Noemi Riccitelli – Era il settembre 2023 quando a Venezia fu annunciato il Leone d’Oro al Miglior Film per la nuova pellicola del regista greco Yorgos Lanthimos, Povere Creature! (Poor Things).
Da lì, un’attesa lunga e trepidante: due Golden Globe conquistati, quello per il Miglior Film o commedia musicale e per la Miglior attrice protagonista a Emma Stone, ma soprattutto l’annuncio delle ben 11 candidature ai Premi Oscar; e finalmente il film è arrivato al cinema dal 25 gennaio.
Tratto dal romanzo omonimo, uscito nel 1992, dello scrittore e accademico britannico Alasdair Gray, Povere Creature! ha suscitato entusiasmo e apprezzamento unanimi tra critica e pubblico.
Ad oggi, alla seconda settimana dalla sua uscita, il film è saldo al primo posto al box office italiano.
In un’oscura Londra di fine ‘800, una donna incinta si getta da un ponte sul Tamigi.
A trovare il suo corpo è il dottor Godwin Baxter (Willem Dafoe) il quale, scienziato alle prese con innovativi esperimenti, decide di riportarla in vita operando un trapianto di cervello: nasce, così, Bella Baxter (Emma Stone), una rinata giovane donna che deve imparare nuovamente a vivere.
Sempre più curiosa ed entusiasta di tutto, un giorno Bella incontra e si lascia ammaliare dall’avvocato Duncan Wedderburn (Mark Ruffalo), che la invita a seguirlo in giro per il mondo.
Già noto per la sua ispirazione al di là dell’originale e del provocatorio, Yorgos Lanthimos torna a spiazzare e conquistare, e soprattutto, ad essere premiato: nel 2018 la sua Favorita, portò l’attrice protagonista Olivia Colman all’Oscar, e il film ottenne quell’anno molteplici candidature.
Ogni sua pellicola (“solo” 5 in realtà) possiede un fascino tutto particolare, lasciando nello spettatore inquietudine ma al tempo stesso una curiosa attrattiva.
Ed è lo stesso anche per Povere Creature!: il film si inserisce bene nel filone della fiaba gotica (del resto, l’ambientazione è proprio quell’800 in cui questo tipo di racconti si sviluppa), con dettagli e particolarità che richiamano il gusto per l’orrido, il grottesco e il dark, ma la trama, in realtà, suggerisce un significato ulteriore, una profondità che lega questo racconto alla contemporaneità e alle sue istanze sociali.
Di questo senso profondo è latrice simbolicamente la protagonista, Bella Baxter, creatura risorta da sé stessa grazie all’intervento “provvidenziale” del suo creatore, Godwin Baxter, ma che progressivamente riesce a trovare la sua propria dimensione personale, diventando sempre più cosciente e autonoma: a lei, infatti, Lanthimos e Tony McNamara (autore della sceneggiatura, candidato all’Oscar) affidano il messaggio dell’autodeterminazione femminile, affrontato e interpretato con estrema originalità.
Bella, infatti, da creatura di Godwin, frutto di uno dei tanti esperimenti dello scienziato, diventa una donna che sa quel che vuole, esercitando il suo libero arbitrio con decisione e quel tanto di incoscienza, di ingenuità necessaria.
La narrazione si caratterizza per toni differenti, battute e sequenze intrecciano riso, riflessione e arguzia, molta, forse eccessiva, enfasi è data alla dimensione erotica, rischiando di spostare l’attenzione dal fulcro del film, ma questi momenti rientrano nello stile provocatorio del regista, che probabilmente ha voluto così portare al parossismo il significato di quei momenti.
Povere Creature! gode, inoltre, di un cast brillante e d’élite: Emma Stone, candidata all’Oscar per questo ruolo, nonché anche produttrice del film stesso, domina le scene, in una veste anche inedita per lei finora: una prova ardita che segna, probabilmente, il passaggio ad un impegno interpretativo di un certo livello e impegno;
Mark Ruffalo, anch’egli candidato all’Oscar come Miglior attore non protagonista, offre una performance peculiare, portando il suo personaggio da un estremo all’altro.
Non si può non menzionare anche Willem Dafoe che, pur non essendo inserito nelle candidature degli Academy, ha come sempre offerto una parte unica: anzi, probabilmente la più commovente e sentimentale dell’intero film.
Le scenografie (di James Price, Shona Heath e Zsuzsa Mihalek), i costumi (di Holly Waddigton) e la colonna sonora (Jerskin Fendrix), maestranze tutte candidate all’Oscar nelle rispettive categorie, incorniciano un film visivamente stimolante, dalle suggestioni insieme esilaranti e serie, su cui il regista pone la sua firma di autore, confermando la natura di eccentrico innovatore di un immaginario tutto proprio.
E, proprio per questo, in conclusione, è forse sbagliato trovare a tutti i costi un senso all’insieme di immagini e all’ispirazione di Povere Creature!: è una storia che vive di per sé, nutrendosi della propria stessa affascinante atmosfera, alla quale chi guarda non può, in ogni caso, restare indifferente.