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“Promessa”, la poesia di Giovanna del Vecchio conquista il primo premio: voce all’Umanità in cerca di Dio

L'autrice di Piedimonte Matese incassa il I premio del Concorso "I Versi non scritti" promosso dell'Associazione Sì Teverola ODV attiva nella crescita culturale e solidale del territorio della provincia di Caserta

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Giovanna Del Vecchio, di Piedimonte Matese, vince il primo premio del Concorso “I Versi non scritti” promosso dell’Associazione Sì Teverola ODV con la poesia Promessa, un testo che srotola il dolore e la speranza di ogni uomo verso un punto fermo: la certezza che Dio accoglie, ascolta, affianca il cammino dell’umanità e ne sostiene il passo: Il vento/ti sussurrerà di noi/e le domande/non si argineranno/nel vuoto. Una poesia (scarica) che dalle pagine di questo giornale scegliamo di leggere con il cuore di chi tra pochi giorni celebrerà Natale. Sono versi che parlano di oggi, ma anche di ieri: desideri e promesse antiche, invocazioni e lamenti, come pure la certezza di non essere soli che ritroviamo nella Sacra Scrittura del tempo di Avvento: le Letture che suscitano maggior forza alla vita spirituale dei credenti, certi di una promessa già compiuta nel Natale di duemila anni fa, e accesi dall’attesa di un nuovo tempo in cui Dio tornerà. Nel frattempo, è il tempo del qui e ora in cui operosamente è chiesto a tutti di esserci, di viverlo nel dialogo con Dio. L’autrice questo dialogo lo costruisce con fluidità, senza ostacoli interiori affidando tutto alla forza della parola.
Ne parliamo con Giovanna Del Vecchio.

C’è una situazione o una condizione particolare che hanno ispirato “Promessa”? La poesia trae ispirazione, in buona parte, dagli eventi che avvengono intorno a noi, in un mondo sempre più piccolo e vicino. Ho la consapevolezza e la precisa percezione, forse dovuta ad una sensibilità affinata dal mio vissuto e dalle mie esperienze, che tutto ciò che accade su questo pianeta, ci coinvolge direttamente e ci cambia inesorabilmente.

Uomini spezzati ma avvinghiati alla vita; spiriti confusi eppure sorridenti… Sono versi che aprono alla speranza: l’umanità sofferente custodisce un potenziale vitale…  A chi dedicheresti, scegliendo una categoria umana, questi versi appena citati? Come dice Sant’Agostino “La speranza ha due bellissimi figli: lo sdegno e il coraggio. Lo sdegno per la realtà delle cose e il coraggio per cambiarle.” La Speranza, ultima dea, ci ricorda che in ciascuno di noi c’è un potenziale positivo e nuovo, ci dispone ad essere aperti alle opportunità e a non chiudersi dietro le nostre paure e le nostre posizioni, a volte rigide. Rappresenta la capacità di credere a ciò che qualcosa di buono potrà sempre accadere, con coraggio e volontà. Dedicherei la poesia Promessa, non soltanto a chi vive momenti di dolore ed angoscia, ma a tutti coloro che sono fiduciosi, che ritengono che il “tempo” di ognuno di noi abbia valore e sostanza (scarica Promessa).

Dio è promessa di presenza, di fame saziata e lacrime asciugate: il tuo è un messaggio forte. Eppure c’è una tendenza ad attribuire a Dio le responsabilità di quella fame e quelle lacrime ed ogni forma di dolore…  C’è Dio in ogni vita che nasce, si sviluppa o muore, perché in noi, esseri non compiuti, esiste un anelito di infinito, una tensione inalienabile nell’essere umano, che spinge ad oltrepassare confini, nell’intento di migliorare se stessi e il mondo. Ma, essendo noi persone perfettibili, non riusciamo nell’obiettivo e spesso attribuiamo a Dio responsabilità nostre. La Promessa a Dio di pregare significa, in fondo, fermarsi, osservare, capire, riflettere, riscrivere il cammino, cancellando le brutture.

L’arte della Poesia. Non sei nuova all’esperienza del teatro e dei versi… Come nasce questa passione? Come hai coltivato questa competenza? Negli ultimi periodi ho preso la decisione di rallentare il mio passo, di assecondare le mie attitudini e di “sentirmi” di più. Tutto questo mi dà l’opportunità di leggere, ascoltare, comprendere l’altro e dunque scrivere. E’ una cosa che arricchisce davvero.

Promessa potrebbe essere il “manifesto” di questo Natale, un dono che a noi di Clarus piacerebbe “recapitare” ad amici e lettori. Come si vive la responsabilità di travalicare con i versi lo spazio della propria anima? Si vive con la contezza che la dimensione spirituale, fatta di conoscenza, amore e volontà è necessaria ad ognuno di noi, come elan vital, al fine di non inaridire la nostra vera essenza, di esseri finiti, ma con una prospettiva di infinito (scarica Promessa).

L’Associazione Sì Teverola ODV opera per la crescita culturale e solidale del territorio della provincia di Caserta. Con il presidente Antonio Zacchia l’associazione si è distinta per l’organizzazione di numerose iniziative culturali come festival, mostre, premi letterari e di poesia, contest fotografici. Ma il vero punto di forza è rappresentato dalla costante azione di volontariato puro che svolge in supporto dei più fragili.

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