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Settimana Sociale dei Cattolici. A Trieste anche le Diocesi dell’alto casertano, la Democrazia cuore dell’evento

Farsi maestri nella speranza o discepoli nell’esperienza: le Settimane sociali dei Cattolici ricchezza per la crescita democratica dell'Italia, dell'Europa e del mondo

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“La partecipazione popolare è il motore della vita democratica, ma per spingere le comunità e il Paese verso un futuro di coesione e sviluppo, questo motore ha bisogno di energia e di manutenzione straordinaria e, soprattutto, ordinaria”: sono le parole che sintetizzano il percorso preparatorio alla 50ª Settimana sociale dei cattolici in Italia che sarà ospitata a Trieste dal 3 al 7 luglio e vedrà la partecipazione del Presidente della Repubblica Sergio e di Papa Francesco rispettivamente in apertura e chiusura dei lavori.

Le parole di apertura (scarica il documento integrale) sono il frutto del lavoro a più mani portato avanti dai 2000 delegati che vi parteciperanno, scaturito dalla riflessione che le Settimane Sociali portano avanti fin dal 1907 quando nacque il primo progetto su iniziativa di Giuseppe Toniolo (la prima si tenne a Pistoia nel 1907 e si svolsero ininterrottamente fino alla Prima guerra mondiale). Un osservatorio permanente sui processi sociali, culturali, politici dell’Italia, un laboratorio di proposte che scaturisce dalla partecipazione attiva alla vita del Paese portando il contributo che i cattolici attingono dall’esperienza di fede e dalla visione del mondo secondo la proposta del Vangelo (lo stesso che per decenni ha dato vigore ai processi e successi democratici).

Foto di repertorio: Taranto, 21 ottobre 2021: Settimana sociale, inizio lavori – foto SIR/Marco Calvarese

Si muoveranno dalle Diocesi italiane, ma anche da Associazioni e Movimenti ecclesiali, dal mondo politico, accademico e culturale, dal terzo settore e dal mondo del volontariato. Sono circa 60 i delegati che partiranno dalla Campania alla volta di Trieste; tra essi i rappresentanti delle tre Diocesi dell’alto casertano guidate dal vescovo Mons. Giacomo Cirulli: don Marco Morganella e Giuseppe Lo Greco (rispettivamente direttore della Pastorale Sociale e referente della Pastorale giovanile della Diocesi di Teano-Calvi), don Gregorio Alberto Urrego e Angelo Iadecola (rispettivamente direttore della Pastorale Sociale di Alife-Caiazzo e collaboratore del medesimo Ufficio), Annalisa Fulco (collaboratrice pastorale nella parrocchia di San Rufino della Diocesi di Sessa Aurunca).

“Al cuore della democrazia. Partecipare tra storia e futuro”, il tema di questa edizione, vuole esprimere la corresponsabilità di cui si è portatori non solo in Italia, ma anche in Europa e nel Mondo: le Settimane Sociali, nate infatti come esperienza di condivisione dei processi storici in atto, hanno poi abbracciato quella di costruzione dell’Europa unita e l’idea di una mondialità sempre più familiare. L’identità di cattolici è superamento di quei confini di tempo e di spazio che portano ad incontrare l’uomo, e nella logica della relazione a farsi maestri nella speranza o discepoli nell’esperienza. Uno scambio che si tramuta in ricchezza di valori per tutti, in tutti i campi dell’esperienza che le Settimane sociali dei Cattolici affrontano annualmente, da sempre: ambiente, economia, bene comune, scuola, lavoro, democrazia, famiglia…

“Democrazia” la scelta del 2024 apre ad una serie di riflessioni su molteplici aspetti della vita e categorie sociali, tra cui proprio la famiglia: “L’idea che vogliamo portare alla Settimana sociale è quella di  famiglia non solo come punto finale di ricaduta di alcune residuali azioni, ma una protagonista del contesto, quindi un soggetto sociale che può contribuire con i suoi punti di vista, con le sue risorse, con diritti e doveri alla qualità della vita nei contesti a cui partecipa” la proposta che in queste ore esprime all’Agenzia SIR Adriano Bordignon, presidente del Forum nazionale delle associazioni familiari. Un protagonismo ancor più urgente dopo il Covid e soprattutto nel contesto associativo ecclesiale, rimasto sguarnito di presenze giovani. “Crediamo che le famiglie debbano assumersi una responsabilità di animare il contesto in cui vivono, altrimenti la funzione tipica delle famiglie, che gli studiosi indicano come flourishing, cioè il concorrere al fiorire dell’attività del contesto, rischia di scivolare in altre dinamiche che già stiamo vivendo che sono quelle della stagnazione”.

La risposta e la prospettiva futura sono già nel programma stesso della Settimana Sociale caratterizzata dall’incontro con “le Buone pratiche”, esperienze in cui la democrazia non è soltanto un’ipotesi da raccontare ma azione del qui ed ora che in tutta Italia la Chiesa realizza. Ne racconteremo i dettagli direttamente dalla voce dei protagonisti, sul posto.

 Per approfondire 
Il sito delle Settimane sociali dei Cattolici in Italia. CLICCA
La storia delle Settimane sociali dei Cattolici. CLICCA
La distribuzione delle Settimane sociali in Italia. CLICCA

 

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