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AILANO 1718, tre secoli fa. Un nuovo libro di Antonio Ferraro

La consultazione dell'archivio privato Villani offre all'autore la possibilità di recuperare un nitido spaccato di Ailano, comune del Matese che oggi conta poco più di mille abitanti, nel lontano 1718

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Per la rubrica Matese tra Moderno e Contemporaneo, un focus sul libro del prof. Antonio Ferraro presentato ad Ailano nella Chiesa parrocchiale di San Giovanni Ap. ed Ev. il 30 dicembre scorso: all’autore il merito di essere nuovamente tornato a ricercare ed interessarsi della storia locale, compiendo una delicata azione che fotografando il passato lo ricuce al presente, ritrovando tra le epoche, a distanza di tre secoli, il sottile filo della radice identitaria. Ne parla in questo articolo Costantino Leuci, docente di Storia e Filosofia al Liceo Galilei di Piedimonte Matese ed ex collega di Ferraro. 

di Costantino Leuci

Antonio Ferraro, nativo di Raviscanina, è stato docente di Latino e Greco al liceo Galilei di Piedimonte Matese e poi dirigente scolastico, oggi a riposo, ma da sempre si è interessato di storia e cultura della sua comunità d’elezione: Ailano.

L’autore Antonio Ferraro

Per questo, qualche anno fa, avendo avuto la possibilità di accedere all’archivio privato della famiglia Villani, si è interessato ad un documento conosciuto già e conservato da Ugo Riccardo Villani, il massimo storico locale, autore del prezioso volume “La terra dei Sanniti Pentri”. Si tratta di un “apprezzo” ovvero la stima del valore del feudo di Ailano e di Letino, risalente al 1718 e redatto da un perito nominato dalla Corte di Giustizia nell’ambito di un contenzioso legale che vede contrapposti gli eredi del barone Alfonso Mattei.

In realtà, al di là del valore tecnico legale del documento, esso rappresenta una descrizione assai particolareggiata del territorio di Ailano, della struttura urbana, delle chiese e dei palazzi più importanti, ma anche dei fondi agricoli, boschi, corsi d’acqua, con i relativi valori, nonché degli abitanti, delle loro abitazioni e dei mestieri.

Insomma, Ferraro, pubblicando questo documento manoscritto e, a fronte, la trascrizione a stampa, nella quale ha sciolto le abbreviazioni e le convenzioni grafiche, ha “regalato” alla sua comunità, oltre che agli studiosi di storia, una ricchissima fotografia della Ailano di tre secoli fa.

Il testo è corredato da un’introduzione sulla storia del documento, da numerosissime note esplicative sui termini tecnici, i toponimi e le indicazioni necessarie ad una più agevole lettura di un italiano, certamente datato, ma comunque chiaro e scorrevole. Non manca poi una seconda parte di ricostruzione del contesto storico e della comunità ailanese che emerge dall’apprezzo, con i cognomi più citati e l’inevitabile confronto col presente.

Il volume è stato presentato lo scorso 30 dicembre, ad Ailano, con l’ausilio di Costantino Leuci (che ha inquadrato il tempo trattato nella storia del Regno di Napoli sotto la dominazione austriaca di quegli anni), Giuseppe Castrillo (che ha analizzato la lingua utilizzata nel documento), Paolo Mandato (che ha ricordato la figura dello storico di Terra di Lavoro, Aldo Di Biasio) e da Fabiana Forte, docente di Estimo presso l’Università Vanvitelli di Caserta, naturalmente alla presenza dell’autore, che ha annunciato un prossimo impegno a pubblicare la seconda parte del documento, quella dedicata a Letino e, sollecitato dal sindaco Vincenzo Lanzone, a proseguire nel suo lavoro di ricerca sulla storia di Ailano.

 

 

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