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Intelligenza artificiale. Un orizzonte che non fa paura se fondato sulla promozione del bene comune

La riflessione parte dal Settore Comunicazioni della Conferenza Episcopale Campana che riunisce i referenti diocesani per le comunicazioni sociali

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Un incontro dedicato al tema dell’Intelligenza Artificiale per comprenderne i vantaggi e le sfide, l’utilizzo e il valore che essa porta al mondo della scienza e della tecnica, al superamento della povertà e dello sfruttamento lavorativo, ma soprattutto le novità che sta già riservando la mondo della comunicazione; e come il Magistero della Chiesa sia stato sempre aperto ai traguardi dell’innovazione tecnologica. Questi i temi discussi nell’incontro promosso dal settore Comunicazioni Sociali della Conferenza Episcopale Campana (CEC) con il prof. Giovanni Tridente della Pontificia Università della Santa Croce presso la sede della CEC a Pompei.

Preghiera iniziale e saluto da parte del Vescovo delegato Mons. Antonio De Luca; introduzione alla riflessione a cura dell’Incaricato regionale del Settore Comunicazioni Sociali della CEC Massimo La Corte; a seguire l’intervento del relatore e il confronto con i direttori e responsabili degli Uffici Comunicazioni Sociali delle Diocesi campane presenti all’incontro: domande anche al di fuori del contestato prettamente comunicativo, suscitate dalla volontà di carpire i contenuti di una rivoluzione in atto già da qualche decennio, ma messa a disposizione della comunità globale a causa di un processo di democraticizzazione che l’informazione sull’Intelligenza artificiale ha ormai assunto.

Così com’è nei format che l’UCS regionale si è dato, al relatore di turno il tempo per raccontare genesi e aggiornamenti dell’AI: la timeline parte dal lontano 1950 e arriva ai nostri giorni ricordando nomi e “invenzioni” familiari di cui non sempre la società media ha avuto piena consapevolezza degli ulteriori sviluppi (in tanti ricorderanno i primi robot); Tridente ha poi passato in rassegna vantaggi e sfide, ponendo di contro traguardi come automazione e velocità di processi, precisione di risultati, correlazione tra dati, garanzia per la sicurezza globale, la transizione ecologica, l’abbattimento della povertà e il rischio legato al sistema di privacy e sicurezza provocati dalla diffusione di dati in rete, la discriminazione tra fasce povere e medie, l’uso improprio dell’Ai nei più svariati contesti, la deresponsabilizzazione umana rispetto a scelte compiute dall’Intelligenza artificiale, il venir meno di coesione sociale.

Maggiori paure o speranze? Come approcciare a tutto questo? Con quale atteggiamento porsi rispetto alle novità? I campi di applicazione dell’AI diventano numerosi e affollati; in questo momento storico impazza l’utilizzo di ChatGPT quale strumento di interazione tra macchine e utenti per fornire risposte, elaborazioni di dati, contenuti: ancora una volta è il lavoro a beneficiarne. Ma resta la frontiera della veridicità delle informazioni, in questo caso ancorate ai contenuti prodotti per l’AI e reperibili in rete di cui si nutre il sistema; a questo punto entra in gioco il ruolo del comunicatore, del giornalista, della creatività umana a cui è ancora data la prima e l’ultima parola su un risultato, sul peso etico di talune scelte “artificiali”, sul protagonismo – e in questo la Chiesa è chiamata ad esserci – che si vuole assumere nel macromondo di novità in cui siamo totalmente immersi.

La Chiesa, quella del Magistero, passando per diversi pontificati, non gira lo sguardo dall’altra parte ma guarda con ammirazione e interesse all’innovazione tecnologica mettendo puntualmente in guardia dal rischio di una sempre possibile disumanizzazione della società; e sceglie di parlarne e aprire dibattiti a più livelli.

Una debolezza tuttavia si riscontra nell’esperienza che Essa puntualmente affronta: quello di un qualificato utilizzo, in tempo reale, di strumenti e risorse fornite dall’innovazione tecnologica. Sul tavolo del confronto tra il relatore Tridente e i giornalisti ed operatori della comunicazione delle Diocesi campane, è rimasta la consapevolezza che la riflessione della Chiesa, talvolta in anticipo rispetto al Mondo, non corrisponde altrettanta formazione ed esperienza tra coloro che della Chiesa sono gambe, voce, braccia: il variegato universo composto da sacerdoti, operatori pastorali, seminaristi in formazione.

Fonte Conferenza Episcopale Campana

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