Non tutti sanno che nel piccolo borgo di Valle Agricola, nel cuore del Parco del Matese ospita, ha sede il Centro di Educazione Agro-Ambientale (CEAA) e al suo interno il Museo Faunistico del Matese con più di 400 specie di esemplari di fauna mediterranea, molti dei quali presenti nel Matese, oggetto di tassidermia e confiscati negli anni dai Carabinieri Forestali del CITES. Per dirne meglio il valore, si tratta di un museo strutturato nell’ambito del “Centro Regionale MoGAE” (Centro di Monitoraggio per la Gestione dell’Agro-Ecosistema in Campania) del Dipartimento di Medicina Veterinaria della Federico II di Napoli che ha già ospitato un Master di I Livello nell’anno accademico 2022-2023 ed è pronto ad ospitare prossimamente di nuovi. È solo uno dei tasselli con cui in paese si sta dando vita ad un ragionato disegno di Parco Nazionale del Matese ormai tale con decreto del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella dal 2017, ma ancora fermo alla sua condizione “regionale” per ritardi politici e difficili intese tra Enti locali tra cui i Comuni che ne farebbero parte.
Sinergie e collaborazioni
A testimoniare il valore di un progetto che sta crescendo, frutto di studi e sinergie tra il Comune di Valle Agricola, l’Università Federico II, i Carabinieri Forestali e l’Associazione Matese Nostrum con l’intento di tutelare la biodiversità del Parco, è stato il sopralluogo lo scorso 24 gennaio dei Carabinieri Forestali del CITES di Roma e del Raggruppamento per la Biodiversità di Napoli con il Ten. Col. Marco Trapuzzano, accompagnati dai Carabinieri Forestali di Alife. Con essi il Prof. Luigi Esposito, professore ordinario di Fauna selvatica, gestione dei parchi ed entomologia del Dipartimento di Veterinaria dell’Università di Napoli, la ricercatrice Dr.ssa Nadia Piscopo il Dott. Antonio Calamo del “Real Museo di Anatomia Veterinaria” del medesimo dipartimento universitario. A fare gli onori di Casa il sindaco di Valle Agricola Rocco Landi, il suo vice Beniamino Rega e una rappresentanza del Direttivo dell’ETS Matese Nostrum che qui ha la sede legale e da due anni cura le attività di fototrappolaggio all’interno del Parco: a loro, conoscitori di luoghi e degli habitat di numerose specie il compito di illustrare ai presenti video e foto catturati in cui compare la macrofauna presente nell’Area Protetta.
Tutela e Valorizzazione dell’area protetta del territorio: a Valle Agricola si sta prendendo sul serio l’idea di Parco a partire da formazione e cultura su basi scientifiche che coinvolgano i locali e il mondo accademico in una sorta di tandem di responsabilità reciproche fino a generare le condizioni sociali ed economiche perché la comunità del Matese resti nei luoghi d’origine presidiando natura, storia e cultura dei territori.
Cittadini e mondo accademico: forze congiunte verso il Parco Nazionale
La presenza di un polo di cultura faunistica e di studi accademici è già un singolare e fondamentale passo in avanti per la concreta nascita del Parco Nazionale del Matese: valore aggiunto che si unirebbe alle tante espressioni di natura e cultura presenti nei diversi comuni che ricadono entro i confini dell’Ente. Valle Agricola che ha lavorato al disegno di questo progetto, e che vanta anche l’ingresso nel Piano Nazionale di Biomonitoraggio ambientale delle api, ben si qualifica come uno dei Comuni del Parco pronti a rappresentare ed onorare il Parco Nazionale del Matese, ma ancora una volta i risultati saranno frutto di un gioco di squadra in cui politica e cittadini dovranno comunemente centrare l’obiettivo comune: abbracciare definitivamente l’idea di Parco Nazionale, dei suoi regolamenti, della visibilità, dai cambi di rotta che ne consegue, e in particolare scegliere la tutela della biodiversità e dei luoghi che di fatto non appartengono all’uomo.
Nuove prospettive all’orizzonte per l’imminente progetto di collaborazione con il Dipartimento di Architettura dell’Università Luigi Vanvitelli di Caserta.
E’ certamente un’iniziativa eccellente per il nostro paese di Valle Agricola, che sara’, speriamo, anche fonte di lavoro in loco almeno per alcuni giovani nostri e per altri dei centri del Matese. Speriamo che sia l’inizio di un’evoluzione positiva per le nostre contrade e nel contempo il nuovo museo sia fonte di orgoglio della nostra comunita’. Merito a chi si e’ interessato, dall’universita’, a chiunque ha speso tempo e forze anche a livello locale. Che sia l’inizio di un concreto sviluppo.