Home Chiesa e Diocesi Piedimonte Matese e i salesiani: l’Associazione dei Cooperatori celebra i settanta anni...

Piedimonte Matese e i salesiani: l’Associazione dei Cooperatori celebra i settanta anni dell’Opera

Dall'originaria "Opera dei Piccoli Apostoli" fondata nel primo dopoguerra all'Associazione dei Salesiani Cooperatori di oggi, passando per gli anni in cui i Salesiani hanno gestito la formazione scolastica, spirituale e professionale di tanti giovani. Su Clarus gli approfondimenti

980
0
Giovani Cooperatori Salesiani in formazione

Il prossimo 31 gennaio, festa di San Giovanni Bosco, l’Associazione dei Cooperatori Salesiani da’ inizio alle celebrazioni per i settant’anni di presenza salesiana a Piedimonte Matese; il triduo e la festa saranno vissuti nella preghiera (la locandina), seguiranno poi eventi e manifestazioni spirituali, ricreative e culturali.
Una storia che inizia ancor prima delle sue date ufficiali. Siamo nel primissimo dopoguerra, quando dalla volontà del senatore Giovanni Caso di Piedimonte e dell’allora parroco di Ave Gratia Plena don Espedito Grillo emerge con determinazione il desiderio di un impegno sociale per i più colpiti dalle macerie della Seconda guerra mondiale: i bambini vittime di fame, poveri di affetti e di cultura. In quel momento il modello su scala nazionale è rappresentato dall’audace esperienza di don Zeno Saltini (prete sociale) fondatore dell’Opera dei Piccoli Apostoli (a Mirandola) e poi di Nomadelfia (a Grosseto), comunità che arriverà a raccogliere fino ad un migliaio tra bambini e famiglie secondo uno spirito di condivisione totale di lavoro, di tempo, di preghiera, di beni.

La corrispondenza tra il senatore Giovanni Caso e don Zeno Saltini
Nel maggio del 1944 Saltini è a Napoli. Il Vescovo di Alife Mons. Luigi Noviello lo invita a Piedimonte d’Alife a predicare il novenario dell’Immacolata in occasione della imminente festa. In quei giorni è la parola “giustizia”, pronunciata ripetutamente ai fedeli in chiesa a presentarlo come personaggio fuori dagli schemi, di sicuro scomodo, ma nella mente dei più audaci tra cui Caso e Grillo, l’uomo giusto a cui affidarsi per far rinascere la città e il suo popolo. Da quel momento sarà un crescendo di contatti con don Zeno perché nasca localmente l’Opera dei Piccoli Apostoli, e così avviene.

L’Opera dei Piccoli Apostoli a Piedimonte Matese (foto storiadellacampania.it)

In una lettera inviata il 9 giugno 1945 dall’On. Caso a don Zeno Saltini si legge della piena attività dell’Opera a cui il primo sta dedicando ogni forza e risorsa: “Per ora funzionano quasi al completo l’officina meccanica, la falegnameria, la scuola musicale, quella di disegno, di cultura generale e di religione. La banda musicale, alquanto grande, già ha fatto alcune feste nei paesi viciniori e non pochi sono stati i successi ottenuti. Abbiamo circa venti operai da assistere e 50 ragazzi della scuola musicale, della falegnameria e dell’officina meccanica. I suddetti comportano una spesa di oltre trentamila lire al mese, ragion per cui non mi è possibile accontentare le tante altre richieste dei genitori che vogliono affidare all’Opera i propri figlioli. Son convinto, però, che tu non mancherai di darmi il tuo appoggio”. (fonte storiadellacampania.it). Le attività sono in crescendo tanto che Caso e il Vescovo Noviello accarezzano l’idea di un progetto sempre più grande e presto Nomadelfia ne sarà il modello. Si lavora perché nasca Nomadelfia-Matese.

Piedimonte ammette tra i suoi patrimoni questa indiscutibile opera di assistenza di cui le famiglie riconoscono il valore sociale, culturale e spirituale ma sarà proprio quest’ultimo aspetto a minarne la continuità: lo stesso Giovanni Caso informa don Zeno Saltini della mancata disponibilità del Clero e dei religiosi locali a seguire con costanza e impegno totale lo sviluppo del progetto Nomadelfia-Matese; ma perché quel seme non vada disperso altrettanta audacia come all’inizio del progetto è messa in campo perché questa storia abbia il suo sviluppo: il Vescovo di Alife Mons. Giuseppe Della Cioppa autorizza il senatore Caso a prendere contatti con i Salesiani di Caserta e il loro Rettore Maggiore Don Pietro Ricaldone a Torino. La lettera con cui viene comunicata a don Zeno Saltini questa svolta porta la data del 14 settembre 1950; i rapporti con i Salesiani e il nuovo progetto partiranno però da un solido punto fermo: innestarsi sull’Opera già fondata e darle continuità, tanto che il primo segno sarà proprio la nuova denominazione individuata sotto il titolo di “Opera Salesiana dei Piccoli Apostoli, Scuola di Arti e Mestieri”.

Lo spirito di San Giovanni Bosco a Piedimonte
Il resto è storia che andrà avanti per decenni: intere generazioni si formeranno spiritualmente, scolasticamente e professionalmente alla scuola dei Salesiani di Piedimonte Matese; tra i migliori artigiani del territorio vi sono ancora i figli di quei religiosi e di quei laboratori dove si imparava il lavoro e soprattutto ad essere “buoni cristiani e onesti cittadini” secondo il motto di San Giovanni Bosco.

Le mutate condizioni sociali ed economiche del territorio, le scelte dell’Ordine religioso e nuove Leggi dello Stato mutano definitivamente l’assetto dell’Opera salesiana di Piedimonte che a partire dagli anni Ottanta del secolo scorso si configura stabilmente solo come contesto di formazione religiosa e civica: l’Oratorio salesiano accoglie quotidianamente centinaia di giovani impegnati con il gioco, lo sport, la preghiera, i campi estivi, la condivisione di ogni attimo e al contempo l’enorme edificio alle porte di Piedimonte diventa accogliente luogo di riferimento anche per altre attività pastorali della Diocesi di Alife e quella di Alife-Caiazzo dal 1986. Poi ancora un cambio di rotta nel cammino della numerosa e gioiosa famiglia salesiana: nel 2009 i Salesiani lasciano la Città, ma Piedimonte non abbandona lo spirito di San Giovanni Bosco che continua a vivere attraverso l’impegno e l’opera dell’Associazione dei Salesiani Cooperatori che ancora oggi – pur con mutati numeri e presenze di cui soffre l’intero associazionismo in Italia – animano una serie di attività presso la storica sede con annessa Cappella in via Don Bosco, incarnando nella Chiesa l’esperienza di un laicato impegnato e interessato alla comunità civile in cui è chiamato ad evangelizzare e portare segni di speranza, di fraternità.

Di questa storia che parla al presente, presto su Clarus nuovi racconti.

Suggerimenti
Le lettere inviate dal Senatore Giovanni Caso a don Zeno Saltini sul sito Storia della Campania curato dallo storico prof. Armando Pepe. Clicca

 

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.