Si apre ufficialmente la fase diocesana della Causa di beatificazione di Fra Umile Fidanza con un’inchiesta canonica che attribuisce al candidato il titolo di “Servo di Dio” ed ha come obiettivo quello di verificarne l’eroicità delle virtù. Le preghiere dei numerosi devoti in tutta la Campania (ma Fra Umile ha iniziato a superarne i confini) di poterlo considerare beato trovano una prima risposta. Cogliere la mano di Dio su un percorso fatto di devozione e di carità da parte di famiglie, disabili e giovani che dalla morte del francescano avvenuta nel 1990 non si è mai arrestato ed è divenuto esperienza di fede: questo ora tocca osservare, capire, saper leggere…
Si tratta di un primissimo passo, di un momento che sancisce solo l’inizio di un percorso di cui non è dato conoscere l’esito o le prospettive, ma senza dubbio accende una luce sulla figura del terziario francescano originario del Matese.
Giovedì 14 dicembre alle 10.30 nella Cappella del Seminario in Piedimonte Matese il Vescovo Mons. Giacomo Cirulli insedierà il Tribunale diocesano incaricato di valutare la Causa; di esso faranno parte, per nomina vescovile avvenuta nei giorni scorsi don Francesco Vangeli, Delegato episcopale; Mons. Alfonso Caso, Promotore di giustizia; e la Dott.ssa Giovanna Corsale, notaio.
Saranno presenti il Postulatore della Causa presso la Santa Sede Mons. Orazio Pepe, l’Associazione Gruppi di Preghiera “Fra Umile Fidanza” e i familiari del francescano. L’evento, aperto a tutti, coinvolge in modo particolare presbiteri, religiosi, diaconi, Associazioni, Movimenti e Gruppi ecclesiali della Diocesi di Alife-Caiazzo chiamati a leggere e in molti casi a conoscere per la prima volta questo tempo nuovo di riflessione e discernimento in cui è coinvolta la Chiesa locale.
La vita e la spiritualità
Fra Umile Fidanza, alla nascita Giuseppe, venne al mondo a Calvisi (frazione di Gioia Sannitica) il 14 giugno 1910 in una modesta e numerosa famiglia. Fin da piccolo si formò spiritualmente sotto la guida dei parroci della piccola chiesa di Santa Maria del Carmine. Attratto dalla testimonianza dei frati di Santa Maria Occorrevole, che dalla vicina Piedimonte Matese si recavano a Calvisi per chiedere l’elemosina, iniziò un percorso di discernimento vocazionale, interrotto dal servizio militare, prima a Cesena e poi presso l’ospedale militare di Bologna (1931-1932). Una volta congedato chiese ed ottenne di entrare tra i Frati minori, divenendo terziario l’8 dicembre 1932 proprio a Santa Maria Occorrevole; venne subito inviato subito al convento francescano di Portici (NA), dove dimorò sempre, a parte una breve permanenza nel convento di Airola (BN) tra il 1942 ed il 1943. Qui svolse servizi interni alla fraternità e poi fu questuante nei paesi dell’area vesuviana e flegrea, spingendosi fino alle isole di Ischia e Procida, nel Casertano e nel Salernitano; generalmente, svolgeva tale mansione dal lunedì al mercoledì, mentre dal giovedì alla domenica accoglieva i fedeli che accorrevano al convento del Granatello per consultarlo e chiedere preghiere. Fra Umile non aveva cultura scolastica, sapeva appena leggere e scrivere e si esprimeva in dialetto, ma sapeva leggere nei cuori e placarne le ansie; sapeva essere prezioso consigliere e guida spirituale, fornendo risposte semplici e scarne, ma sempre accompagnate da un gran senso di umanità.
Il suo apostolato gli valse gli appellativi di “Telegrafo di Dio” e di “San Pasquale vivo”: egli infatti, quando intuiva che una grazia stava per arrivare, licenziava l’interessato con la frase “Va, va, che ci pensa San Pasquale” ed il popolo, con semplicità mista ad accenni di fanatismo, iniziò ad attribuirgli grazie. Nei suoi incontri con i fedeli raccomandò soprattutto la partecipazione ai Sacramenti dell’Eucaristia e della Riconciliazione, ma fu anche molto devoto della Madonna (che, in linea con la tradizione alcantarina, venerava come Madonna del Buon Consiglio) e dello stesso San Pasquale Baylon, introducendo presso il convento di Portici la pratica del 17 del mese, giornata di ritiro, preghiera e penitenza mensile per i devoti di San Pasquale, che lui ribattezzò Ritiro di perseveranza. Il rapporto con i suoi figli spirituali era di continuo scambio: essi gli portavano le proprie problematiche e libere oblazioni, mentre fra Umile ricambiava con preghiere di intercessione, consigli e pane benedetto. Avanti negli anni ed infermo, ottenne di trasferirsi presso i familiari, che negli ultimi anni se ne presero cura. È morto a Calvisi il 3 marzo 1990.
La famiglia spirituale di Fra Umile e il percorso degli ultimi anni
Dopo la morte, non si sono mai interrotti i pellegrinaggi alla sua tomba; nè è venuta meno l’attenzione alla sua spiritualità: in suo nome sono nati numerosi gruppi di preghiera dediti alla preghiera e alla carità alimentati dal sacramento della riconciliazione e dell’Eucarestia. Dapprima con il Vescovo Mons. Pietro Farina e successivamente in maniera più definita con Mons. Valentino Di Cerbo, su iniziativa della famiglia di Fra Umile e di un gruppo di fedeli nasce l’idea di dare una identità precisa alla comunità che cresce intorno al frate. Nel 2014 Mons. Di Cerbo promulga ad experimentum, per la durata di tre anni, lo Statuto dell’Associazione Gruppi di Preghiera “Fra Umile Fidanza” e dopo la collaudata esperienza, a gennaio 2019, fa del Documento la carta d’identità dell’Associazione. Da questo momento i gruppi saranno seguiti in maniera attenta e scrupolosa da sacerdoti-assistenti spirituali. In questi anni, per le tante testimonianze di grazie ricevute dai sempre più numerosi devoti, si alimenta il desiderio e una prima proposta di avviare il processo di beatificazione; il 1 maggio 2019, le spoglie mortali di Fra Umile vengono traslate dal cimitero di Calvisi alla piccola chiesa di Santa Maria del Carmine dove non si arresta il flusso di fedeli e pellegrini. Si consolida intanto l’appuntamento del 3 marzo, anniversario della morte, della Messa nella Cattedrale di Alife dove confluiscono in centinaia. Il Vescovo Mons. Giacomo Cirulli arrivato in Alife-Caiazzo nel 2021 raccoglie tale eredità e paternamente continua a seguire il percorso spirituale dell’Associazione, incontrando i gruppi e confrontandosi don essi, da’ nuovo seguito a questo cammino ottenendo l’inizio della fase diocesana del processo di beatificazione in risposta alle attese dei fedeli di Fra Umile le cui preghiere, dopo oltre trent’anni hanno generato un primo frutto.
In foto alcuni scatti del 1 maggio 2019 quando le spoglie mortali di Fra Umile sono traslate dal cimitero di Calvisi alla chiesa parrocchiale di Santa Maria del Carmine