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Bravi, cioè coraggiosi. La tutela della Costituzione e della democrazia passa da noi

Il presidente della Repubblica mette in guardia dal rischio di concepire la Costituzione come un catalogo di parole che si possono aggiungere o togliere per assecondare il sentire del momento

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Paolo Bustaffa – C’è nel nostro Paese quasi una rincorsa per tentare di inserire nella Costituzione temi particolari pensando forse di migliorarla ma di fatto trasformandola in un “album di argomenti” e “riducendone il significato e il ruolo”.
Alcuni esempi: un cantautore chiede di inserire nel testo costituzionale la tutela della musica pop, uno chef chiede l’inserimento della tradizione culinaria, qualcuno suggerisce di aggiungere all’art.32 che la Repubblica garantisce la sana alimentazione del cittadino e qualcun altro vorrebbe inserire la parola “mare”, varie organizzazioni chiedono di citare lo sport piuttosto che il Made in Italy.
Ancora una volta è il presidente della Repubblica a prendere la parola mettendo in guardia dal rischio di concepire la Costituzione come un catalogo di parole che si possono aggiungere o togliere per assecondare il sentire del momento. Il 9 maggio nell’intervento in videocollegamento alla “Milano Civil week”, la settimana dell’impegno civico il cui titolo era “La Costituzione siamo noi”, Sergio Mattarella ha rivolto l’invito alla serietà e alla responsabilità a fronte di strane richieste di modifica o integrazione.
“In generale – ha affermato il Presidente – desidero far notare che la nostra Costituzione è stata scritta, con grande saggezza e con altrettanta perizia, con norme capaci di essere applicate persino a oggetti allora sconosciuti e capaci di regolare situazioni allora imprevedibili, che inevitabilmente intervengono nel corso del tempo”.
Nella Costituzione non sono ignorati i temi, i problemi, le sfide e le attese di oggi e per scoprire questa dimensione “profetica” occorre uno studio serio del testo e del percorso culturale e politico compiuto per renderla efficace nelle diverse stagioni della storia. Solo così si arriva a prendere coscienza che quello costituzionale non è un testo coperto o disposto a lasciarsi coprire dalla polvere del tempo ma è un testo che ascolta il tempo, che parla al tempo.
Occorre far tacere almeno dentro sé stessi il frastuono della propaganda politica e fare spazio all’ascolto di quanto la Costituzione dice alla vigilia delle lezioni europee dell’8 e del 9 giugno, ad esempio con l’art. 11 dedicato alla pace, alla giustizia e alle limitazioni di sovranità per raggiungere entrambe.
“La Costituzione – scriveva il costituente Piero Calamandrei parlando agli studenti di Milano nel 1955 – perché si muova, bisogna metterci dentro l’impegno, lo spirito, la volontà di mantenere queste promesse, la propria responsabilità.”
Sergio Mattarella nei 2024 rilancia l’appello rivolgendosi ai giovani riuniti a Milano alla settimana dell’impegno civico incoraggiandoli ad essere bravi cittadini e specificando che “l’aggettivo bravo – che viene dal latino – significa anche coraggioso”.
“La democrazia – ha puntualizzato il presidente della Repubblica con lo sguardo rivolto al Paese e inevitabilmente all’Europa – deve essere continuamente inverata mediante comportamenti conformi alla Costituzione e da questa ispirati e questo compito è affidato a ciascuna generazione che ne è protagonista”.
Come non leggere un forte richiamo al voto per il rinnovo del Parlamento europeo?

Fonte SIR

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