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Feste patronali, ad Alife cambia la musica. Comitati aperti a nuovi volti e nuovi impegni

Un "Atto di adesione" per far parte del Comitato: impegno a programmare le feste anteponendo la dimensione spirituale dell'evento religioso e rispettando piccole ma essenziale norme di buona amministrazione: è il caso di Alife, ma anche in altre parrocchie si 'riscrive' l'identità dei Comitati

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Ad Alife si rinnovano i Comitati festa di San Sisto I papa e martire patrono della città e della Diocesi di Alife-Caiazzo, dei Santi Gioacchino ed Anna, della Madonna della Grazia. Le ragioni sono spinte da una riflessione avviata qualche tempo fa dalla Diocesi di Alife-Caiazzo e che l’arrivo del vescovo Mons. Giacomo Cirulli ha confermato come esigenza pastorale e amministrativa. Un percorso complesso ma non impossibile, che ad Alife muove i primi passi: qui il parroco don Pasquale Rubino ha invitato l’intera comunità di fedeli ad una riunione per riprogrammare le attività dei Comitati aprendoli anche a nuove presenze, focalizzando l’attenzione sul valore religioso e sociale delle feste per “riscoprire la bellezza dell’incontro e della condivisione”. Dopo la riunione è stato diffuso un “Atto di adesione al comitato” (scarica) in cui gli aderenti assumono alcuni impegni come la collaborazione con la Parrocchia, la frequenza alla vita pastorale e sacramentale, il rispetto della presenza del Parroco e dei sacerdoti alla guida dei predetti comitati, la gestione trasparente e diligente delle risorse economiche…  Al momento, si registra già qualche nuova adesione.

La festa del santo patrono, un groviglio di radici nate dal seme della  fede del popolo, poi cresciute e affondate nella storia, nella memoria collettiva; e guardando ai territori a cui ci rivolgiamo, radici saldamente ancorate alle rocce di abitudini e tradizioni. Festa patronale che è anche groviglio di folti rami tesi al Cielo: le molteplici espressioni con cui le comunità festeggiano e omaggiano i loro santi svettando verso forme di religiosità e spiritualità che alimentano la vita di fede e la socialità delle comunità. Ma quante potature urgenti a quei rami ritorti verso il basso espressione di feste tendenti a dimenticare quale sia la linfa che le tiene in piedi, in favore di una mediocrità interiore che si esprime sul pensiero unico che essa sia soltanto spettacolo di luci, favorevole momento economico per il commercio locale, necessario convoglio di corpi per le strade di paese. Torniamo perciò alla linfa, alla testimonianza di fede di coloro che ci siamo scelti come protettori, e sono i numerosi Sant’Antonio, San Biagio, San Bartolomeo, San Ferdinando, Santo Stefano, San Sisto, San Vito, Santa Caterina, Sant’Anna, i Santi Cosma e Damiano con il merito a loro volta, di aver scelto come linfa per la propria vita il Vangelo di Gesù Cristo. È questa testimonianza fedele a suggerire lo stile della festa e di coloro che ne cura ogni aspetto: ai comitati è chiesto prima di tutto di essere espressione della volontà di un progetto formativo che sacerdoti e consiglio pastorale parrocchiale mettono a disposizione della crescita spirituale delle comunità, ma anche di assumere impegni morali e materiali che siano segno tangibile di un Vangelo accolto, condiviso, e testimoniato. La Diocesi di Alife-Caiazzo nel Libro del Sinodo pubblicato nel 2018 metteva nero su bianco (dopo aver condiviso in forma assembleare tali scelte) gli impegni di ogni comitato: avere al suo interno rappresentanti del Consiglio pastorale parrocchiale e del Consiglio Affari Economici, operare in maniera trasparente nella gestione della cassa (spese e offerte ricevute) e rendicontare le attività economiche, destinare una somma per un’opera di bene. Su questa proposta e rafforzando l’invito alla serietà dell’impegno per chi entra in un Comitato festa è tornato a più riprese il Vescovo Giacomo Cirulli: la prima volta interveniva nell’aprile 2022 incontrandoli nella Cattedrale di Alife:  “Le nostre feste, di cui riconosciamo il valore storico e religioso, devono diventare occasione di evangelizzazione e di incontro anche con le persone che non frequentano regolarmente le nostre parrocchie; momenti di maturazione della fede per tutti; esperienza di incontro tra la vita delle persone e quella dei santi che celebriamo come testimoni del Vangelo”; ma poi torna a parlarne con i sacerdoti e recentemente con i direttori e responsabili degli Uffici pastorali delle Diocesi di Teano-Calvi, di Alife-Caiazzo e di Sessa Aurunca in occasione della presentazione del nuovo assetto diocesano in vista dell’unificazione delle tre Chiese dell’alto casertano.

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