Armando Pepe – Per iniziativa dell’Amministrazione Comunale, domenica 7 luglio 2024, alle 20.00, presso l’Auditorium comunale di San Potito Sannitico, avrà luogo la presentazione del libro Il brigante e il generale. La guerra di Carmine Crocco e Emilio Pallavicini di Priola di Carmine Pinto. A discuterne, oltre all’autore, ci saranno il sindaco, Franco Imperadore, Costantino Leuci e Armando Pepe. L’evento si collega idealmente alla manifestazione Canti, Briganti e Palazzi, in programma a San Potito Sannitico dal 20 al 21 luglio 2024, due giorni pieni di effervescenti e nuove proposte e alla imminente apertura di un museo dedicato al brigantaggio locale.
L’impegno profuso dall’Amministrazione Comunale di San Potito Sannitico, in un’azione di corretta public history sul fenomeno del brigantaggio postunitario, vuole essere costante, e soprattutto permanente.
Dalla quarta di copertina del volume di Carmine Pinto, ordinario di storia contemporanea presso l’Università degli Studi di Salerno, dove dirige il dipartimento di Studi Umanistici, si apprende che «Subito dopo l’Unità l’Italia si trovò a combattere una vera e propria guerra civile, quella per il Mezzogiorno. Una guerra che ebbe tra i protagonisti un brigante e un generale, Carmine Crocco e Emilio Pallavicini di Priola. Uno spavaldo erede del mondo feudale contro un baldanzoso aristocratico di spada, l’ultimo esercito dell’antico regime contro il primo esercito nazionale. Una storia che ancora oggi suscita emozioni e divide. Sulle rive dell’Ofanto, nel Mezzogiorno italiano, un secolo e mezzo fa si svolse una grande sfida. Da una parte c’era il brigante, Carmine Crocco. Pastore, militare, bandito di professione, divenne il capobanda più famoso nelle campagne meridionali dopo il 1860. Alla guida del brigantaggio filoborbonico, sperimentò forme di guerriglia che avranno fortuna nel XX secolo, anticipandone gli aspetti politici e una organizzazione criminale su larga scala. Dall’altra parte, il generale, Emilio Pallavicini di Priola, aristocratico sabaudo, militare esperto in operazioni speciali e al comando di reparti schierati nella campagna contro il brigantaggio. L’ufficiale era parte dell’antica aristocrazia di spada e interpretò la conclusione di un processo secolare, in cui i ruoli militari passavano definitivamente ai professionisti della guerra. Nel primo decennio dell’Italia unita furono questi due uomini, lontanissimi per origine e formazione, i protagonisti più conosciuti della guerra per il Mezzogiorno. Carmine Pinto racconta le loro ‘vite parallele’ e, attraverso queste, gli episodi, i luoghi, le battaglie e le leggende, la guerra tra il primo esercito nazionale e l’ultimo dell’antico regime, fino allo scontro finale e al sorprendente epilogo delle loro esistenze».