Don Domenico Iannotta dal sorriso eterno e buono. Resterà di lui questa immagine nel cuore di chi lo ha conosciuto, e il ricordo (che è insegnamento) della disponibilità al dialogo e al confronto, della mitezza, delle parole pesate e pronunciate pensando…
Si è spento ieri sera (13 giugno) presso l’Ospedale Civile Ave Gratia Plena all’età di 86 anni; questa mattina la Diocesi di Alife-Caiazzo ha annunciato la sua dipartita e comunicato che i funerali presieduti dal vescovo Mons. Giacomo Cirulli si terranno sabato 15 giugno alle 10.00 nella chiesa di San Sebastiano M. a Valle Agricola, paese d’origine della famiglia Iannotta.
Nato il 22 luglio 1938, e sempre a Valle Agricola era stato ordinato presbitero il 29 luglio 1967 dall’allora vescovo ed amministratore apostolico dell’ex Diocesi di Alife mons. Vito Roberti. Dopo 7 anni vita pastorale a Piedimonte Matese venne nominato parroco a Letino, piccolo comune sui monti del Matese, dove è rimasto per 47 anni, affidando il proprio ministero alla guida del patrono San Giovanni Battista di cui ha coltivato e rafforzato il culto, e sotto la protezione di Maria SS. del Castello: fu lui a promuoverne nel 1980 con l’allora vescovo mons. Angelo Campagna il titolo di Regina del Castello e Regina del Matese. Portava impresso nel carattere la tenacia di chi nasce e vive in montagna; il silenzio gli era amico perché aveva imparato a conviverci fin da bambino quando portava il gregge al pascolo; pesava saggiamente parole e pensieri perché anche a questo ti educa la vita tra i monti: prevedere l’imprevisto, non agire d’istinto, tenere la calma, il rispetto… Lo distinguevano la meticolosità delle azioni, la discrezione, l’affidabilità e la responsabilità dell’impegno: è stato un dono arricchente per la Diocesi di Alife-Caiazzo l’incarico di vicecancelliere che ha coperto dal 1988 al 2016. La preghiera accompagnava tutto questo essere; e in particolare la preghiera mariana.
Una storia “ad alta quota”
La sua singolare storia inizia in quota, tra i vicoli e le valli di Valle Agricola, comune del Matese a quota 700 metri. Come tanti bambini del posto impara da subito a condurre le pecore al pascolo; poi la partenza del papà per il Venezuela obbliga la famiglia al passaggio dalla pastorizia all’agricoltura, e lui ancora una volta è lì a dare una mano, ma con un sogno: studiare e conoscere. Un giorno nella sacrestia della chiesa dove lui abitualmente faceva il chierichetto, individua tra la corrispondenza giunta al parroco, don Giorgio Mirra, un depliant pubblicitario che parla di scuola e formazione. Lui, ignaro, non approfondisce i contenuti, ma compila i campi di quella cartolina e la rispedisce al mittente (“Non c’era bisogno del francobollo, la spedizione era gratuita…” ha raccontato a Clarus in occasione di un articolo dedicato alla sua vita).
A rispondere a quella lettera inviata da Valle Agricola, sarà padre Agostino Gemelli in persona, che ha intuito la spontaneità e la verità di questa richiesta: Domenico vuole studiare, ma non ha capito che quel depliant promuove l’Università Cattolica, e per lui non è giunto ancora il momento visto che ha appena 12 anni. Padre Gemelli invia una lettera al parroco sollecitandolo ad avere cura del ragazzo perché, già mostra di essere dotato di tanta buona volontà. “Don Giorgio mi chiamò in sacrestia e con tono di rimprovero mi chiese: ma cosa hai combinato? Non potevo immaginare dove fosse arrivata quella cartolina…” ci raccontava fiero e sorridente. Per nulla stanco di sognare, decide di intraprendere una Scuola per corrispondenza e così inizia il suo percorso di studi delle scuole medie. Per interessamento del parroco intraprenderà gli studi ginnasiali e teologici a Benevento.
Divenuto sacerdote il suo impegno principale sarà la comunità che gli è affidata: la cura delle devozioni popolari, la scelta dell’Azione Cattolica in parrocchia come esperienza formativa fondamentale per bambini, giovani e adulti di Letino. Le sue giornate dedite alla preghiera e allo studio nella sagrestia della parrocchia, tante volte illuminata fino a tarda sera. Per alcuni anni assume anche l’incarico di Direttore dell’Ufficio Missionario diocesano. La distanza tra Letino e Piedimonte Matese o Alife – la prima sede della Curia vescovile, la seconda sede della Cattedrale – non costituisce per lui e i suoi collaboratori parrocchiali alcun ostacolo neppure mei mesi invernali con maggiori e frequenti disagi per la viabilità: la sua presenza ad ogni impegno o evento diocesano non era solo risposta ad un appello ma partecipazione, contributo costruttivo e testimonianza.
Il 30 luglio 2017, dopo 5 giorni di preghiera e preparativi, con il vescovo mons. Valentino Di Cerbo, la famiglia, la comunità d’origine di Valle Agricola e la comunità parrocchiale di Letino, don Domenico Iannotta festeggiava 50 anni di sacerdozio.
Il 30 agosto 2021 dopo 47 anni ha lasciato Letino: in questa giornata il vescovo mons. Giacomo Cirulli e un gruppo di sacerdoti, presente il sindaco di Letino e i cittadini, la famiglia, lo hanno festeggiato e salutato, ma soprattutto manifestato gratitudine per quanto da lui operato: “La tua Fede, vissuta con forza e decisione, ogni giorno, in ogni celebrazione Eucaristica, nonostante le difficoltà e l’età, è sempre la stessa”, così il Vescovo durante l’omelia della messa celebrata in Piazza della Repubblica, davanti la chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista.
“Tutti quelli che ti hanno conosciuto sanno bene che la tua vita è stata dedita a tante, troppe cose”, in quella circostanza Fausto Perrone, a nome della Parrocchia faceva sintesi del lungo impegno di don Domenico a Letino ponendo la domanda ‘chi è il sacerdote?’ e rispondendo alla luce di quanto realizzato dal loro parroco: “Ecco, allora, che celebrare l’Eucarestia, proclamare la Parola di Dio, amministrare i Sacramenti, occuparsi della Catechesi, ascoltare le famiglie, incoraggiare e dedicarsi ai giovani, lenire le sofferenze degli ammalati, portare conforto ai bisognosi, pregare per le vocazioni (ne abbiamo avuta una, dopo cento anni, durante la tua permanenza in 53 anni a Letino), come tu hai fatto, assume una dimensione più concreta, più umana, che rende viva ed importante la figura del sacerdote….”.
Alcuni scatti della Celebrazione del 30 agosto 2021