Un palazzo della diocesi in un quartiere centrale di Cassano all’Ionio, comune calabrese di circa 17mila abitanti in provincia di Cosenza, diventa uno strumento per costruire il futuro di bambini e adolescenti, provenienti da famiglie in stato di fragilità economica e sociale. Il progetto “L’appetito vien studiando”, attivato grazie al contributo dei fondi dell’8xmille alla Chiesa cattolica, in sinergia con l’équipe del progetto socio-educativo per minori della Caritas diocesana, offre uno spazio di studio, formazione e aggregazione ai tanti giovani che abitano il centro storico della città e che rischiano di finire nelle maglie della criminalità organizzata. È un cantiere educativo sempre aperto, in continua evoluzione, che cerca di reinventarsi indirizzando la sua attenzione alle necessità e alle varie emergenze che man mano affiorano nel contesto di riferimento.
“Abbiamo avvertito la necessità – sottolinea don Mario Marino, direttore della Caritas diocesana – di promuovere un cambiamento. Per questo abbiamo deciso di scendere in campo con il nostro impegno, la nostra determinazione e soprattutto con il nostro coraggio. Non possiamo più permetterci di delegare. Noi per primi dobbiamo essere disposti a lavorare affinché la bellezza, di cui siamo circondati e che troppo spesso osserviamo con occhi carichi di pregiudizi e di rassegnazione, venga in qualche modo tutelata e difesa”.
All’interno del centro socio-educativo, i ragazzi, grazie al lavoro di educatori, operatori e istruttori, crescono insieme, studiano e si formano attraverso doposcuola, laboratori e attività sportive, in un luogo sicuro e lontano dalle tentazioni della malavita, sempre più diffusa nel cuore della città.
“Uno degli obiettivi primari de ‘L’appetito vien studiando’ – spiega Angela Marino, responsabile del progetto – è quello di educare i minori al riconoscimento, all’accettazione, al rispetto e all’individuazione delle esigenze di tutti, di chi ha bisogni differenti dai propri e si trova a vivere una condizione diversa. Realizzata in collaborazione con le parrocchie del centro storico, l’iniziativa si basa, come suggerisce il titolo, su due momenti fondamentali: l’appetito, ossia la mensa, e il doposcuola con le attività laboratoriali. In questo modo cerchiamo di supportare i giovani nel quotidiano spingendoli al raggiungimento dei loro obiettivi”.
Sono una quarantina i ragazzi coinvolti annualmente nel progetto che vengono così recuperati dalla strada ed estromessi dai pericolosi circuiti malavitosi attraverso un’accoglienza e accompagnamento lungo tutto l’arco della scuola primaria e secondaria di primo grado. I bambini e i ragazzi, dai 6 ai 14 anni, vengono guidati e indirizzati a restare nel solco di una vita sana e operosa, da proseguire secondo i principi cristiani e, quindi, nel pieno rispetto del vivere civile. “Il progetto, voluto dalla diocesi, è destinato a minori a rischio di dispersione scolastica – sottolinea Silvia Cirigliano, psicologa del progetto – che provengono da situazioni familiari, sociali ed economiche svantaggiate. Ci troviamo di fronte a bambini con bassa autostima e che manifestano difficoltà emotive e socio-relazionali”.
Il progetto è ormai operativo dal 2016 e, nel corso di questi anni, si è consolidato come un avamposto di legalità e di formazione, un esempio di welfare innovativo, grazie anche al team di esperti della Caritas diocesana. Si parte infatti dall’appetito, cioè dal servizio mensa attivo in tutti i giorni feriali, e si prosegue con le attività di doposcuola e con le iniziative laboratoriali che, tramite degli spunti ludici, didattici e ricreativi, cercano di spingere i ragazzi a coltivare le proprie passioni, che magari un giorno potrebbero concretizzarsi in una professione. “Il servizio mensa rappresenta per molti bambini l’opportunità di consumare l’unico pasto nutriente della giornata. Al sostegno scolastico – aggiunge la responsabile – seguono le attività laboratoriali. Si alternano diversi maestri, i quali hanno il compito di accompagnare i ragazzi alla scoperta dei loro talenti. Pensiamo che meritino di avere educatori che li sostengano nel loro percorso per aiutarli a realizzare quello che il loro cuore merita”.
I minori acquisiscono gradualmente un metodo di studio autonomo e familiarizzano con le proprie inclinazioni. I risultati si concretizzano nella testimonianza dei beneficiari del servizio. Ci sono ragazzi che dicono di avere difficoltà a gestire in autonomia i compiti a casa: senza il centro sarebbe veramente complicato far fronte a questa esigenza. Altri ancora esaltano le attività laboratoriali perché gli consentono di usufruire di attività sportive che non potrebbero svolgere altrove nel pomeriggio anche per mancanza di possibilità economiche.
Il progetto, sin dall’inizio, ha indirizzato i suoi sforzi, inoltre, verso la costruzione di una rete solida di collaborazione e di dialogo con le istituzioni scolastiche, i servizi sociali, le parrocchie, il comune, i medici e i pediatri.
L’azione educativa viene potenziata anche dal “Centro per le famiglie” che è un solido spazio di ascolto, di orientamento, di confronto e di sostegno. Qui una squadra di professionisti garantisce, a titolo gratuito, supporto psicologico, consulenza pedagogica, progettazione e verifica di interventi in campo educativo e formativo rivolti al nucleo familiare.
La mamma di due bambini che attualmente possono apprezzare l’utilità del centro aggiunge: “Mi auguro che questo progetto non chiuda mai e che non cambino le persone che ci sono. Io sono ripartita grazie a loro, qui ho trovato persone che mi ascoltano e, poi, una casa e una famiglia”. Un’iniziativa che si traduce in supporto e sostegno concreto per superare il disagio, promuovendo l’inclusione. “Se venisse a mancare il progetto – conclude Angela Marino – sarebbe una vera sconfitta per questo territorio”.
Fondi 8xmille Chiesa cattolica | I numeri del progetto |
150.000 euro nel 2023
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40 minori accolti dai 6 ai 13 anni |
35 nuclei familiari accompagnati e aiutati | |
10 laboratori attivi | |
10 educatori e animatori | |
2 cuoche | |
20 volontari |
Fonte: Comunicato 8xMille