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8xmille alla Chiesa Cattolica. A Gubbio della Madonna del Prato celebra l’arte e la fede

Grazie alle firme è stato restituito a fedeli e visitatori un antico tesoro. Quella dell'8xmille alla Chiesa Cattolica si conferma "una firma che fa bene" alle comunità e all'Italia intera

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Appena fuori le mura urbane che delimitano il centro storico, sulla Via Perugina, direttrice principale che collega Gubbio a Perugia, si trova la Chiesa della Madonna del Prato. Gioiello di architettura barocca, eretta nel 1662 per volere del Vescovo Alessandro Sperelli, sul terreno di proprietà delle Monache di Santo Spirito, in sostituzione della “picciola chiesuola” che si trovava in quella esatta porzione di terreno, la chiesa fin dall’esterno si presenta con un certo carattere di nobiltà, dalla linea architettonica al materiale delle sue murature.

Grazie all’intercessione del cardinale Ulderico Carpegna, il Vescovo Sperelli, vero animatore dell’edificazione della chiesa, ottenne, con il consenso dell’autore Francesco Castelli detto il Borromini (Bissone 1599 – Roma 1667), la possibilità di realizzare una replica del progetto del San Carlino alle Quattro Fontane dei Trinitari spagnoli a Roma, considerato come uno dei più alti esempi dell’architettura barocca in Italia.

Entrando si resta sorpresi, quasi intimiditi, dalla grandiosità della cupola, dalla luce discreta e dalle eleganti linee dell’ambiente. “La chiesa della Madonna del Prato – spiega Elisa Polidori, direttrice ufficio beni culturali della diocesi di Gubbio e del museo diocesano – si può immaginare come uno scrigno che racchiude un tesoro inestimabile raccontato con precisione meticolosa dal punto di vista teologico: chi ci ha preceduto non voleva esprimere emozioni, ma rappresentare al vivo il mistero di Dio, così come la Rivelazione ce lo ha consegnato e la Tradizione lo ha via via interpretato”.

La progettazione e realizzazione del restauro della chiesa, reso necessario per l’inagibilità dell’edificio sacro dopo il terremoto dell’agosto 2016, è stato un lavoro pensato e concretizzato attraverso un cammino condiviso. Questa scelta ha permesso di rispettare, da un lato, le intenzioni del Borromini a cui l’edificio di culto si ispira, dall’altro, l’idea teologica e il senso della fede a cui la chiesa rimanda. Si tratta di un’importante opera di conservazione e recupero di un edificio che testimonia oltre 350 anni di storia. Un lavoro articolato e complesso che, grazie a 32 maestranze impiegate, ha permesso di restituire l’antico splendore a oltre 600 mq di stucchi consolidati insieme a 330 mq di intonaco e superficie affrescata.

Iniziato nel 2019 il restauro si è concluso a dicembre 2020 rappresentando un tipico esempio di capolavoro ritrovato grazie all’8xmille.
È davvero una grande soddisfazione sottolinea il vescovo della diocesi di Gubbio e di Città di Castello, mons. Luciano Paolucci Bedini arrivare alla fine di un grande lavoro di restauro e di recupero di una chiesa così bella. Ringrazio la Cei che ha posto la sua attenzione sulla chiesa della Madonna del Prato. Grazie ai contributi provenienti dall’8xmille è stato possibile restituire alla comunità un patrimonio dal valore inestimabile continuando a tramandare arte e fede alle generazioni future”.

Visitata ogni anno da oltre 12mila persone, considerata uno degli edifici più significativi di Gubbio, la Madonna del Prato è il fulcro della vita liturgica e pastorale della comunità parrocchiale. “Con dedizione – sottolinea Don Fabricio Cellucci, parroco della Madonna del Prato – abbiamo effettuato un intervento di restauro per salvaguardare la chiesa come cuore pulsante della comunità, cercando di favorire la vita nello Spirito. L’esperienza pastorale e gli studi di ecclesiologia mi hanno permesso di percepire concretamente il significato della fede presente in questo luogo e nei cuori di chi lo abita. Chiese e Basiliche, come la Madonna del Prato a Gubbio, sono veri tesori da vivere, simboli della comunione tra Dio e l’uomo, superando la mera percezione museale. In questo contesto, la valorizzazione dell’arte visiva emerge come fondamentale, in linea con le parole di Ralph Waldo Emerson: ‘L’arte è la via di espressione più alta e sublime, attraverso di essa si può raggiungere il cuore di ogni uomo’”.

Ai 533mila euro provenienti dalle firme dei contribuenti si sono aggiunti 250 mila euro di fondi per il terremoto, messi a disposizione dalla Regione Umbria, indispensabili per completare i lavori.

Fondi 8xmille Chiesa cattolica I numeri del progetto
 533.000 euro erogati nel 2018 oltre 350 anni di storia
375 giorni di lavoro
 32 unità di maestranze impiegate
600 mq di stucchi consolidati e restaurati
330 mq di intonaco consolidato e superficie affrescata restaurata
12.000 visitatori ogni anno
674 famiglie che frequentano le attività di culto e pastorale

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