Ilaria Cervo* – A me i dinosauri non piacciono. Nei libri di storia della mia infanzia non c’erano. Credo nemmeno in quelli delle scuole medie e del liceo. Insomma non ne ho memoria. Li ho conosciuti da maestra e da madre e ho scoperto che ai bambini i dinosauri piacciono, e piacciono talmente tanto da non aver bisogno delle maestre per imparare i loro nomi e le loro caratteristiche. Si nutrono, i bambini, di storie di dinosauri fin dal ventre materno, bevono latte e respirano dinosauri in ogni dove. A scuola potrebbero tenere una lezione magistrale su ogni specie di dinosauro che ha vissuto sulla Terra prima che arrivasse l’homo sapiens, verso il quale invece, insieme a tutti gli altri ominidi che lo hanno preceduto, i bambini tutti provano una repulsione a pelle.
A scuola spesso portano libroni sui dinosauri, mai che portino nemmeno un libretto sulla storia dell’evoluzione della specie umana.
Sarà che le loro anime belle sanno che durante il giurassico i dinosauri più deboli al massimo potevano temere un Tirex; mentre oggi, tra gli “evoluti umani”, anche un tirannosauro avrebbe timore a farsi vedere in giro da un qualche capet-tirannosauro di Stato un tantino nervosetto.
Sarà che, probabilmente, i libri di classe terza primaria, e spesso anche gli insegnanti, pretendono che un bambino di otto anni comprenda un concetto complicato com’è quello dell’evoluzione dell’uomo (che noi abbiamo studiato in quinto liceo).
Insomma, un po’ i dinosauri hanno iniziato a piacere anche a me e, considerato che i miei alunni ne sanno molto più di me, nei libri di storia ci possono tranquillamente rimanere. A patto, però, che quelli del triennio 3-4-5 primaria diventino libri di storia a misura di bambino e non a misura delle case editrici e dell’illuminato o degli illuminati pedagogista/i che hanno frantumato i “programmi” di storia e geografia.
Mi spiego meglio.
Dal 2002 lo studio della storia e della geografia è stato “diluito” e “spalmato” in sei anni: tre della primaria più tre della secondaria di primo grado. Il che vuol dire che, pensando alla storia, se tutto va bene, i nostri ragazzi studieranno la Storia contemporanea (quella che “oh, ma questi non sanno nulla del ‘900”) in terza media, quando sono nella fase peggiore della preadolescenza, quando il livello di ascolto/interesse non è al massimo!
E vuol dire anche, per la geografia, studiare l’Europa e poi gli altri continenti in seconda e terza media e non ripetere mai più le regioni italiane e conoscere al volo gli Stati europei.
Perfeziono la mia spiegazione: ai bambini della scuola primaria è negata la possibilità di studiare il Medioevo, di conoscere le grandi “rivoluzioni” che hanno segnato la storia dell’uomo. I bambini della scuola primaria non incontrano nei loro libri di storia la “tratta degli schiavi”, non sanno che c’è stata la Rivoluzione Francese, non conoscono la parola Risorgimento e se ne sanno qualcosa e sanno qualcosa anche delle tragedie del novecento lo devono solo a qualche maestra di buona volontà.
I bambini della scuola primaria per due anni consecutivi studiano gli ambienti geografici. Lo studio delle regioni è previsto in quinta (una volta in quinta si studiavano i continenti) e poi però non ci dobbiamo meravigliare se quando gli chiediamo cos’è la Campania loro ci rispondono che “alla Campania” (noto centro commerciale, ndr) ci vanno tutte le domeniche.
Vedete, io non so cosa volesse intendere il Ministro dell’Istruzione e del Merito quando ha detto che bisogna eliminare i dinosauri dai programmi di storia. Certamente si è espresso malissimo. È stata una frase infelice.
Ma ritengo, e lo vado dicendo da vent’anni, che i contenuti di storia e geografia previsti per la scuola primaria siano dei contenuti offensivi per i bambini e per chi deve spiegarli, assolutamente da rivedere e correggere, riducendo la zavorra di notizie che accompagna ogni argomento e fare in modo che i bambini possano studiare, come avveniva in passato, già a dieci anni la storia contemporanea e la geografia del mondo.
Sta poi a noi adulti fare in modo che si appassionino alle storie dei grandi uomini e delle grandi donne che hanno scritto la Storia dell’umanità; sta a noi grandi alimentare nel loro cuore il desiderio di conoscere le meraviglie del mondo guidandoli con padronanza tra le carte geografiche e magari anche tra le carte geostoriche.
Non basta la giornata dedicata per far comprendere cosa è stato il Risorgimento o cosa è stata la Resistenza. Non si può contare sulla fortuna di incontrare un insegnante volenteroso/a e capace di andare oltre! E ovviamente prepariamo bene e meglio anche i/le docenti.
Non possiamo più lasciare che nei libri di storia e geografia continuino ad esserci pagine e pagine e pagine dedicate alle cavolate (che non sono i dinosauri, ma per esempio è una cavolata spiegare e descrivere nel dettaglio la pratica della mummificazione) e ai concetti difficili (tipo: chi è l’antropologo, cosa fa lo storico? E il paleontologo? Ma perchè, noi grandi lo sappiamo davvero spiegare, a meno di non essere noi stessi degli esperti del settore?)
Senza parlare delle sessanta pagine del libro di classe 5 dedicate alla storia dell’ impero Romano fino alla caduta di quello d’Occidente, con pagine e pagine e pagine di fatterelli e dettagli che sfido chiunque di noi a spiegare a cosa serve farli conoscere ad un bambino di 10 anni e mezzo, mentre il mondo là fuori, quello di oggi, è completamente impazzito.
Rendiamo la storia e la geografia più vicine ai nostri bambini, altrimenti i nostri bambini finiranno con non amare più nemmeno i dinosauri.
Caro Ministro del MIM un’ultima cosa: visto che ci sta pensando, chiami al tavolo dei lavori quelli che davvero sanno di storia e di geografia e quelli che ogni giorno devono fare i conti con libri inadeguati.
Grazie a chi ha avuto la pazienza di leggermi.
*Docente di Scuola primaria, Istituto comprensivo A. A. Caiatino, Caiazzo