Lunedì 25 marzo nella chiesa dell’Annunziata a Sessa Aurunca alle 19.00 andrà in scena “Passione di Maria”, dramma sacro in due atti scritto dal vescovo Mons. Giacomo Cirulli, interpretato dalla compagnia Teatro Aurunkatelier – Gruppo Ricerca ’75, consolidata esperienza teatrale con numerose e attestate prestazioni artistiche. La città sessana che si appresta a vivere i tradizionali riti della Passione di Cristo in cui si fondono pietà popolare e folklore in un susseguirsi di eventi fino al sabato santo, inserisce tra gli eventi anche questa sacra rappresentazione (la locandina).
Il testo del dramma che andrà in scena attinge ai Vangeli, fondendo la narrazione di alcuni episodi della vita di Cristo – quelli che agli occhi e alla fede del popolo lo consacrano il Messia – e la creatività dell’autore che affida agli interpreti (discepoli ed amici di Cristo) suggestioni, stati d’animo, domande di senso, paure e speranze alla vigilia di una morte annunciata.
I contenuti Protagonista è la Madre di Gesù, Maria, quanto mai attuale, quanto mai vicina al cuore e ai sentimenti di ogni madre innamorata del proprio figlio e sfigurata nell’animo dal dolore che la tocca ancor prima di essere sotto la croce. La lode a Dio per averla fatta madre del Figlio prediletto si incrocia con la richiesta di sottrarlo al dolore che lo attende e alla morte: i dialoghi e i monologhi di Maria ci restituiscono un’immagine fluttuante tra il mondo e il Cielo; Maria trasuda umanità e divino chiedendo la grazia di avere il Figlio salvato e la grazia di essere perdonata per questo atto di ribellione a Dio che la costringe a chiedere una sorte diversa per il figlio. Sembrano echeggiare in anticipo le parole che poi pronuncerà Gesù l’attimo prima di essere arrestato rivelando che lo spirito è pronto ma la carne è debole.
La genesi L’opera nasce dal cuore e dalla mente di Mons. Cirulli nel 1990, allora parroco nella Diocesi di Cerignola-Ascoli Satriano, in particolare nelle comunità di Cerignola ed Orta Nova dove il culto per la Vergine Addolorata è particolarmente sentito e vive attraverso numerose manifestazioni, devozioni, rappresentazioni sceniche e plastiche divenute nel corso del tempo parte integrante degli usi popolari. La decisione di arrivare ad una scrittura teatrale si inserisce nelle proposte pastorali che l’allora parroco don Giacomo Cirulli offriva alle sue comunità come meditazione e preghiera nel tempo di quaresima. Il dramma era messo in scena ogni tre anni da gruppi di fedeli e diventava esperienza di condivisione e confronto. La riflessione è sull’atteggiamento contemplativo di Maria davanti alla Croce del Figlio: è in quella scena che la fede mette in fuga ogni precedente “bestemmia” verso Dio, frutto di una umanità che naturalmente rifiuta il dolore; è davanti al Figlio sfregiato che la Madre ne riconosce la regalità scaturita da una morte, libera, per amore. Contemplare il dolore del suo corpo, ascoltare le sue ultime preghiere, accogliere da lui il mandato di essere nuovamente madre non segna la fine ma l’inizio della vita nuova, su cui, di lì a poco il Padre metterà il sigillo della Risurrezione. Maria conosce la speranza e ne diventa il simbolo.
Il messaggio Il percorso interiore della Madre che si snoda nell’opera teatrale, trae forza dal filo che la lega a Dio mediante il costante ascolto della sua Parola; esso è proposto al pubblico come esperienza di apertura al dialogo con il Padre, chiedendo anche nella debolezza, di essere sanati dalla sua tenerezza e misericordia.
Compagnia stabile Teatro Aurunkatelier – Gruppo Ricerca ’75. Curriculum