Il maestro Alessandro Vessella si riprende la scena e lo fa nella sua Alife, la città da cui è partito due volte: la prima per imparare, la seconda per educare al valore di una nuova musica.
“Quel ragazzo pazzerello e presuntuoso”, così definito da chi ne conosceva le ambizioni divenuto poi maestro di fama internazionale e al quale la Musica non smette di essere riconoscente, sarà al centro dell’evento organizzato dal Comune di Alife in programma venerdì 22 e sabato 23 giugno dal titolo “I musicisti della nostra terra”: nelle intenzioni degli organizzatori quella dedicata al maestro Vessella è la prima edizione di un format che dovrebbe avere seguito e procurare nuovo coinvolgimento. Due giorni per conoscere la vita e l’opera ma soprattutto il merito del professionista che fu innovatore del concerto bandistico e per quarant’anni Direttore della Banda di Roma. Si aprirà sabato mattina con la mostra fotografica curata dal prof. Gianni Parisi; seguirà la valutazione e la premiazione di elaborati pervenuti dalle Scuole che hanno aderito al concorso dedicato al Maestro. Alle 17.00 nell’aula consiliare il convegno moderato dal giornalista Vincenzo Corniello con gli interventi della prof.ssa Valeria Iannotta, per prima a realizzare ricerche in maniera compiuta e scientifica su Vessella; il prof. Giovanni Guadagno, storico locale; il musicista Antonio Bellone; i maestri d’orchestra Nicola Samale e Paolo Addesso. Nell’occasione attestati di riconoscimenti ai maestri musicisti del territorio. Alle 20.30 la suggestiva cornice dell’anfiteatro romano ospiterà il concerto della Banda Musicale Alessandro Vessella di Baia e Latina diretta dal Maestro Nicola Di Cerbo. Domenica 23 giugno alle 10.00 dalle quattro porte delle mura cittadine partiranno le sfilate di bande musicali verso Piazza Termini (quella di Baia e Latina, di Ailano, di Piedimonte Matese, di San Potito Sannitico, di Sant’Angelo d’Alife); da qui unitamente si dirigeranno verso Piazza della Liberazione per l’esecuzione di marce sinfoniche (scarica il programma dettagliato).
Il genio
Ancora sconosciuto Alessandro Vessella nella sua terra; ben più noto ai maestri concertisti che puntualmente reagiscono con riconoscenza e riverenza a sentirne il nome. Il suo merito, aver uniformato e unificato i modelli bandistici che nell’Italia post unitaria vivevano differenti esperienze a Nord e a Sud, e quello di aver tradotto la musica sinfonica e operistica per la Banda, fino ad allora appannaggio di pochi e di alcune classi sociali, facendone così dono al popolo e all’Italia intera. Un genio affamato di conoscenza, audace, disposto a rischiare la reputazione e la carriera per dimostrare il valore del cambiamento, in una prospettiva che apriva la musica davvero a tutti e conferiva maggior dignità ad alcuni strumenti musicali. Per decenni il suo metodo è stato oggetto di studio in conservatori di musica ed accademie; le innovazioni di Alessandro Vessella rappresentarono un punto di riferimento e punto di partenza per tutto ciò che di nuovo si è innestato e tutt’oggi si afferma nel contesto didattico-musicale.
L’indole e le intuizioni
Nasce ad Alife il 31 marzo 1860, figlio dell’Unità d’Italia di cui seppe rendersi visibilmente protagonista… Compie gli studi ginnasiali a Napoli e qui frequenta il Conservatorio di San Pietro a Majella; diventa apprezzato pianista e compositore noto a Napoli e a Milano; una seria tendinite lo costringe al ritiro dalle scene, ma non lo sottrae allo studio. Il rientro ad Alife corrisponde al tempo della composizione dell’Inno a San Sisto patrono della città (1884) ma l’esperienza in famiglia non appaga la sua indole, ormai maturata in contesti di maggior levatura culturale. Torna a Milano sapendo di essere ben accolto e qui viene a sapere del concorso indetto dal Comune di Roma per un maestro della Banda cittadina. Lo vince e nella Capitale sarà figura autorevole e di spicco per lunghi quarant’anni, chiudendo la sua carriera il 4 luglio 1925 con un concerto al Teatro Augusteo. Trascrisse Bach, Beethoven, Weber, Chopin, Schubert, Edgar, Clementi, Cajkowskji, Strauss, Wagner (solo per citarne alcuni) portando alla ribalta la grande musica, offrendo nuova visibilità ai maestri di banda da quel momento rigenerati interpreti di repertori adattati ai fiati, e donando alla gente il piacere della cultura. Muore a Roma il 6 gennaio 1929 dopo una breve malattia; sia nella Capitale che ad Alife gli sono intitolate una strada e dedicato un busto.
Finalmente uno studio completo
Di lui, perennemente in ombra nella sua terra d’origine, si appassiona la giovane Valeria Iannotta di Alvignano studentessa in Musicologia e oggi docente presso l’Istituto Comprensivo di Alvignano: era il 1999 quando muove i primi passi a contatto con il Maestro Vessella fino a mettere piede nel nuovo Millennio con una tesi che per la prima volta dava onore al musicista; essa era frutto di ricerche inedite e di contatto diretto con le partiture da lui composte conservate nell’Archivio Capitolino a Roma che la laureanda per la prima volta apriva e catalogava dopo la sua morte. Durante la pandemia una nuova pubblicazione, ancora a firma di Iannotta e di Gloria Ludovisi “Alessandro Vessella. Le partiture per il corpo musicale cittadino e l’archivio privato presso l’Archivio storico Capitolino” (Gangemi Editore, 2020).