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“A San Ferdinando non si rinuncia”. Alvignano e Dragoni, nella notte, in pellegrinaggio per il Santo patrono

Ogni anno il 27 giugno, nel giorno in cui si ricorda la morte di San Ferdinando d'Aragona, le due comunità portano i busti del patrono in processione presso la Basilica di Santa Maria di Cubulteria

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“A San Ferdinando non si rinuncia”, più di uno lo dice a voce alta man mano che si arriva nelle chiese di San Sebastiano ad Alvignano e all’Annunziata di Dragoni, mentre è ancora notte ogni 27 giugno. Nei due paesi che lo venerano come patrono permane nel tempo la tradizione di accompagnare in processione i busti del Patrono – partendo da luoghi diversi  – nella Basilica di Santa Maria di Cubulteria, luogo in cui furono rinvenute le reliquie.

È il giorno in cui se ne ricorda la morte avvenuta nel 1082: l’antico vescovo di Caiazzo, noto e caro alle sue comunità per essere pastore amorevole, dedito al popolo e alla cura delle anime, e per i riconosciuti poteri taumaturgici, si ammalò di febbre, la stessa che lui aveva tante volte curata ai suoi figli spirituali, e perse la vita durante una visita pastorale al confine tra i comuni di Alvignano e Dragoni, in un punto individuato oggi sulla via Bonifica. Il racconto lo identifica come Ferdinando d’Aragona, figlio di nobile casata spagnola, rinunciatario di beni e ricchezze; coraggioso ad abbandonare ogni privilegio per vivere di preghiera e di silenzi scegliendo di ritirarsi sul monte Tifata, nei territori di Sant’Angelo in Formis (probabile sosta nel cammino verso la Terra Santa); poi per la fama che di lui si diffuse e per la vicinanza geografica con Caiazzo, scelto dal popolo come Vescovo.

Quella di San Ferdinando è la festa che unisce due comunità che si ritrovano per celebrare insieme l’Eucarestia, “sentendoci amici di Cristo, alla maniera del santo vescovo Ferdinando”, ha sottolineato questa mattina don Alessandro Occhibove nell’omelia durante la messa; con lui i sacerdoti don Francesco Vangeli (Alvignano), Don David Ortega (Dragoni), don Antonio Di Lorenzo (Caiazzo). Ma è anche festa che unisce generazioni: tra i momenti liturgici più attesi e più partecipati soprattutto da bambini e ragazzi colti dal fascino di una storia antica che si tramanda in ogni casa da nonni a nipoti, da genitori a figli, ma anche nelle scuole locali; dal fascino di un breve pellegrinaggio sul far del giorno quando il tempo a disposizione, sottratto volentieri al sonno, è riservato esclusivamente alla preghiera, al raccoglimento, al pensiero di quel santo amico del popolo. Il buio del cielo alle 4 del mattino sembra essere per tutti manto che protegge, custodisce e ripara dalla luce del giorno che di lì a poco corrisponderà alla routine di sempre, a nuove distrazioni, alla fatica del lavoro, al piacere della compagnia e del riposo per chi può permetterselo, e al pensiero della festa che ritornerà nuovamente di sera, appena tornerà il buio. È la giornata che celebra il senso di appartenenza, la radice comune e la memoria di quei contadini ormai lontani di cui si imita il gesto di portare il santo nella sua prima dimora prima di disperdersi nel lavoro dei campi e poi riprenderlo al rientro e ricondurne il busto in paese; è la giornata che ricorda il valore della fede che ha senso se vissuta nella preghiera e nel servizio agli altri: lo insegna San Ferdinando e come lui tutti coloro che hanno camminato dietro al Vangelo.

Come da tradizione il primo gruppo ad arrivare presso la Basilica di Santa Maria di Cubulteria è stato quello di Alvignano con i sacerdoti e il vicesindaco Santino Altieri; raccolti in preghiera hanno atteso i fedeli di Dragoni guidati dal parroco e dal sindaco Antonella D’Aloia. Al termine della messa i dragonesi sono  rientrati processionalmente in paese, per gli alvignanesi invece l’appuntamento è nel medesimo luogo questa sera alle 20.00 dove sarà celebrata un’altra Messa. Al termine, la processione rientrerà in paese per accompagnare il busto e la reliquia di San Ferdinando d’Aragona nella chiesa di San Sebastiano dove sono custodite. In paese sarà nuovamente festa a luglio nel rispetto di una tradizione che risale al 1443 quando il re di Napoli Alfonso I, per la devozione dei sovrani aragonesi a San Ferdinando, concesse ad Alvignano di tenere ogni anno una fiera in onore di san Ferdinando la seconda domenica di luglio.

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