Un abbraccio collettivo in San Pietro questa mattina per la festa nazionale dell’Azione Cattolica alla vigilia dell’Assemblea Nazionale elettiva in programma da stasera a domenica 28 aprile a Sacrofano. La grande Piazza ha accolto gli 80mila – tra bambini, giovani, adulti e adultissmi – provenienti da tutta Italia; e loro hanno abbracciato Papa Francesco e da lui ricevuto altrettanto attraverso le parole di stima e di incoraggiamento che ha rivolto all’Associazione; e poi l’abbraccio dell’Ac all’Italia in questo 25 aprile nel ricordo di quanti si sono spesi per il bene del Paese nel processo di costruzione della democrazia e della libertà contro il fascismo. Un abbraccio esteso al mondo intero nel ricordo di quanti soffrono a causa della guerra.
Da città e paesi sono partiti già ieri per essere a Roma e così anche dalle Diocesi dell’alto casertano Teano-Calvi, Alife-Caiazzo e Sessa Aurunca. Giornate di cui non senti la fatica se non al termine; momenti in cui non conta la sveglia prima del previsto ma solo esserci e condividere un modo unico di essere credenti e cittadini, di essere accanto alla Chiesa e a Pietro, di essere nel Paese-Italia presenza che si distingue per l’attenzione, l’ascolto, lo stile dell’impegno quotidiano e la passione cattolica che tutto permea delle giornate.
Da Papa Francesco all’AC
Dai grandi parcheggi di Roma a Piazza San Pietro fin dalle prime luci dell’alba è stato facile incontrare carovane con bandiere, cappelli e zaini con i colori giallo-blu; poi per tutti loro lo spazio comune in San Pietro in attesa di Papa Francesco con canti, musica e la performance artistica di Neri Marcorè. Dopo il giro di saluti in papamobile, Francesco ha preso la parola e giocando con lo slogan di questa giornata “A braccia aperte” ha parlato di abbracci e di come accogliere ed essere accolti sia il presupposto per costruire la pace, ovunque: l’abbraccio dei genitori verso i figli, l’abbraccio di Dio all’uomo, “L’abbraccio è una delle espressioni più spontanee dell’esperienza umana”, poi si è chiesto ed ha chiesto “Cosa sarebbe la nostra vita, e come potrebbe realizzarsi la missione della Chiesa senza questi abbracci?”. Un passaggio all’attualità: “All’origine delle guerre ci sono spesso abbracci mancati o rifiutati, a cui seguono pregiudizi, incomprensioni e sospetti, fino a vedere nell’altro un nemico”; “Lo slancio che oggi esprimete in modo così festoso non è sempre accolto con favore nel nostro mondo (…) a volte incontra chiusure e resistenze, per cui le braccia si irrigidiscono e le mani si serrano minacciose, divenendo non più veicoli di fraternità, ma di rifiuto e contrapposizione, anche violenta, di diffidenza nei confronti degli altri, vicini e lontani, fino a portare al conflitto”. Ha poi aggiunto, “Con la vostra presenza e con il vostro lavoro, invece, voi potete testimoniare a tutti che la via dell’abbraccio è la via della vita”. Ha poi concluso esortando tutta l’Ac ad “essere atleti e portabandiera di sinodalità, nelle diocesi e nelle parrocchie di cui fate parte, per una piena attuazione del cammino fino ad oggi compiuto”. Ma nelle parole del Santo Padre anche un riferimento alla storia dell’AC e all’identità di ogni suo membro: “Amici, voi sarete tanto più presenza di Cristo quanto più saprete stringere a voi e sorreggere ogni fratello bisognoso con braccia misericordiose e compassionevoli, da laici impegnati nelle vicende del mondo e della storia, ricchi di una grande tradizione, formati e competenti in ciò che riguarda le vostre responsabilità, e al tempo stesso umili e ferventi nella vita dello spirito”.
Grazie AC. Le testimonianze dalla Piazza
Bandiere al vento, espressione di festa e di normalità che lentamente dopo i fatti del Covid riprendono quota e ridanno slancio al laicato cattolico fortemente appesantito e frenato da quanto accaduto. Non a caso il commento di Giovanni dell’Ac di Alife, “è stato bello ritornare, dopo anni, a riunirci in Piazza San Pietro, “abbracciarci”, cantare tutti insieme e – citando il Papa – sentirci portabandiera di sinodalità”.
“L’Ac è nel cuore di tanti, l’Ac sta a cuore a Papa Francesco e questo ci incoraggia a camminare nelle nostre comunità secondo il modello di tanti laici che ci hanno preceduti e si sono spesi per la Chiese e le comunità”, commenta Maria Grazia di Raviscanina.
Grazie AC per quello che porti nella nostra vita! Le parole di Cinzia di San Potito Sannitico al termine dell’incontro in Piazza San Pietro; “Grazie Chiesa per aver compreso e condiviso i nostri sogni e alimentate le nostre speranze”.
Le ultime parole di Papa Francesco sono state un invito ad abbracciarsi tutti in Piazza, “è stato bello, spiega Domenico di Piana di Monte Verna, “perchè la Chiesa è comunità ed è scambio di esperienze, come ci hanno confermato le testimonianze di stamattina dal sagrato di San Pietro: ancora una volta abbiamo tratto nuove motivazioni nell’ascolto di chi come noi ogni giorno lavora per servire il Vangelo secondo lo stile di AC: presenza e testimonianza nella società”.