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Smartphone, le nuove arti visive. Missionari digitali e influencer a confronto, parla l’esperto

Davide Imeneo, sacerdote e giornalista, tra i maggiori esperti di Intelligenza artificiale in Italia. Il giornale che dirige, Avvenire di Calabria, è stato il primo in Italia a sviluppare applicazioni Gpt per il supporto al lavoro giornalistico

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Vaticano, 11 maggio 2024: Papa Francesco riceve in udienza i partecipanti all’evento “World Meeting on Human Fraternity”. Foto Vatican Media/SIR

Davide Imeneo* – D’improvviso la Cappella sistina. Su quelle pareti i più grandi influencer del Rinascimento hanno comunicato la fede utilizzando il linguaggio più espansivo del loro tempo: l’arte. Quell’inestimabile scenario è stato palcoscenico di uno degli incontri di #BeHuman, il World Meeting on Human Fraternity promosso dalla Fondazione Fratelli Tutti nei giorni 10 e 11 maggio. Tra i dodici tavoli di lavoro vi era anche quello dedicato ai Social Media. “La rete come fraternità, le parole ponte”: questo il tema che ha raccolto le riflessioni di alcuni esperti del mondo digital provenienti da tutto il Pianeta. Si tratta di cinquanta persone, metà scelte tra i componenti de “La Chiesa ti ascolta”, il gruppo sinodale del continente digitale accompagnato dal Dicastero per la comunicazione; gli altri 25 sono stati scelti tra gli operatori della comunicazione digitale che non hanno alcun riferimento con la comunità ecclesiale o appartengono ad altre confessioni. Il tavolo è stato moderato da Monsignor Lucio Ruiz, segretario del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede, e da Rosy Russo, vicecoordinatrice del gruppo italiano de “La Chiesa ti ascolta”.

Venerdì 10 la Cappella sistina ha accolto tutti i partecipanti a #BeHuman, c’erano, quindi, anche i missionari digitali e gli influencer. Dal linguaggio dell’arte alle arti visive del nostro tempo il passo è breve. Così come i grandi artisti sono stati convocati per dare forma visibile alla fede, oggi gli operatori digital si trovano impegnati in una missione molto simile a quella: trasmettere la bellezza, i valori sani, il potere delle relazioni attraverso la tela del nostro tempo…lo schermo dei nostri smartphone. Sotto il soffitto affrescato dall’inquieto Michelangelo Buonarroti, influencer e missionari hanno incontrato gli altri partecipanti all’evento organizzato dal Cardinale Gambetti, presidente della Fondazione Fratelli Tutti. Venti Premi Nobel, illustri personalità del mondo dello spettacolo, della cultura e della politica. Tutti con lo sguardo rivolto al cielo, per contemplare la bellezza delle arti e dare un senso al tema di quel raduno: la fraternità.

Proprio questa parola è stata al centro del cammino di preparazione del Tavolo dedicato ai Social Media. Un percorso che ha visto i cinquanta operatori della comunicazione impegnati nella produzione di un Vocabolario della Fraternità, espresso attraverso i linguaggi dei New Media. Ogni influencer si è impegnato ad approfondire una parola e a produrre un contenuto che la descrivesse bene. Ogni comunicatore ha scelto come dare senso e significato alla parola individuata: i contenuti creati, tutti originali, già da sabato scorso, hanno popolato il Vocabolario della Fraternità, pubblicato sul sito della fondazione Fratelli Tutti (www.parole.fondazionefratellitutti.org), si tratta di un dizionario aperto: chiunque può aggiungere una parola e popolarla di contenuti. Altri missionari digitali, appartenenti a La Chiesa ti ascolta, hanno già implementato il dizionario aggiungendo altre parole e quindi altri contenuti. Tutti, proprio tutti, possono costruire ponti di fraternità utilizzando il portale della Fondazione Fratelli Tutti e i propri profili Social.

I lavori del tavolo si sono svolti sabato 11 maggio dalle 15.30 alle 17.30 presso il Palazzo della Cancelleria e sono stati introdotti dal professore Andrea Nanetti, collaboratore dell’Università di Harvard e del Ministero cinese dell’educazione. Il docente ha tenuto la prolusione dei lavori di gruppo in collegamento da Singapore, chiarendo che «oggi nella rete si cerca un antagonista, dobbiamo invece costruire un nuovo dialogo fondato sulla verità, sulla gentilezza e l’ascolto. La Fratelli Tutti ci esorta alla creazione di un nuovo Social Media, non basato sullo sfruttamento degli altri a beneficio del gestore, ma a favore degli altri». Nanetti, inoltre, ha creato un ponte tra il testo dell’Enciclica e i moderni Large Language Model che sono alla base di numerose applicazioni di Intelligenza artificiale.

Monsignor Lucio Ruiz ha orientato il percorso dei lavori: «Ciò a cui siamo chiamati oggi è trasmettere l’amore attraverso i Social, non il nostro nome, ma l’amore. Per questo le parole, che sono espressione del nostro cuore, sono un ponte fra le persone, e creano le relazioni. Perciò dobbiamo curarle, per poter trasmettere i valori che ci fanno felici». «Testimoniare nella rete, conclude Ruiz, significa vivere la verità e il bene in primis nel nostro cuore e nella vita, per poi arrivare a chi ci segue per dare una chiave di fraternità».

Dai lavori di gruppo sono emerse alcune problematiche del Mondo Social su cui impegnarsi per superarle: la polarizzazione, la solitudine, le fake news, l’odio in rete e la disinformazione. Sono le piste di riflessione sulle quali gli influencer e i missionari digitali continueranno a riflettere.

* Sacerdote della Arcidiocesi di Reggio Calabria – Bova. Giornalista, direttore di Avvenire di Calabria dal 2015. Laureato in Scienze della Comunicazione, ha conseguito un Master in Digital Marketing presso l’Università di Oxford e un Master in Intelligenza artificiale generativa presso il Massachusetts Institute of Technology (Mit).  Nel 2024, nel contesto del laboratorio di giornalismo “Aula G” condiviso con la Scuola Media Maria Ausiliatrice di Reggio Calabria, ha sviluppato sette applicazioni Gpt per il supporto al lavoro giornalistico, coinvolgendo gli alunni e le alunne delle scuole medie in tutte le sessioni di Machine Learning. Le App sono gratuitamente disponibili sullo Store di OpenAi.

 

 

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