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L’Ospedale Civile Ave Gratia Plena a rischio infarto. Sempre meno medici in corsia: quale sorte per cardiologia?

Turni di lavoro prolungati, mancate sostituzioni, tensione alle stelle e l'urgenza di assistere il bacino di utenza del territorio matesino. Allarma il prossimo pensionamento di 4 cardiologi e il futuro di Ostetricia

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Sempre più complessa la situazione di salute dell’Ospedale Civile “Ave Gratia Plena” di Piedimonte Matese: un paziente in attesa di cure urgenti, prima fra tutte una dose di dignità il cui primo beneficio sarebbe per utenti e personale sanitario, quest’ultimo ormai al collasso per il peso di lunghi turni di lavoro e mancate sostituzioni. Clima ad alta tensione per medici e infermieri a causa del crescente peso di più responsabilità che vedono sovrapporsi le urgenze di un pronto soccorso, il servizio ordinario nei reparti, le visite ambulatoriali e le “chiamate” fuori servizio anche solo per consultazioni tra colleghi.

Il problema è nelle scelte politiche ancora sorde ai bisogni delle comunità, scelte che non tutelano cittadini e lavoratori: mancano i medici, mancano gli infermieri, rarefatta ormai la disponibilità di prestazioni nelle aree interne a causa di tempi di attesa lunghissimi. E se alle attuali condizioni del nostro ospedale aggiungiamo il deficit della medicina territoriale tanto promessa ma non promossa, per i cittadini serviti dal nosocomio AGP dell’area matesina meridionale e della zona altocasertana si apre un tempo difficile.

I lavori in corso all’edificio, programmati da tempo e che oggi restituiscono una struttura ben più funzionale e confortevole, attesi da tutti, rischiano di apparire come l’abito delle cerimonie su un corpo senza anima.

Pochi giorni fa l’annuncio della chiusura del reparto di Pediatria il cui primario si è licenziato dal suo servizio per l’insostenibile carico di lavoro: al momento le cure dei neonati e dei bambini sono affidati a soli 4 medici che non possono coprire i turni di lavoro; il rischio di veder nascere sempre meno bambini per la scelta delle famiglie di avere altrove maggiori garanzie assistenziali porte con sé la concreta conseguenza che venga chiuso il reparto di Ostetricia (attualmente ancora in piedi per il solo vantaggio di essere in un’area interna). Rischi imminenti anche per la Cardiologia a causa del pensionamento di ben quattro medici in servizio nel reparto e nell’unità di terapia intensiva cardiologica : in caso di mancate sostituzioni (perché il disinteresse della Direzione generale dell’Asl Caserta viaggia su questo incalzante ritmo) significherà non poter più gestire i casi urgenti da dirottare su altre strutture, né le visite ambulatoriali già programmate per i  mesi futuri. Il reparto di Urologia, in un’area geografica dove cresce il numero della popolazione anziana, ha visto il trasferimento dei suoi medici all’Ospedale di Marcianise, lasciando al Matese le briciole di due ambulatori settimanali; la Medicina generale, reparto con una larga serie di patologie e urgenze soffre gravemente l’assenza di personale e la gestione dei posti disponibili.

Le due Unità complesse di Chirurgia ed Ortopedia dell’ospedale matesino proseguono incessanti il loro lavoro pur con le carenze di personale; nel primo caso alle prestazioni ordinarie si aggiunge da qualche mese un servizio di day surgery riservato alla piccola chirurgia in un ambiente dotato di nuovi e funzionali apparati: ma la novità in queste ore riguarda il primario Dr. Gianfausto Iarrobino (anche Dirigente sanitario) destinato come altri colleghi all’ospedale di Marcianise per due giorni a settimana. L’Ortopedia del primario Bruno Di Maggio pur di garantire il meglio di servizi e assistenza all’utenza che giunge dall’intera Campania e dal vicino Molise “specializza” le poche risorse umane a disposizione.

I servizi qualificati del reparto di Radiologia, anche grazie all’ausilio di sofisticate strumentazioni rare o assenti in altre strutture della Campania, rischiano o no l’inutilizzo? Il Pronto Soccorso, un andirivieni di ambulanze, pazienti di ogni età dal codice bianco al codice rosso è in mano a pochi infermieri e ai medici di reparto costretti a dividersi tra le corsie e il piano terra ad ogni emergenza. Non se la passa meglio il settore amministrativo: un recente concorso indetto per l’assunzione di nuovo personale ha reclutato nuova forza lavoro non per la nostra struttura territoriale.

La capacità di reinventarsi, le soluzioni ‘alla giornata’, l’energia profusa ininterrottamente non bastano più perché prima o poi anche il più bravo tra coloro che indossa il camice farà i conti con la stanchezza, la frustrazione, le mancate risposte che offendono la professione e quel giuramento che deve garantire “la difesa della vita, la tutela della salute fisica e psichica, il trattamento del dolore e il sollievo dalla sofferenza nel rispetto della dignità e libertà della persona…”

Quale disegno futuro per l’Ospedale Civile Ave Gratia Plena?
Nessuna azione politica che abbia veramente a cuore i principi costituzionali che tutelano il diritto alla salute?

Papa Francesco nel Messaggio per la Giornata Mondiale del Malato 2023 (link) esortando “alla prossimità verso i sofferenti” chiedeva al popolo di Dio, alle istituzioni sanitarie e alla società civile “un nuovo modo di avanzare insieme” spiegando come “La Parola di Dio è sempre illuminante e contemporanea. Non solo nella denuncia, ma anche nella proposta. Il Pontefice smontava ogni apparato mondano e riprendeva dal Vangelo la parabola del buon Samaritano che più di ogni altra “ci suggerisce come l’esercizio della fraternità, iniziato da un incontro a tu per tu, si possa allargare a una cura organizzata. La locanda, l’albergatore, il denaro, la promessa di tenersi informati a vicenda (cfr Lc 10,34-35): tutto questo fa pensare al ministero di sacerdoti, al lavoro di operatori sanitari e sociali, all’impegno di familiari e volontari grazie ai quali ogni giorno, in ogni parte di mondo, il bene si oppone al male”.

Ci piace pensare questa fraternità allargata ulteriormente, in cui tutti sentano il peso dei bisogni degli altri, e fra coloro che hanno una responsabilità maggiore vi sia la pratica del mutuo soccorso per il bene di chi soffre e sogna la vita.

In foto, la visita del Vescovo Giacomo Cirulli all’Ospedale Ave Gratia Plena di Piedimonte Matese in occasione della Giornata Mondiale del Malato (2024)

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