Home Attualità Giornata Mondiale dell’Acqua. Amiamo le fonti del Matese

Giornata Mondiale dell’Acqua. Amiamo le fonti del Matese

Bilancio sul dramma delle popolazioni private dell'uso di acqua e di acqua potabile; siccità sempre più prolungata; fonti di casa nostra - nel Matese - abbondanti ma da tutelare

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Si celebra oggi la Giornata Mondiale dell’Acqua “multo utile et humile et pretiosa et casta” nei versi del Cantico delle Creature di Francesco d’Assisi. Pura e necessaria le virtù che il il frate le attribuiva pensandola dono di Dio per gli uomini e per la terra. Una considerazione che si è fatta strada e ha trovato puntualmente spazi di riflessione fino alle lotte per il diritto all’acqua ancora negato in alcuni paesi del mondo, o il diritto all’acqua potabile come bene pubblico anche nei paesi occidentali. La giornata di oggi, puntualmente celebrata con ogni richiamo al suo valore, si accompagna ad un dato  allarmante in tutto il mondo e in Italia: il fenomeno sempre più prolungato della siccità globale, o quello del surriscaldamento globale che provoca temporali improvvisi e abbondanti che il terreno arido non riesce ad assorbire e far penetrare nel sottosuolo.

Sono due le riflessioni che in questa giornata si impongono tra le tante: una socio-umanitaria e l’altra politico-economica. La prima è segnalata dall’Unicef che denuncia la morte quotidiana di oltre 1.000 bambini sotto i 5 anni a causa di malattie legate ad acqua e servizi igienici inadeguati causando un totale di oltre 1,4 milioni di decesso all’anno. Un lungo elenco di dati per ricordare non solo l’importanza dell’acqua e i gravi danni per chi non ne ha ma soprattutto segnalare la disparità tra paesi ricchi e paesi poveri nell’utilizzo di tale bene. A livello mondiale quasi 1 miliardo di bambini (953 milioni) sono esposti a livelli alti o estremamente alti di stress idrico; in Italia il dato attestato nel 2022 è stato di 298 mila i bambini. Nel mondo 240 milioni di bambini sono fortemente esposti al rischio di inondazioni costiere e 330 milioni di bambini sono altamente esposti alle inondazioni fluviali. Una persona su 4 nel mondo non dispone di acqua potabile gestita in modo sicuro, mentre , 2 persone su 5 non hanno ancora impianti igienici (bagni) gestiti in modo sicuro e 1 su 4 non ha impianti idrici (strutture per lavarsi le mani) di base.

La riflessione politico-economica invece tocca più da vicino il nostro paese “Italia”, non senza il rischio che presto anche il Matese e le sue vene donino meno abbondanza d’acqua alle campagne sottostanti. Il caso è seguito da Coldiretti, la più grande associazione italiana di agricoltori e allevatori e riguarda la perdita di acqua piovana che subisce ogni anno il nostro Paese, tanto da essere arrivati ad una percentuale dell’89%: “serve subito una rete di piccoli invasi diffusi sul territorio, senza uso di cemento e in equilibrio con i territori, per conservare l’acqua e distribuirla quando serve ai cittadini, all’industria e all’agricoltura, con una ricaduta importante sull’ambiente e sull’occupazione”, è l’appello che Coldiretti lancia in questa giornata tornado a bussare alla porta del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini sul cui tavolo è stato depositato il progetto per la realizzazione di piccoli invasi a ‘zero’ impatto ambientale. ). I laghetti sarebbero realizzati senza cemento, con pietra locale e con le stesse terre di scavo con cui sono stati preparati, per raccogliere l’acqua piovana e utilizzarla in caso di necessità. L’obiettivo è arrivare a raccogliere il 50% dell’acqua piovana che potrebbe essere utilizzata per una molteplicità di altri utilizzi, riducendo il prelievo di quella potabile. Ammontano a 300 miliardi i litri di acqua che cadono sulla penisola in un anno, ma pochi di questi sono raccolti e riutilizzati, con il rischio di più prolungate settimane di siccità nelle campagne e difficoltà per le serre e il lavoro agricolo in generale considerando la vocazione del Paese, da nord a sud, quale produttore eccellente di frutta, verdura, ortaggi e prodotti derivanti dalla trasformazione delle materie prime, nonché la vita degli allevamenti e dei prodotti da essi derivanti.

Ma torniamo a casa nostra per restare in tema di ‘acqua’, al dispendio eccessivo, senza aver cura dei risparmi, che avviene in tutte le case, alle perdite visibili ed invisibili delle reti idriche dei comuni, alla dispersione di quella potabile, all’inquinamento di quella che scorre lungo corsi naturali e canali artificiali correndo verso il fiume Volturno. Suscita più ammirazione e stupore, ma non adeguato rispetto questo bene depositato nel cuore di un monte (il Matese) che ci sta alle spalle, e che un giorno potrebbe presentarci il conto del nostro poco rispettoso comportamento.

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