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Giornata Mondiale dell’ambiente. Di acqua ne abbiamo, ma non è soltanto nostra: Torano e Maretto risorse per il Matese e la Campania

A Piedimonte Matese dove ha inizio l'Acquedotto Campano con il Torano che vanta una portata tra 1.600 e 2.200 litri al secondo e il Maretto con una portata tra gli 800 e i 1.400. Contenere gli usi di acqua domestica considerando l'intero ciclo delle acque che termina ai depuratori

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Il corso del Torano sembra andare controcorrente rispetto al preoccupante fluire di informazioni che giungono da tutta Italia e dal resto del mondo: siccità crescente, economia e vite umane a rischio; il problema della siccità in Puglia, Sicilia, Calabria e Sardegna preoccupa allevatori e agricoltori, esperti del settore agricolo in generale e il Governo. E nella Giornata Mondiale dell’Ambiente che si celebra oggi, quello della desertificazione appare una tra le preoccupazioni portanti.

Cosa non accade invece nel Matese lì dove nasce l’Acquedotto campano? Di acqua per uso domestico ne sono piene le gallerie sotterranee che da molteplici sorgenti e poi grotte, incluso il Lago Matese, confluiscono dai monti a valle in quella grande camera di roccia che è più nota come sorgente Torano da cui prende vita il tumultuoso fiume con una portata di 1.600 litri al secondo (ben 2.200 in primavera quando anche le nevi sciolte alimentano le falde) che insieme all’altra sorgente – il Maretto, dolce e pacato con portata tra gli 800 e i 1400 ls – approvvigionano l’Acquedotto campano. Parliamo di due fiumi le cui storie millenarie si incrociano con quelle di più antichi popoli, e oggi con le città di Piedimonte Matese, Alife e gli altri paesi della valle alifana e di Monte Maggiore giungendo ben oltre i confini della provincia di Caserta fino ad arrivare alle isole del golfo di Napoli. Qui l’acqua zampillò, per merito del vigoroso Torano poco dopo il progetto che il Genio Civile presentava nel 1949 con l’intento di approvvigionare le popolazioni più distanti e prive di tale risorsa. Con queste, a servire il resto della Campania ci sono anche le acque di Boiano che attraversano il Matese e giungendo nel territorio di Gioia Sannitica si uniscono alla possente portata d’acqua già descritta. .

Clarus ha visitato le sorgenti di Torano e Maretto nei giorni di calura estiva, prima di questa data e di questa Giornata Mondiale dell’Ambiente. Accompagnati dallo Staff Tecnico Amministrativo-Impianti e Reti del ciclo integrato delle acque di rilevanza regionale (siamo nel punto in cui comincia l’Acquedotto campano!) abbiamo visto l’abbondanza che il Matese riversa sulla piana sottostante proprio in quei giorni d’estate quando in tutta Italia – come ormai avviene di prassi – si rincorrono gli appelli dei Sindaci che invitano all’uso moderato di acqua potabile.

Non c’è allarme per le due fonti che soddisfano gli abitanti del territorio ma questo non vuole dire poterne fare l’uso che si vuole: limitarne il consumo per le necessità –  come ci spiegava in quella circostanza l’accompagnatore Francesco Cusano funzionario della Regione Campania in servizio alla Sorgente del Torano “e rivolgere un pensiero all’intero ciclo delle acque, quello che partendo dalla sorgente arriva nelle nostre case e di conseguenza ai punti di depurazione; che vuol dire ulteriore dispendio di energia, e concretamente la perdita di una consistente parte di acqua destinata a diventare rifiuto”. Guardare ben oltre i lavabi e le docce di casa propria perché ciò che avviene lontano da noi corrisponde ad impoverimento delle risorse per azioni di cui ci siamo resi protagonisti, consapevolmente e non.

È suggestivo il luogo che raccoglie le acque del Torano: il verde domina e ricopre le rocce matesine; si intravedono volatili che vi nidificano indisturbati, i resti delle più antiche condutture d’acqua, ma anche quelli di origine romana perché sì, il Torano offriva salubrità, frescura e ricchezza già allora. Prevalgono il fresco e il silenzio; ogni tanto il crepitio di foglie che dalla roccia cadono al suolo unite a materiale calcareo e terroso, segno di una montagna in continuo movimento e motivo di controllo costante da parte dei servizi di manutenzione. La temperatura si abbassa all’apertura delle porte che mostrano il lungo camminamento di tubature, una in entrata, l’altra in uscita: qui si fa strada il Maretto, immesso nella conduttura insieme al Torano e poi via a servire le nostre vite e le città più lontane. La sorgente del Maretto, anch’essa in ambiente protetto, vive in penombra sottoposta a monitoraggi e controlli della qualità e proprietà ancor più sofisticati essendo le falde che l’alimentano più superficiali e a maggior rischio di contaminazioni naturali (accade in caso di piogge continue ed abbondanti).

Sentirsi parte della grande famiglia umana che vive pesanti ripercussioni a causa della carenza idrica anche vivendo di questa abbondanza; l’acqua va tutelata oggi pensando al prossimo futuro e al valore che questo territorio conserva grazie a tale risorsa. Di fronte ai dati 2023 indicativi che la disponibilità idrica del Paese è diminuita del 18% urge l’impegno di ciascuno a partecipare al progetto di tutela ambientale ben più grande e urgente dei piccoli bisogni (o forme di spreco) che difficilmente tratteniamo spingendo verso un incontrollato caos la straordinaria armonia del Creato.

Clarus ringrazia il comparto della Regione Campania “Impianti e Reti del ciclo integrato delle acque di rilevanza regionale” che ha autorizzato la visita, le riprese video e le foto. 

 

 

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