Il 4 gennaio a Piedimonte Matese “torna” San Marcellino: non ci sono le campane, i fuochi pirotecnici, la banda musicale e tutta la solennità liturgica della la festa patronale, ma di sicuro il raccoglimento, la preghiera e la memoria di un miracolo avvenuto in questo giorno nel lontano 1692. Narrano infatti le cronache dell’epoca che la sera del 4 gennaio di quell’anno il Vescovo di Alife Giuseppe de Lazzara ed il Governatore della Città erano in procinto di pubblicare i decreti pontifici con i quali San Marcellino, prete e martire romano, veniva riconosciuto Patrono tanto della Terra di Piedimonte quanto dei sobborghi ad essa soggetti (Vallata e Sepicciano, Castello, San Gregorio e San Potito); improvvisamente, intorno alle 21.30, una lampada presso l’altare del santo nella Basilica di Santa Maria Maggiore si riaccese da sola e – priva di olio – arse per ben tre giorni, alta 45 cm. Quanto accadde venne letto come segno divino compiacente per quanto stava per accadere e della vicinanza del Santo nei confronti della Città e dei sobborghi.
Anche quest’anno in Basilica nel centro storico cittadino la comunità piedimontese si ritroverà per un nuovo atto di affidamento al Santo Patrono, chiedendo protezione e intercessione: un momento di fede che si rinnova e cresce sul modello del martire, annunciatore e testimone del Vangelo.
Alle 17.30 ci sarà la celebrazione della Messa presieduta da don Roberto Guttoriello, Vicario generale della Diocesi di Sessa Aurunca; al termine, la rievocazione del miracolo della lampada attraverso la preghiera e la meditazione. Si terminerà con l’Atto di affidamento.