“Gentile, ma neanche troppo, Governatore Vincenzo De Luca, chi “osa” scriverLe e’ un piccolo e forse per Lei insignificante rappresentante politico, in quanto semplice Sindaco di un paesino della nostra Campania, ormai all’epilogo del suo primo mandato elettorale, animato come sono sempre stato dalla passione verso l’impegno civile e dal rispetto verso il mio Paese”. Inizia così la lettera a firma di Damiano De Rosa sindaco di Prata Sannita, pubblicata questa mattina sulle pagine del quotidiano Roma.
L’esigenza nasce dalle parole e dagli effetti che esse hanno prodotto, del presidente della Campania nei confronti di don Maurizio Patriciello, prete anticamorra impegnato da sempre nella lotta contro i clan, nel recupero sociale e culturale di bambini, giovani e adulti a Caiavano nota piazza di spaccio e cellula prolifica di illegali azioni contro lo Stato e i cittadini. De Rosa, chiama in causa l’urgenza del garbo istituzionale e del rispetto dovuto ad ogni interlocutore e fa riferimento alla sua esperienza alla guida di un piccolo centro, il che non vuole dire meno impegno, meno educazione, meno riconoscimento dei ruoli. “Nei cinque anni di questa bellissima esperienza che mi ha portato a diretto contatto con i cittadini nella piccola Comunità che mi ha scelto, ho imparato ed apprezzato, tra le tante cose, il “garbo istituzionale” che parte dall’educazione civica ricevuta nei banchi di scuola e finisce in taluni casi in approfondimenti necessari, a mio avviso, per chi si appresti ad avere un ruolo politico, perché l’educazione è innanzitutto rispetto verso tutta la collettività anche attraverso tutti i suoi rappresentanti”
Prima di entrare nel vivo del suo disappunto e nella richiesta di pubbliche scuse le parole di De Rosa coinvolgono e appassionano, qualunque lettore, fuori da posizioni politiche, ai doveri dell’amministratore e all’educazione civica che è alla base di ogni sano dibattito utile a costruire una società sana. “Orbene reputo che il “garbo” sia una declinazione naturale dell’educazione civica alla quale tutte le Istituzioni degne di questo nome, grandi o piccole che siano, dovrebbero ispirare ogni loro comportamento, ogni loro ponderata esternazione”, continua il sindaco . “Ho appreso nella mia modestissima esperienza politica che “l’abito” fatto di rispetto, compostezza, correttezza anche e soprattutto terminologica, che chiunque abbia l’onore e l’onere di rappresentare una comunità, una provincia, un territorio, un ente pubblico, dovrebbe conoscere e soprattutto rispettare fa la differenza apprezzabile da tutti. Chi è investito democraticamente di un ruolo rappresentativo assume (deve assumere) sempre e consequenzialmente una posizione di garanzia verso tutta la società civile, di rigore morale, di equilibrio, di rispetto anche e soprattutto delle minoranze e di chi la pensa diversamente”.
Damiano De Rosa non sarà ricandidato a Prata Sannita per il voto Amministrativo dell’8 e 9 giugno; nel Matese il suo diretto impegno politico si concluderà tra non molto, ma porta con sé l’esperienza vissuta in cinque anni: “Ho imparato, in questi cinque anni di mandato elettorale, che devono inoltre essere rispettate sempre e comunque, le altre istituzioni rappresentative ed i ruoli rivestiti anche da formazioni sociali che ideologicamente sono lontane da noi: dalla istituzione militare, che in un piccolo comune come il mio è il Comandante della locale stazione dei Carabinieri, a quella religiosa che nel mio caso è il Parroco del Paese, fino a quelle sociali (si pensi ai Presidenti delle varie associazioni, dalla Pro loco a quelle sportive e così via dicendo)”. Poi la difesa a don Patriciello “testimonianza da sempre della forte presenza della Chiesa Cattolica in un territorio difficile e martoriato e che, non sarò io a ricordarle, nel nostro ordinamento è una Istituzione specificamente oggetto di tutela, ma che è al tempo stesso anche un uomo che ha avuto il coraggio e la forza, senza mezzi termini, di “sfidare pacificamente” la camorra, quale fenomeno degenerativo da eradicare dalla nostra terra, sottraendole poco a poco quella manovalanza di cui essa si alimenta e con cui prolifera”
Il testo della lettera prosegue mettendo sotto accusa, con maggiori dettagli, il video in cui De Luca si esprime in merito a Patriciello (successivamente il Presidente ha chiarito spiegando di avere come obiettivo del suo giudizio il presidente del Consiglio Giorgia Meloni e non il sacerdote), e pur salvando l’uso dell’ironia che fa piacere a tutti e spesso ci salva da asfissianti e labirintici dibattiti politici, torna sull’imprescindibile e necessario garbo istituzionale che rivolto ad uno (in questo caso a Patriciello) si riflette sulla comunità (larga comunità!) che si identifica nel suo impegno.
Conclude il sindaco Damiano De Rosa, “Queste scuse che mi permetto di sollecitarLe spettano, non per diritto del diretto interessato, ma per un Suo dovere morale verso tutti noi elettori della Regione Campania, oltre che a Don Patriciello, a tutte le persone, i fedeli e Le assicuro sono tantissimi, che lo stimano, lo rispettano e soprattutto lo sostengono nella Sua quotidiana battaglia contro la camorra”.