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Camminiamo insieme. Le associazioni della Diocesi di Alife-Caiazzo decidono un nuovo tempo di condivisione

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A braccia aperte. Cosa può significare per una associazione cattolica territoriale? Quale novità esprime? Quale desiderio…?
Parte dal basso, dalle file dell’Azione Cattolica diocesana, la proposta di camminare insieme alle altre associazioni diocesane per condividere alcuni impegni: quello della formazione personale e comunitaria e quello di essere un segno di presenza incidente nella vita delle comunità ecclesiali e civili.

Base operativa di questo sogno è stato il complesso francescano di Santa Maria Occorrevole dove l’Ac diocesana guidata dal presidente Cinzia Brandi si è riunita per la Scuola associativa estiva – A braccia aperte… per costruire alleanze, il titolo – e nel programma ha inserito alcuni laboratori esperienziali aperti alle Associazioni ecclesiali: nel rispetto delle identità di ciascuno, considerando il valore aggiunto che ogni carisma porta alla Chiesa, dare maggiore eco al Vangelo declinato attraverso quelle iniziative – ordinarie e straordinarie – che toccano la vita dei paesi, della gente con proposte di spiritualità, di impegno civico, di preghiera e soprattutto di formazione delle coscienze.

“Portare ognuno le proprie buone prassi e fare insieme il percorso per raggiungere quel bene comune a cui Papa Francesco ci richiama continuamente”, le parole di Cinzia Brandi (leggi la cronaca della giornata).

All’ombra dell’affresco absidale di Santa Maria Occorrevole – in cui l’iconica figura della Vergine con le braccia spalancate, accoglie e ascolta, abbraccia la proposta di Dio e la preghiera del credente pellegrino – si sono levate parole di fiducia e speranza: vivere la sinodalità (il tema che coinvolge la Chiesa universale in questi anni) non come adempimento ma esperienza di chi cammina insieme e dialoga percorrendo la strada con la bussola del Vangelo, guarda nella stessa direzione – Cristo – e non teme di avanzare l’audace proposta della Risurrezione, che è inversione di rotta, cambio di vita, esperienza di fraternità.

Nel santuario francescano, dopo aver accolto le proposte di Gianfranco Aprea, delegato regionale di AC e di Marco D’Elia, consigliere nazionale, i partecipanti alla scuola associativa hanno lavorato in tre laboratori tematici dedicati all’impegno parrocchiale, all’esperienza sinodale e alla formazione. In queste attività si è innestato il contributo di rappresentati di associazioni e movimenti ecclesiali, parimenti animati dal desiderio di un confronto allargato: l’associazionismo cattolico al pari di quello laico risente del calo di presenze e partecipazione; lo spopolamento delle aree interne contribuisce ad impoverire le associazioni di presenze e risorse (soprattutto giovani); il rischio di autoreferenzialità di singoli pesano sulle dinamiche relazionali di gruppo; la fatica di scegliere l’essenziale per la propria vita, sovraffollata di ogni stimolo si riflette nella mancata partecipazione al momento formativo che ogni settore associativo prevede come valore fondante del proprio carisma. Invertire la rotta è suscitare un dinamismo ecclesiale nuovo, vivace, in cui lo scorrere del tempo spesso sovraccarico di mondanità non dissolva la costanza dell’impegno; rinvigorire il gusto dei processi lenti – nella fatica di ogni giorno – che edificano le parrocchie e le comunità; attingere alla preghiera; recuperare il sacro ruolo di educatori ed animatori (formati per essere compagni e guide nel viaggio) e riconoscerne il punto di forza che è sostegno per sacerdoti e parroci.

L’intenzione tra i partecipanti all’incontro è quello di tracciare nero su bianco la rotta e farne ulteriore occasione di condivisione. L’impegno è sperare e non disperare su un cammino ha già mosso i primi passi.

 

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