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Confermata la Carta “Dedicata a te”, ma meglio se calibrata su ascolto e bisogni dei cittadini. Il commento del Direttore di Caritas italiana

"Capire in che direzione vanno i bisogni della gente" ancor prima di promuovere il Made in Italy l'appello di don Marco Pagniello

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Il Governo conferma anche per il nuovo anno la misura a supporto dei cittadini con disagi economici attraverso la carta “Dedicata a te”. Ieri in conferenza stampa di Palazzo Chigi, il Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, ha comunicato che l’importo massimo raggiunge la somma di 500 euro e ne saranno erogate 30mila in più rispetto al 2023 che ne ha viste in distribuzione 130mila. 
I criteri di individuazione dei beneficiari rimarranno gli stessi: nuclei familiari residenti in Italia, di almeno 3 persone e con ISEE inferiore a 15.000 euro, privi di altri contributi di inclusione sociale o sostegno alla povertà. I Comuni, tramite graduatorie INPS informeranno i cittadini che ritireranno la carta presso gli Uffici postali. 
Il diritto ma anche il rovescio della medaglia: il commento arriva da don marco Pagniello, direttore di Caritas Italiana, il servizio della Chiesa cattolica per le povertà, sociali ed economiche; osservatorio principale del disagio del Paese e tra i principali attori impegnati giorno e notte in forme di ascolto, assistenza, soccorso, formazione. 

Quelli che abbiamo alle spalle sono stati due anni molto critici sotto il profilo dell’aumento della povertà nel nostro Paese: la fiammata inflazionistica ha messo in ginocchio migliaia di famiglie. Intervenire in modo mirato per sostenerle è opportuno e imprescindibile. Le 1,2 milioni di famiglie che hanno ricevuto la carta “Dedicata a te” nel corso del 2024 hanno potuto acquistare generi alimentari, sostenere la spesa per i trasporti pubblici e per il carburante. La carta viene riproposta anche per quest’anno: è vero che la situazione di disagio e povertà delle famiglie non migliora in tempi brevi, come ci dicono gli stessi dati Caritas (la povertà sempre più si trasmette di generazione in generazione), ma pensiamo che sia necessario, per poter disegnare misure e interventi che aiutino effettivamente le persone, partire in primis da loro. Un ascolto delle esigenze, delle priorità e anche dei suggerimenti e consigli di chi è il destinatario di un aiuto può fornire indicazioni per migliorare un’azione pubblica, facendo scelte differenti in un contesto economico che magari, a distanza di un anno, è cambiato (non foss’altro per il fatto che la spinta inflazionistica si è attenuata).
Questo contatto stretto con le famiglie che hanno usufruito della carta crediamo sia mancato nella riproposizione della Carta e invece sarebbe stato utile, fondamentale. Avrebbe permesso di ribilanciare l’intervento: non solo attenzione a promuovere la produzione e trasformazione dei prodotti made in Italy, ma anche capire in che direzione vanno i bisogni della gente. Se si vuole uscire dall’assistenzialismo questa è una strada obbligata. E ci auguriamo che in futuro da questa attenzione si parta per individuare urgenze e priorità a beneficio delle famiglie in difficoltà e del Paese tutto (fonte SIR).

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