“Partiamo dalle cose che ci accomunano, non da quelle che ci dividono”, è il messaggio forte che si leva dal concerto organizzato dall’Associazione Umanità Nuova che si è tenuto giovedì 21 dicembre ad Alvignano nel salone parrocchiale di San Nicola. Ad esibirsi sul palco un gruppo di ragazzi disabili e alcuni familiari di cui l’Associazione si prende cura attraverso varie forme di vicinanza e assistenza; a guidarli diversi volontari tra cui maestri musicisti (Paride Zita, Nanà Falanga, Giuseppe Biondillo, Michele Cerrone): un solo coro a farsi voce del messaggio di Natale affidato alla musica e alle parole dei canti cari alla tradizione natalizia. Per settimane hanno provato e riprovato, spesso ricominciato da zero, senza mai perdere di vista l’obiettivo: salire sul palco ed essere protagonisti di una serata, essere “portatori” del messaggio di Natale che ci ricorda il valore del dialogo, del bene condiviso, del perdono, della presenza per qualcuno ma soprattutto il primato degli ultimi e dei semplici nel cuore di Dio. Sono riusciti nel loro “progetto” con un brillante risultato: le voci intonate, il ritmo, ma soprattutto hanno saputo tenere la scena guardando il pubblico negli occhi, senza sbagliare (o forse pochissimo). In sala famiglie e amici dell’Associazione, il sindaco Angelo Di Costanzo e l’assessore Gennaro Di Meo, il presidente regionale della FISC (federazione italiana superamento handicapp) Daniele Romano, l’assistente sociale dell’Ambito Sociale C4 Floriana Raviele, il diacono Raffaele Fazzone responsabile della Pastorale sanitaria per la Diocesi di Alife-Caiazo, la Comunità delle Suore Salesie, e a sorpresa alcuni Babbo Natale sponsorizzati dall’associazione Vespisti Alvignanesi che hanno omaggiato i protagonisti del concerto con un regalo.
Il valore del volontariato che è anche esperienza di amicizia e di prossimità, testimoniato da chi ha reso possibile questo momento di felicità per Barbara, Sara, Carlo, Fabio, Tonino, Anna…. è emerso come piccolo dono di Natale per la comunità alvignanese, ma soprattutto lavorare in sinergia in nome “delle cose che ci accomunano” che in questo caso è l’appello a dare attenzioni e dignità al mondo della disabilità.