsi; la dott.ssa Cristiana Ferrucci, psichiatra e dirigente medico del distretto sanitario n.15; la dott.ssa Consilia Carla Santillo, ginecologa del distretto sanitario n.15; dott.ssa Maddalena Morelli, assistente sociale C4. Saluti da parte del sindaco di Alife Fernando De Felice, del consigliere comunale con delega alle politiche sociali Elisa Di Caprio; della dirigente scolastica Angela Faraone; del sindaco di Sant’Angelo d’Alife Michele Caporaso. Presenti gli alunni di terza media che per età e per formazione si rivelano essere i più attenti e reattivi rispetto al problema – la violenza sulle donne – che non è solo cronaca attinta da tv e giornali, ma talvolta esperienza radicata anche in contesti insospettabili.

 Il parere 
Ne abbiamo parlato con Anna Ferrante, presidente di Alife-Vive, associazione di volontariato aperta ad iniziative di carattere sociale ed assistenziale; e con la Dirigente scolastica Angela Faraone.

“Prima di fondare l’Associazione ero certa che nel nostro territorio non fossero presenti situazioni problematiche e quindi di violenze, ma purtroppo mi sono dovuta ricredere. Si tratta di violenza più o meno gravi ma consumate soprattutto in famiglia i cui casi sono seguiti dalle assistenti sociali e dal sistema sanitario. Purtroppo però abbiamo notato che a volte manca l’anello che mette in relazione la vittima con le altre parti, quelle di tutela, sia per mancanza di informazioni che di comunicazione”. Ferrante prosegue con un riferimento alla sensibilità collettiva rispetto al tema della violenza sulle donne: “la nostra comunità risponde molto spesso in modo attento, attivo e collaborativo, accogliendo e sostenendo le richieste di cui ci facciamo portatori, anche se non mancano in qualche caso giudizi e preconcetti…”.

La riflessione della Dirigente Faraone è trasversale e tocca più fasce di età e di categorie: alunni, famiglie, docenti: formare è la priorità, ma farlo con declinazioni diverse: “Tutti i contributi e gli spunti della manifestazione di sabato 25 novembre hanno contribuito a tracciare i contorni di un fenomeno attuale e molto sentito anche nel nostro contesto territoriale. I nostri alunni hanno dato prova di aver colto il messaggio: lo hanno dimostrato in ciò che hanno scritto, nei bellissimi lavori prodotti, negli artefatti digitali, negli spontanei interventi forniti durante il convegno”. La prof.ssa Faraone fa inoltre riferimento alla programmazione che già da tempo consente all’intera comunità scolastica – alunni, famiglie e docenti, di formarsi ed educarsi: “Già da tempo abbiamo compiuto una scelta ben precisa, puntare cioè sull’educazione all’affettività e alle emozioni in svariati progetti e attività curriculari ed extracurriculari consapevoli che la condivisione tra agenzie educative e famiglie sia il fondamento di una società sana”. La Dirigente Faraone rilancia infatti un percorso formativo di cui l’Istituto comprensivo di Alife ha già colto la positività e il valore: “In questi giorni avremo nel nostro Istituto il noto psicopedagogista Stefano Rossi che incontrerà alunni, docenti e genitori per trattare le tematiche legate alle relazioni “tossiche” da cui possono scaturire episodi tragici, come quelli che la cronaca quotidianamente ci propone”. “La priorità – continua Faraone – è formare le giovani generazioni, in particolare le ragazze, a riconoscere il pericolo in quei comportamenti ed atteggiamenti che denotano mancanza di rispetto, insano senso del possesso, prevaricazione e sopraffazione”.

Un augurio da parte di Faraone: “I contenuti con cui si sono espressi i nostri ragazzi ci rasserena, ci fa ben sperare: è nelle loro mani – con il nostro aiuto – il cammino che può portare al superamento di quel maschilismo, retaggio di una mentalità retrograda ed anacronistica per lasciare posto al rispetto della donna come persona di cui aver cura, da rispettare e da amare nella sua libertà”.

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