Pace, diritti umani, solidarietà e accoglienza, cultura e istruzione, lavoro, democrazia e inclusione, sostegno alla natalità, sviluppo sostenibile, promozione del Terzo settore e dell’associazionismo, costruzione del bene comune. Sono i tratti essenziali dell’Europa descritta e auspicata nel “decalogo” diffuso da Retinopera in vista delle elezioni europee dell’8 e 9 giugno. Un documento denso, impegnativo, che nasce dalle 25 realtà associative cattoliche a livello nazionale con otto milioni di aderenti. Il testo è intitolato “La nostra Europa” e verrà presentato lunedì 27 maggio a Roma, all’Esperienza Europa David Sassoli (piazza Venezia), alle ore 10.30. Ne parliamo con Gianfranco Cattai, coordinatore nazionale di Retinopera.
Anzitutto, come nasce questo documento?
Ci siamo interrogati su ciò che ognuna delle associazioni aderenti a Retinopera stesse facendo per costruire l’Europa unita. I rispettivi impegni in ambito formativo, culturale, aggregativo… Quindi, proprio a partire da queste iniziative già in atto, dalle nostre esperienze concrete, abbiamo desunto quali fossero gli elementi più importanti, direi decisivi e condivisi, per identificare l’Europa di oggi e quella che speriamo prenda forma in futuro. Il testo, che volutamente è breve e leggibile, facile da diffondere, è stato votato all’unanimità.
A ogni punto enunciato seguono brevi ed efficaci descrizioni. E partite dalla pace…
Sì, certamente la pace – ancora oggi troppe volte ferita – è al primo posto, elemento essenziale per la vita di ogni comunità, e per la stessa Europa. Noi crediamo in una Europa che costruisce la pace, che adotta metodi non violenti, che è segno di pace per il mondo. E ciascuno di noi, ogni cittadino, non dovrebbe mai abituarsi alla guerra, alla violenza. Tra le varie proposte emerse dalle nostre realtà associate nasce l’idea di un “Ministero della pace” e rilanciamo, su scala europea, un “Commissario Ue per la pace”. Si tratterebbe di scelte coraggiose, strutturali. Detto questo, non siamo contrari a una difesa comune europea. Ma al primo posto va messa la pace!
Nel “decalogo” emerge il tema delle migrazioni. Quale proposta sostenete?
Parliamo esplicitamente di un’Europa solidale e accogliente verso i soggetti più deboli, proprio a partire – usiamo questa espressione – da coloro che fuggono dalla morte e dalla disperazione cercando rifugio e dignità dentro i nostri confini. Dunque sosteniamo un’altra proposta emersa dall’associazionismo: i corridoi lavorativi per i migranti. Si tratta di una possibilità complementare a quella dei flussi migratori, e anche ai corridoi umanitari. Si sottolinea questo aspetto perché, va detto, finora in Europa non abbiamo esercitato la cultura dell’accoglienza.
Ma secondo lei il mondo cattolico – usiamo questa espressione un po’ generica – è “europeista”?
Sì, il mondo cattolico è maggioritariamente pro-Europa, e lo dimostra in tanti modi. Ci sono peraltro voci dissonanti e frange contrarie agli stati uniti d’Europa. Posso dire con convinzione che nelle realtà afferenti a Retinopera c’è un atteggiamento favorevole alla “casa comune” europea.
Qualche sua particolare sottolineatura sul percorso dell’Unione europea?
Potremmo parlare di una infinità di temi. Basti pensare al valore educativo del programma Erasmus, alla cui nascita ho avuto l’onore di contribuire. Ebbene, ricordo che l’allora presidente della Commissione, Jacques Delors, diceva: “Con Erasmus i giovani tornano a casa più europei”. Anche così si costruisce l’Europa dei popoli. Aggiungerei una annotazione.
Sento parlare spesso dell’euro, puntando l’indice contro la moneta unica, cui si attribuiscono colpe inesistenti, tra cui l’inflazione. Ma ci siamo mai interrogati dove sarebbero le nostre economie, compresa quella italiana, senza la moneta unica? Saremmo sprofondati più volte.
Retinopera presenterà pubblicamente a Roma il 27 maggio il testo “La nostra Europa”. E poi? Quali impegni assumerete?
Ogni singolo organismo aderente a Retinopera sta già operando in chiave europea, con orizzonti comunitari. Molte realtà hanno prodotto loro documenti in vista delle elezioni per il rinnovo dell’Europarlamento. Quello che proponiamo ora è un contributo che nasce da una convinta convergenza, un forte sostegno all’Ue e ci siamo impegnati tutti a farlo circolare nelle nostre realtà e oltre. Vorremmo diventasse un testo per la discussione, per il confronto, per una vera cultura europeista. Invitiamo inoltre i cittadini a votare per far sentire democraticamente la loro voce.