“Mi ami?” La risposta non è per l’oggi ma per tutta la vita; quel “sì” assume declinazioni future a partire da subito, nel giorno dopo giorno dedicato al Vangelo.
È la domanda di Gesù a Pietro e il conseguente impegno “pasci le mie pecore” nel Vangelo proclamato il 1 maggio nella Cattedrale di Teano in occasione dell’ordinazione di quattro nuovi presbiteri; è la domanda che il vescovo Giacomo Cirulli ha rivolto a Carlo Pio Bernieri, Rodolfo Fumante, Davide Russo, Domenico Papa davanti all’assemblea di fedeli, ai presbiteri delle Diocesi di Teano-Calvi, di Alife-Caiazzo e di Sessa Aurunca lì presenti per la Celebrazione, una di quelle che riunisce ormai per consolidata scelta pastorale le tre Chiese dell’alto casertano unite in persona episcopi.
Un impegno, la risposta sincera alla domanda di amore e fedeltà che chiede Cristo da spendere in tre dimensioni, come ha indicato il Vescovo: “la relazione con il gregge nell’ascolto e nella cura dei fratelli; la relazione con la Chiesa e quella intima con Cristo racchiuse nell’unica relazione con Dio”.
Presente alla Celebrazione il vescovo mons. Franco Beneduce, ausiliare di Napoli, già rettore del Pontificio Seminario Interregionale di Posillipo, testimone del percorso di formazione e discernimento vissuto dai neo sacerdoti: “del loro crescere e camminare insieme ho riconosciuto, con gratitudine, il profondo legame con l’Eucaristia e con Maria: di questa ricchezza fatene dono alla Chiesa”: da parte dei Vescovi, l’invito a non trattenere a ma vivere la comunione nel servizio al Vangelo.
“Signore, fa’ che possiamo essere degni di ricevere questo dono, e perdonaci quando siamo distratti e incapaci di vedere quello che Tu fai per noi”: nell’omelia di mons. Cirulli anche la preghiera, e l’invito rivolto a tutti, a riconoscere il “grande dono di misericordia che il Signore fa alle nostre Chiese”: il dono del sacerdozio, nelle parole del Vescovo, come linfa che vivifica la Chiesa e il mondo, segno di speranza e di presenza di Cristo in mezzo agli uomini attraverso i segni dei sacramenti. Ad esso, ha aggiunto il Pastore “siamo chiamati a rispondere consapevoli delle responsabilità che ci sono affidate ma anche delle fragilità che portiamo e che ci accompagnano per tutta la vita”. Un nuovo invito a non trattenere nulla per se stessi, ma “con il cuore tutto donato, sempre alla scuola di Gesù, per pascere il gregge santo di Dio e portarlo alla salvezza”.
Al termine dell’omelia la liturgia dell’ordinazione è proseguita con i riti – preghiere e segni – che in questa circostanza conferiscono all’ordinando il secondo grado dell’ordine sacro, il presbiterato: gli impegni degli eletti in cui il ‘sì, lo voglio‘ è ripetuto più volte alle domande in cui il Vescovo chiede impegno per il Vangelo; l’impegno della preghiera; l’intima unione con Cristo; e in ultimo l’obbedienza ai Vescovi… Le litanie dei Santi, mentre gli ordinandi si prostrano a terra, esprimono l’invocazione della Chiesa celeste. Successivamente il rito dell’imposizione delle mani da parte del Vescovo e dei sacerdoti presenti; poi la lunga preghiera di ordinazione «Dona, Padre onnipotente, a questi tuoi figli la dignità del presbiterato. Rinnova in loro l’effusione del tuo Spirito di santità..».
A seguire i riti esplicativi che esprimono e completano in maniera simbolica il mistero che si è compiuto: la vestizione degli abiti sacerdotali, l’unzione delle mani con il sacro crisma; la consegna del pane e del vino, l’abbraccio di pace con il vescovo e con gli altri presbiteri.
Al termine della messa, prima della benedizione, il Vescovo ha ringraziato i presenti: le famiglie dei nuovi sacerdoti, l’Associazione in cui si sono formati, le parrocchie in cui da diaconi hanno svolto il loro ministero pastorale; il servizio liturgico, i seminaristi presenti.