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San Giovanni Bosco, “la sua passione per i giovani e il Vangelo ci coinvolge a fare altrettanto?”

Il vescovo Giacomo Cirulli, nella messa presso la Cappella San Giovanni Bosco a Piedimonte Matese interroga la Chiesa sull'impegno educativo nei confronti dei giovani

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C’è più di un motivo per essere in festa all’oratorio salesiano “San Giovanni Bosco” di Piedimonte Matese. Ricorre oggi la festa del Santo dei giovani anticipata da un triduo e dalla messa presieduta ieri sera dal vescovo Mons. Giacomo Cirulli nella Cappella dell’oratorio con la presenza dei sacerdoti delle Parrocchie cittadine e le celebrazioni dei 70 anni di presenza salesiana in città, un lungo tempo di servizio educativo e spirituale che ha visto per lungo tempo la presenza dei religiosi salesiani e oggi continua grazie all’associazione dei Salesiani Cooperatori. La grande famiglia di don Bosco, diffusa in tutto il mondo, quest’anno festeggia un’altra importante ricorrenza: i 200 anni del sogno del loro fondatore, in cui – pur non comprendendolo – gli si prefigurava il disegno della sua missione di educatore dei giovani.

Ed è proprio sul tema dell’emergenza educativa che si è soffermato il Vescovo ieri sera durante l’omelia: San Giovanni Bosco posto indicato quale modello di educatore appassionato e instancabile, mai frenato dai gravi problemi sociali della società in cui opera, senza mai perdere di vista l’obiettivo: servire i più piccoli e le donne indifesi in nome del Vangelo. “Una domanda dobbiamo porre a noi stessi: questa passione per le nuove generazioni che ci deve bruciare dentro quale forma altissima di carità, continua ad essere presente? I linguaggi e i metodi che facciano da ponte possiamo impararli, ma Gesù Cristo è il messaggio e l’esperienza che dobbiamo far conoscere e comunicare”. Il confronto tra l’ieri di San Giovanni Bosco e l’oggi in cui opera la Chiesa, attraverso le parole del Vescovo, porta l’attenzione sul male comune che con linguaggi e forme diverse da sempre si manifesta tra gli uomini. Povertà materiali, sociali e culturali, violenze, abusi, diritti negati nella società italiana di metà Ottocento in cui vive Giovanni Bosco e che egli sperimenta sia da vittima (nei primi anni di vita) e poi come accompagnatore ed educatore di intere generazioni sono ancora oggi il male che ferisce e imbrutisce la società. “Siamo tutti in difficoltà; noi come don Bosco al suo tempo”, ha ricordato il Vescovo, “ma questo non ci sottrae all’impegno di amare l’Umanità e spenderci per essa come ha fatto Cristo che San Giovanni Bosco ha saputo imitare”.

Ha messo in guardia dalle “interferenze educative” di oggi Mons. Cirulli, che confondono le scelte dei giovani, smarriti di fronte alle molteplici vetrine in cui è in vendita una felicità a basso prezzo che non sana il vero bisogno di serenità, di gioia interiore, di relazioni autentiche. “San Giovanni Bosco non ha temuto di presentare Cristo come modello attraverso la sua stessa vita e uno stile in particolare: quello della gioia, quello di chi sa avere cura dei fratelli”.

Richiamando le parole dell’Apostolo Paolo nella Lettera ai Filippesi proclamata in questa ricorrenza, il Pastore ha invitato ad “Essere lieti nel Signore, anche se le terribili circostanze di guerra che flagellano molti Paesi del mondo ci portano lontani dal pensiero della felicità, non suscitano serenità, e ancor di più se pesiamo alle prime vittime di ogni conflitto, i bambini, quelli che San Giovanni Bosco amò per primi…”.

“Essere lieti nel Signore” ha continuato, “perché nonostante le brutture nostre e di questa umanità c’è un motivo a rasserenarci ed è la Sua presenza, l’unica risposta seria e possibile a questo scempio”. La speranza ancora una volta viene dal confronto tra ieri e oggi, così il Vescovo ha sottolineato l’attualità del Vangelo che si incarna in numerosi testimoni: “sono gli uomini e le donne che come San Giovanni Bosco ci rivelano la bellezza della vita; sono coloro che vivendo nel Signore e secondo la sua Parola, sfidano ogni giorno il dolore e la morte – senza temere di andare avanti – per donare agli altri esperienze di gioia e di dignità”.

Al termine della messa, Tito Angelini, cooperatore salesiano a nome della locale comunità ha ringraziato tutti i presenti tra cui una rappresentanza dell’Amministrazione comunale e in modo particolare il Vescovo “grazie aver voluto accompagnare questa nostra comunità che con caparbietà evangelica continua ancora a sognare e a lavorare per il bene dei giovani…”, e poi affidato il cammino del Pastore alla guida di Maria Ausiliatrice. In ultimo il ricordo del Vescovo della sua prima formazione nel paese di origine, Cerignola, presso i Salesiani e il ricordo di don Pio Del Pezzo, religioso salesiano suo conterraneo per lunghi anni presente a Piedimonte Matese e motivo, di una visita in Città da parte di un giovanissimo don Giacomo Cirulli per incontrarlo.

Ancora appuntamenti. La serata è proseguita con un momento in oratorio dal titolo “I giovani incontrano don Bosco”.  Questa sera alle 19.00 la Messa in Cappella che chiude i festeggiamenti e in oratorio alle 20.30 per il recital “Il sogno continua” (la locandina degli eventi).

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