Daniele Rocchi – Sono arrivati ieri sera all’aeroporto militare di Ciampino – con un volo speciale dell’Aeronautica – i primi 11 bambini palestinesi e i loro familiari che saranno curati nel nostro Paese in ospedali pediatrici specializzati. I bambini, giunti solo quattro giorni fa in Egitto, attraverso il valico di Rafah, sono stati curati e stabilizzati dai sanitari egiziani nelle strutture ospedaliere locali prima di essere imbarcati per l’Italia. Altri minori coi loro familiari accompagnatori saranno trasportati con un volo successivo e con la nave Vulcano della Marina Militare, che salperà mercoledì 31 gennaio. Soddisfazione per questa operazione umanitaria è stata espressa dal ministro della Difesa, Guido Crosetto. “Solo con la cooperazione internazionale possiamo affrontare sfide così grandi e garantire la sicurezza delle persone più vulnerabili” ha sottolineato il Ministro, che ha aggiunto: “Il nostro Paese continuerà ad aiutare la popolazione civile palestinese, vittima incolpevole dei terroristi di Hamas. Siamo pronti ad accogliere questi bambini palestinesi e i loro familiari”.
La strada giusta. “È la strada giusta” commenta al Sir padre Ibrahim Faltas, vicario della Custodia di Terra Santa, uno degli ispiratori della missione umanitaria. La scorsa settimana il frate era in Italia per incontrare i vertici di due ospedali pediatrici, il Bambino Gesù a Roma e il Meyer a Firenze, che hanno offerto il loro aiuto insieme ad altri importanti ospedali pediatrici, come il Gaslini di Genova, ottenendo anche la collaborazione delle Regioni Puglia e Emilia Romagna, dell’Università di Perugia e della Repubblica di San Marino. “Inizia a realizzarsi concretamente il percorso che porta alla pace” afferma padre Ibrahim, presente ieri sera a Ciampino per accogliere i piccoli gazawi insieme al Ministro degli Esteri Antonio Tajani, al Generale Francesco Paolo Figliuolo, all’ambasciatrice palestinese in Italia Abeer Odeh e a tanti altri. Padre Faltas ha raccolto anche le testimonianze delle sofferenze patite dai familiari di questi piccoli: “una mamma con due bambini feriti ha perso il marito e una figlia nello stesso bombardamento, altri bambini sono ammalati e orfani, famiglie divise per consentire le cure, famiglie di cui non si sa se ci sono sopravvissuti: tutti hanno ferite nel corpo e nello spirito”. È stato lo stesso frate a tradurre al ministro Tajani il racconto di queste famiglie che “se da un lato ci hanno condiviso il loro dolore, dall’altro ci hanno donato sorrisi di gratitudine rivolti alla generosa accoglienza dell’Italia”. “Guardando i loro occhi innocenti – continua padre Ibrahim – resta impressa la loro tristezza, è una umanità devastata dagli orrori della guerra”. Ora solo “la speranza di arrivare ad un cessate il fuoco – può dare loro sollievo. Continuiamo ad avere fiducia. Fra qualche giorno arriverà in Italia la nave Vulcano con a bordo altri bambini che necessitano di cure. La nave Vulcano ha già curato tanti feriti e ammalati in Egitto e ha assistito mamme che hanno dato alla luce bambini, vite che danno speranza nuova”.
Incoraggiato da Papa Francesco. L’incontro a Ciampino di ieri sera si intreccia con il ricordo di quello del 22 novembre scorso con Papa Francesco. “Un’udienza privata – rivela padre Faltas (latore, tra le altre cose, di una lettera del Presidente palestinese Abu Mazen per il Papa, ndr.) – nella quale il Pontefice mostrò tutto il suo dolore per le guerre e per i bambini che ne sono vittime. Sono uscito da quell’incontro incoraggiato dal Papa, così chiesi ai miei amici medici del Bambino Gesù di poter andare a salutare i piccoli pazienti in ospedale. Avevo bisogno di incontrarli per capire come poter aiutare i bambini ammalati e feriti della Terra Santa. Avevo con me alcuni oggetti natalizi realizzati a Betlemme e mentre li porgevo ai piccoli pazienti e alle loro mamme, incontrai gli stessi occhi dei bambini e delle mamme della Terra Santa”. La solidarietà e la collaborazione del Bambino Gesù di Roma si è fatta poi concreta grazie al Presidente Tiziano Onesti e ai suoi collaboratori. “Ancora una volta l’Italia ha risposto ‘presente’” sottolinea padre Ibrahim – gli italiani non offrono solo parole, ma agiscono. Sono persone disponibili di cuore e si muovono con competenza e cura”.
Voglia di pace. Un ultimo pensiero il vicario della Custodia di terra Santa lo rivolge alle tre giovani ragazze israeliane di soli 19 anni, apparse in un video diffuso da Hamas e tenute in ostaggio a Gaza: “Il video colpisce per la forza con cui chiedono al governo israeliano di fermare la guerra perché vogliono vivere, perché hanno diritto di vivere e non vogliono perdere la vita. È lo stesso desiderio, è lo stesso bisogno dei bambini e dei ragazzi di Gaza. Sono questi i sentimenti che hanno i ragazzi israeliani e palestinesi, in questa parte di mondo. Nelle molte occasioni di incontro per i progetti di ‘Educare alla pace’, tutti i ragazzi affermano che si può vivere in pace”.
“Vivere in pace: è ciò che vogliono tutti i ragazzi della Terra Santa. Guardiamo alla sofferenza di questa umanità ferita: il dolore – conclude padre Ibrahim – non ha colore e neanche carta d’identità”. “Ieri è iniziato un importante percorso di Pace, è la sola strada da percorrere: iniziando con l’aiuto ai bambini feriti abbiamo intrapreso la strada giusta”.