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Piedimonte Matese. La storia di Marco, dall’angolo dell’autismo al palcoscenico della laurea in matematica

Storie di successo che meritano non solo il plauso ma anche la riflessione: può una disabilità frenare il sogno di cambiare e migliorarsi? Il valore educativo della società - in questo caso del mondo universitario - in risposta ai luoghi comuni

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Guglielmo Ferrazzano – “Il problema dell’equilibrio di un corpo linearmente elastico”. Per chi non bazzica in certi mondi del sapere, c’è difficoltà nel comprendere le meraviglie dietro al titolo della tesi di Marco Riccio: un giovane di Piedimonte Matese che ha combattuto contro pareri contrastanti, aggiungendo la laurea triennale in matematica alla teca dei suoi trofei personali.
Sin da piccolo Marco si è misurato con un dono e con una difficoltà. La difficoltà è l’autismo. Il dono lo ha scoperto intorno ai tre anni, cioè una predisposizione per la matematica, messa in luce dal fatto che ha subito imparato a leggere e a scrivere.
La famiglia, i compagni di scuola e alcuni suoi insegnanti lo hanno incoraggiato a esplorare i suoi interessi. Diciamo “alcuni suoi insegnanti” perché durante il percorso scolastico, Marco ha anche incontrato chi consigliava alla sua famiglia di lasciarlo a giocare ai videogiochi in un’area dedicata, invece di seguire le lezioni e mescolare le sue energie con quelle dei compagni.
Quando si parla di tematiche delicate come l’autismo, una buona fetta dell’opinione pubblica viene investita continuamente da messaggi incoraggianti e da discorsi motivanti.
Quando si passa alla pratica, i castelli di sabbia cadono. Ci si confronta con gli imprevisti, le sfide e le attitudini diverse. Spesso mancano le strutture, l’informazione e la sensibilizzazione. Il prezzo più alto lo paga la persona interessata e la sua famiglia, che deve sopperire alle mancanze delle istituzioni scolastiche.

Fortunatamente, in questa storia i consigli arrendevoli sono stati disattesi.
Marco ha imparato come gli altri e ha impresso il suo stile quando si trattava di risolvere problemi o fare calcoli, alcuni dei quali, complessi, svolti senza l’uso della calcolatrice.
Se da una parte qualcuno in più occasioni ha consigliato di gettare la spugna, altri hanno puntato a usare le difficoltà come trampolino di lancio.
Ecco che al termine degli studi presso l’Istituto agrario di Piedimonte Matese, la decisione doveva essere netta: “o bianco o nero”. Corso di laurea in matematica o fermarsi.
Alla Luigi Vanvitelli di Caserta la storia è cambiata: tutor per ogni esame, piena possibilità di integrazione con i compagni di corso e altri strumenti per permettergli di onorare un percorso universitario difficile.
Infatti, i rallentamenti non sono mancati. Tra cui quello all’esame di Fisica 1. Superato cambiando strategia e attendendo un tempo migliore. Peraltro, lavorando sull’esame di Fisica 2, Marco ha anche scoperto lati interessanti di questa disciplina che sono serviti per la sua tesi.

Come accade in storie simili, c’è chi ha pensato a Marco come una vita da relegare in un angolo addobbato con consigli e pareri “esperti” contrastanti. Invece lui ha preteso il palcoscenico, e il 29 novembre 2023 ha discusso il suo lavoro.
Mentre sfogliavamo le pagine della tesi con impresse sopra formule incomprensibili ai non iniziati, abbiamo posto la fatidica domanda, quella che ricorda gli anziani di famiglia un po’ impiccioni e fastidiosi: “Cosa vuoi fare, ora?” Risposta secca: “Voglio andare avanti con la laurea magistrale, poi diventare insegnante”.
Uno scambio di sguardi, un sorriso di sfida. Torneremo a parlare di lui.

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