Un racconto diverso dagli altri perchè a farlo è direttamente il protagonista, don Peppino Diana, ucciso dalla camorra il 19 marzo 1994 a Casal di Principe, sull’altare della sua chiesa mentre si apprestava a celebrare la messa. Un dialogo tra lui, la mamma Iolanda Di Tella morta nel 2020, il padre ed altre figure simbolo della lotta alla camorra come Peppino Impastato e la mamma Felicia: nomi e racconti di chi ormai non c’è più è quello che ha immaginato l’autore del libro “Per rabbia e per amore”, Raffaele Sardo, amico di giovinezza di don Peppino e con lui testimone di numerose battaglie per la libertà dal sistema camorristico che galvanizzava e imbavagliava tanti, soprattutto le idee di numerosi giovani (e ancora ci riesce). Sardo, sarà presente Gioia Sannitica, sabato 2 marzo alle 18.30 nella Biblioteca comunale Safina dove l’intesa tra il Comitato don Peppe Diana, l’associazione Libera, le parrocchie di Gioia S., Caselle, Auduni, Curti Criscia con il Patrocinio del Comune di Gioia, ha reso possibile questo significativo momento di scambio culturale ma soprattutto di valori. In nome della legalità, della giustizia, della libertà di azione e di pensiero, dopo la morte di don Peppe Diana si sono moltiplicate iniziative destinate soprattutto alle giovani generazioni: il lavoro del Comitato don Peppe Diana continua a parlare a centinaia di studenti, ad incontrare Istituzioni, Associazioni per innestare il seme della pace, del Vangelo, del dialogo aprendosi a contatti sempre nuovi.
La storia Il libro è diviso in due parti, la prima riservata al dialogo di cui abbiamo detto sopra dove i protagonisti di un tempo riflettono su come sono andate le cose; la mamma di don Peppino racconta al figlio cosa è accaduto dopo la sua uccisione a Casal di Principe e dintorni, di come si siano evoluti i contesti: traspare il dolore della donna, la sofferenza provocata dal martirio del figlio e l’incontro con il dolore di un’altra madre, quella di Impastato, il giornalista ucciso a Cinisi dalla mafia: dal dialogo delle due donne emerge appunto la rabbia e il dolore, espressione che da’ il titolo al libro. La seconda parte del lavoro di Raffaele Sardo è una ricostruzione storica dei fatti di camorra in particolare del clan dei casalesi protagonista di uno dei momenti più efferati della lotta di camorra che tra gli anni ’80-’90 fece registrare nell’area tra San Cipriano d’Aversa e Casal di Principe il più alto tasso di omicidi in tutta Europa.
La morte di don Peppe Diana, come testimonia il libro, non ferma la voce coraggiosa di chi ancora combatte il sistema camorristico che oggi – nonostante collaboratori di giustizia e arresti – assume nuove forme di controllo dei territori e dell’economia. Si continua a raccontare il coraggio e il martirio di un uomo che nonostante la morte, resta baluardo di libertà e continua ad ispirare e suggerire che un mondo diverso è possibile.