Realizzato in nove anni dal prof. Marcellino Angelillo di Alife, il presepe perennemente esposto presso la sua abitazione in Via Mura Romane in Alife riassume la tradizione presepistica napoletana e la arricchisce di nuove ricerche storico-artistiche con chiari riferimenti anche al territorio di cui l’autore è originario: singolare la presenza sulla scena di personaggi come Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, il quarto re Magio, il Re Erode, il pastore della meraviglia e Benino, le zingare bianca e nera, il Conte Rainulfo III Drengot che in Alife portò le reliquie di San Sisto I, i genitori del prof. Angelillo, scorci della città di Alife e una suggestiva chiesa di Santa Caterina. E tra le novità, l’omaggio alla bottega Ferrigno di Napoli ormai la più accreditata per la produzione di statuite presepiali, e a quella delle ceramiche di Elvio Sagnella in San Lorenzello (BN).
Armando Pepe, ha incontrato Marcellino Angelillo e con lui fatto sintesi di questa sua passione per il presepe e il percorso, sociale e umano da lui condotto.
di Armando Pepe
Il presepe del Settecento napoletano
L’arte presepiale consiste prima di tutto nello studio e nell’esperienza: 1) studio della storia e della simbologia del presepe; 2) esperienza e manualità, nel rispetto della tradizione. Il professore Marcellino Angelillo, che da più di un ventennio coltiva la passione del presepe napoletano del Settecento, ha avvertito la necessità di approfondire le conoscenze teoriche, attraverso innumerevoli letture, per trasformarle in pratica, ricostruendo minuziosamente il paesaggio (case, montagne, pianure, ruscelli, scorci tipici, osterie) – che appare fatato, intriso di un’aura fantastica- e collocando le statuine al posto giusto.
La volontà di educare sempre
Nella propria abitazione alifana, nel corso di decenni, il professore Angelillo ha realizzato un presepe, che generosamente e con accuratezza mostra ai visitatori, specialmente durante il periodo di Natale, evento ricorrente, che ogni anno si carica di una particolare atmosfera. Occorre del tempo per osservare attentamente il presepe, vasto e denso di statuine, ognuna con una propria peculiarità: i Re Magi, quattro e non tre, Stefania, la Natività, gli animali e tanti altri personaggi, ricostruiti filologicamente, secondo fonti a lungo studiate: i Vangeli apocrifi e le Versioni siriache della Bibbia. Ne emerge indubbiamente una complessità di fondo che induce, oltre che al godimento puramente estetico, alla riflessione sul perché dell’iconologia, perseguita con scrupolo in ogni minimo dettaglio.
Slancio e generosità
D’altronde, la passione per i presepi (perché tanti sono quelli realizzati, tra cui ce n’è uno a Piedimonte nel museo della parrocchia di Ave Gratia Plena), scaturisce da una filosofia di vita, che lo stesso professore Angelillo non si stanca mai di ripetere: eliminare il superfluo per dedicarsi all’essenziale, accontentarsi del poco e dedicarsi con tenacia a ciò che conta davvero. Non va tralasciata la circostanza imprescindibile che il tutto rientra in una questione di competenze, acquisite direttamente sul campo, facendo e rifacendo sempre le stesse cose, ma guardandole ogni giorno con occhio diverso, per migliorarle e migliorarsi. In conclusione, bisogna dare atto al professore Angelillo di essere sempre attivo e tenace, qualità dimostrate ultimamente per la realizzazione del Sentiero dei Presepi, un’iniziativa patrocinata dal Comune di Piedimonte Matese nel corso di queste festività natalizie.
In occasione de Il Sentiero dei Presepi a cura dell’Amministrazione comunale di Piedimonte Matese, tra i presepi in esposizioni, anche un allestimento del prof. Angelillo presso il Convento francescano di Santa Maria Occorrevole su Monte Muto (clicca per conoscere il programma della manifestazione).