Noemi Riccitelli – Già presentato in concorso durante l’ultima edizione del Festival del cinema di Venezia, dal 20 dicembre è su Netflix Maestro, seconda pellicola diretta, interpretata e co-scritta (insieme a Josh Singer) dall’attore statunitense Bradley Cooper, che torna dietro la macchina da presa dopo il successo del remake di A star is born, nel 2018.
Un’uscita in piattaforma preannunciata al meglio anche dalle candidature dei Golden Globe, rese note lo scorso 11 dicembre, in cui Maestro figura in ben 4 categorie, le più importanti per il cinema: Miglior film drammatico, Miglior regista, Miglior attore e attrice protagonista.
Cooper ripercorre le vie della musica, delineando il profilo del compositore e direttore d’orchestra Leonard Bernstein, in particolare il suo intenso rapporto con la moglie, l’attrice Felicia Montealegre Cohn, interpretata da Carey Mulligan.
Leonard Bernstein (Bradley Cooper) è un giovane direttore d’orchestra quando viene chiamato a sostituire il maestro Bruno Walter nel dirigere la New York Philarmonic: è subito successo.
Qualche anno dopo, ad una festa, Bernstein conosce l’attrice Felicia Montealegre Cohn (Carey Mulligan), con la quale scatta un’intesa particolare; i due, infatti, continuano a frequentarsi e si sposano.
La carriera di Bernstein, nel frattempo, decolla ma le sue nuove frequentazioni sembrano minare la vita coniugale, nonostante egli si mostri sempre vicino e attento al nucleo familiare.
Una produzione poderosa: Martin Scorsese, Steven Spielberg e Kristie Macosko Krieger mettono il sigillo su una storia umana intensa e struggente, cui Bradley Cooper ha saputo dare profondità, sia da regista con primi piani, inquadrature e l’alternanza colore e B/W, sia magistralmente come interprete, con una prova fisica di pregio.
Parimenti Carey Mulligan si conferma artista delicata e di valore, dando vita ad un personaggio fragile ma al tempo stesso tanto forte, il cui profilo è curato con minuzia.
Le interpretazioni di Cooper e Mulligan rappresentano di certo il cuore del film: i due attori mostrano una maturità artistica notevole, ricreando un rapporto che è stato complesso, da cui emerge, nonostante le difficoltà, rispetto reciproco e puro affetto.
Le emozioni risultano palpabili dallo schermo, tuttavia in alcune sequenze la perfezione e la compiutezza dei ruoli tende a far soffermare lo spettatore più sulla performance, incidendo di fatto sull’empatia e il legame emotivo del pubblico con le vicende rappresentate.
Maestro rimane in ogni caso un’opera raffinata, risultato di un lavoro durato anni: il solo Cooper ha studiato per ben sei anni la direzione musicale insieme a Yannick Nézet-Séguin, direttore della Metropolitan Opera, decidendo persino di dirigere live l’orchestra durante le riprese.
L’impegno e la dedizione profusi valgono certamente la visione e Bradley Cooper conferma la sensibilità e il tatto necessari alla narrazione delicata della vita intima di un personaggio tanto geniale quanto dall’animo intricato.