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Alife, la Parrocchia di San Michele Arcangelo ripete il tradizionale pellegrinaggio dell’Ascensione

Dalla chiesa di San Michele al Santuario della Madonna della Grazia, sulla via Francigena: come ogni anno si è ripetuta la processione nella viglia dell'Ascensione

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La celebrazione della messa al santuario della Madonna della Grazia

Giuseppe Ferrazzano – Sabato pomeriggio, vigilia dell’Ascensione, la comunità parrocchiale di San Michele Arcangelo in Alife, guidata dal parroco don Eusebio Swiderk, ha raggiunto in processione il piccolo Santuario dedicato alla Madonna della Grazia in Alife. I pellegrini di san Michele, come ogni anno, raggiungono in processione il Santuario nella viglia di questa festa, accolti da Don Emilio Di Muccio rettore della piccola chiesa e da tutti coloro che collaborano attivamente affinché il Santuario sia centro di spiritualità e di accoglienza per i fedeli di tutta la valle del Medio Volturno e i pellegrini che percorrono la Via Francigena del Sud.
Una Comunità unita, quella di San Michele, con il cuore rivolto al Cielo ma con i piedi a terra pronta ad annunciare il Vangelo con segni concreti e pronta ad essere testimone della Risurrezione di Cristo. Lo testimonia la vivacità della partecipazione (a questo e ad altri momenti di fede): potrebbe stupire infatti che molti giovani, bambini, famiglie e anche anziani si siano messi in “cammino” con Maria pregando insieme, ma d’altronde quando la “Fede” viene trasmesse in maniera autentica e disinteressata produce i suoi frutti di gioia, pace, benevolenza. Ogni pellegrino ha affidato a Maria quanto ha più di caro, insieme alle gioie, ai dolori e le speranze che ogni giorno accompagnano la vita di ogni uomo.
Dalla parrocchia di San Michele, in virtù di questo legame antico e forte con un luogo mariano ci giunge l’invito a “pregare la Mamma Celeste, Madre della Grazia Divina, affinché ogni uomo possa vivere la Fede in modo autentico e coerente ottenendo da Lei la pace e la protezione per le nostre Comunità, in modo particolare per gli anziani, i malati, le persone sole e per quelle più fragili”.

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