Due facce della stessa medaglia chiamata “Ospedale civile AGP”, prestazioni che si aggiungono e servizi che sono sottratti e negati al territorio e ai suoi abitanti; contraddizioni palesi sotto gli occhi di tutti: un edificio che tra non molto si presenterà totalmente rinnovato nella sua struttura (esterna ed interna) e al contempo privo di personale sanitario.
Ne abbiamo parlato con il Dr. Gianfausto Iarrobino, direttore dell’Unità Operativa Complessa di Chirurgia, prestato per esigenze aziendali anche alla Direzione sanitaria del nosocomio matesino. Lo abbiamo raggiunto sul posto, nella sala multimediale dedicata alla memoria del compianto medico Raffaele Di Robbio, uno degli ambienti recuperati all’uso di riunioni, miniconvegni, dotato di un grande schermo attraverso il quale collegarsi in diretta con le sale operatorie: uno spazio che testimonia, come altri le innovazioni di cui si sta dotando la struttura sanitaria chi si guardano con ammirazione e la soddisfazione di chi ammette “finalmente, dopo tanti anni…!”. Con il Dr. Iarrobino passiamo in rassegna i cantieri che stanno restituendo all’utenza una bella casa ma sotto la lente poniamo la carenza di personale che crea allarmi sull’efficienza futura dei servizi.
Cantiere in movimento
Terminata la fase più intensa della pandemia di Covid 19 sono entrati nel vivo i lavori programmati da tempo, in alcuni momenti rallentati da lungaggini burocratiche; si procede a blocchi restituendo progressivamente parti di edificio completamente messe a nuovo: il rifacimento delle coperture, la coibentazione della facciata e l’installazione di nuovi infissi, il nuovo impianto di ascensori e montacarichi, un rinnovato piano antincendio tra i più completi di tutta l’Asl della provincia di Caserta, aggiornati sistemi di areazione e ossigenazione, una rete wi-fi aperta pronta ad essere messa in usi; reparti rinnovati (ginecologia, oncologia…) ed altri in fase di rifacimento come quello di Chirurgia interessato da totale ristrutturazione e di cui si attende il taglio del nastro (a settembre 2023 c’è stata l’apertura della Day Surgery riservata alla microchirurgia con una sala operatoria indipendente), o il comparto sistemato in un’ala del terzo piano riservato alla gastroenterologia e colonscopia; i prossimi allestimenti riguardano anche un’area di accoglienza per medici e infermieri riservati allo spogliatoio e deposito bagagli; mentre in in ortopedia il direttore dell’Unità Operativa Complessa Dr. Di Maggio lavora all’allestimento di un mini reparto per la terapia riabilitativa.
“La novità maggiore – spiega Iarrobino – riguarderà il Pronto Soccorso per il quale procedono all’esterno dell’attuale comparto i lavori per la realizzazione della camera calda dove ambulanze ed automobili entreranno ed immediatamente usciranno dopo aver lasciato l’ammalato; all’interno gli ambienti verranno riconvertiti in sale di attesa più confortevoli per gli accompagnatori in attesa o gli stessi pazienti”. “Inoltre, spiega con soddisfazione il medico, il PS avrà in dotazione la TAC attualmente in uso al reparto di Radiologia che sarà aggiornata dei suoi software, ed essere di supporto alle prime diagnosi. In Radiologia, invece, siamo pronti ad accogliere un nuovo strumento diagnostico tra i più sofisticati, capace di leggere anche profonde neoplasie”.
Tra i progetti futuri, da pianificare al meglio anche un nuovo parcheggio e un attrezzato eliporto.
Il cantiere allestito dentro e fuori l’ospedale, seppur rechi disagi all’utenza, sembrerebbe la premessa di quel futuro che i cittadini attendono ormai da tempo a fronte di una struttura divenuta decadente. Un cantiere fatto di impalcature, martelli pneumatici, tubature, ma anche di idee perché chi accede a questo complesso trovi qualificati e pronti servizi: “Siamo l’Ospedale che in 15 giorni garantisce l’immediato passaggio dall’esame diagnostico alla rimozione della neoplasia per quel che riguarda il tumore del colon retto”, spiega Iarrobino, mostrando la lunga lista di pazienti già operati e in attesa di interventi nelle prossime settimane che affluiscono soprattutto dall’area casertana: “Scelgono di venire qui a Piedimonte Matese perchè garantiti da tempestività e assistenza sanitaria, dalla consapevolezza dell’utilizzo di sale operatorie di ultima generazione e di interventi poco invasivi capaci di garantire un più repentino recupero psicofisico” a questo dato il medico aggiunge anche la notizia che l’Ospedale di Piedimonte Matese è stato confermato nella rete GOM (Gruppi Oncologici Multidisciplinari) della provincia di Caserta insieme all’Ospedale di Aversa. I numeri attestano anche un significativo primato provinciale di Ortopedia sempre al confronto con l’imponente struttura aversana.
Denunciare ciò che non va, denunciare i diritti negati, ma poter dire anche il pregio e la forza dell’Ospedale AGP di Piedimonte Matese: lo facciamo da queste pagine per supportare il lavoro del personale; per suscitare nell’utenza la fiducia; per spingere la politica a sostenere l’Ospedale e coloro che vi lavorano per interminabili ore o quanti vi accedono quotidianamente in cerca di salute e di speranza: l’obiettivo da centrare è quello di un’alleanza contro ogni malattia, di un impegno comune per la salute dei cittadini e perché ad essi sia garantito l’accesso alle cure così come sancito dalla Costituzione italiana; e perché di ogni uomo o donna, e dei poveri in particolare, sia rispettata la dignità di essere vivente garantendone il benessere che presupposto ad ogni pieno e completo inserimento nella società.
“Un cantiere di calcestruzzi e un cantiere di idee, non senza il rischio concreto come abbiamo già segnalato, che siano sempre meno i pazienti in cura a Piedimonte Matese a causa del rischio concreto di non aver più medici a disposizione”, ne parla con piena consapevolezza il Dr. Gianfausto Iarrobino evidenziando “lo stato di frustrazione dei colleghi costretti al doppio turno, costretti a dividersi tra il Pronto Soccorso e le corsie dei reparti; impediti spesso della loro primaria vocazione perchè prestati al Pronto Soccorso e non alla sala operatoria come nel caso dei chirurghi. Penso ai colleghi della Medicina generale su cui gravano ripetute richieste di assistenza e di responsabilità gravi…”. Conferma lo stato di emergenza che abbiamo già segnalato in una precedente pubblicazione (clicca) citando i rischi che corre la Cardiologia per il prossimo pensionamento di quattro medici; il rischio di chiusura di Pediatria e Ostetricia; il danno arrecato al territorio dalla chiusura di Urologia un tempo fiore all’occhiello della struttura matesina. “I concorsi per il reclutamento di personale medico, svolti a livello regionale, condizionano le scelte dei dottori su strutture più facilmente raggiungibili – e Piedimonte Matese è territorialmente più marginale – e più appetibili per una possibilità di carriera e crescita professionale”. Un dato quest’ultimo che lo stesso Iarrobino smentisce perché “qui a Piedimonte – sempre citando le unità complesse di Chirurgia e Ortopedia – lavoriamo secondo standard di alto livello come testimoniano le positive e ripetute recensioni che raccogliamo dall’utenza e da colleghi che conoscono il nostro lavoro”.
Senza la presenza di personale medico si corre il rischio di una giustificata chiusura; ma non giustificata è la logica aziendale che ha arrecato questa ferita al Matese e alla dignità dei cittadini delle zone montuose. Senza la presenza di medici sempre più cittadini saranno liberi di scegliere altre strutture, quasi sempre private che oggi a buon mercato – per il sostegno di quella stessa Politica che giura sulla Costituzione Italiana (vedi il diritto alla salute!) offrono assistenza e cure di eccellente livello contando su un fruttuoso sistema di gestione delle risorse. Pesanti prospettive all’orizzonte se si pensa che la Campania, nonostante la sua densità abitativa è quella che in ambito sanitario riceva dal Governo centrale una “quota capitaria” inferiore rispetto alla media nazionale; e se in aggiunta si pensa anche che la risorsa maggiore dei fondi proviene dal fondo perequativo a cui partecipano le Regioni italiane (soprattutto quelle del Nord), che ne sarà della sanità locale di fronte ad un possibile piano di autonomia differenziata?
Puntare ad incentivare le trasferte dei medici campani verso il Matese, a scegliere il lontano nosocomio matesino, a lavorare in loco al fianco di colleghi che hanno scelto di restare condividendo il piacere di una missione e di un sistema relazionale medico-paziente che in contesti come quello locale spesso favorisce l’analisi del paziente e la sua cura.
Il Dr. Iarrobino è consapevole come tanti colleghi “del rischio concreto di realizzare un contenitore destinato a rimanere vuoto”: alla soddisfazione per i progetti strutturali e quelli sanitari che si stanno portando avanti si affianca un doloroso conto alla rovescia con il rischio che un altro reparto annunci la chiusura. “Se la politica locale vuole bene all’Ospedale e quindi al territorio deve unire le forze a quelle del personale sanitario per poter parlare all’unanimità, portando sui tavoli che contano proposte di miglioramento che tengano conto di quello che stiamo vivendo dall’interno di queste mura”.
Muoversi in cordata, senza personalismi, senza individualismi: chiudiamo così in attesa di positive novità.