Noemi Riccitelli – Terminato l’hype per Bridgerton, ecco che un’altra serie Tv in costume arriva ad animare l’opinione pubblica, con nuovi e sorprendenti esiti.
My Lady Jane, disponibile dal 27 giugno su Amazon Prime Video, è l’ultimo prodotto di streaming televisivo tratto dall’omonimo romanzo del 2016 di Jodi Meadows, Brodi Ashton e Cynthia Hand: 8 episodi “made in UK” che hanno attirato l’attenzione della critica e appassionato il pubblico.
La serie, ambientata nel periodo Tudor, intorno al XVI secolo, prende le mosse dalla vicenda di Lady Jane Grey, pronipote di Enrico VIII, conosciuta anche come la “regina dei 9 giorni”, in quanto ascese al trono (anche se per brevissimo periodo, appunto) dietro la volontà del cugino Edoardo VI, non avendo quest’ultimo alcun erede.
Tuttavia, nonostante le fondamenta storiche, My Lady Jane si inserisce nel genere ucronico-fantasy, in cui la narrazione si allontana dalla realtà per seguire un corso proprio del tutto originale.
Regno Unito, 1553. Lady Jane Grey (Emily Bader) è una giovane donna colta, sicura di sé e ambisce ad una vita di indipendenza, rifiutando le convenzioni sociali che la vorrebbero sposata e soggetta ad un uomo.
Tuttavia, la madre, Lady Frances Grey (Anna Chancellor) acconsente alla sua unione con il nobiluomo Guidford Dudley (Edward Bluemel), il quale nasconde, tuttavia, un intimo segreto.
La situazione per Jane si fa ancora più complessa quando viene nominata regina di Inghilterra e Irlanda, a seguito della morte di suo cugino Edoardo (Jordan Peters).
Spirito, irriverenza, ironia, le tre direttrici attraverso cui lo svolgimento di My Lady Jane sembra snodarsi: infatti, posto che il soggetto della serie si allontana in modo deliberato dalla verità storica, la trama è brillantemente costruita con acume, attraverso dialoghi e sequenze irresistibili, in cui storia e fantasia si uniscono in un valzer disincantato e pungente, evidenziando le contraddizioni che, spesso, hanno caratterizzato il passato.
Così, l’arte, altrettanto spesso, si concede di superare e reinventare la realtà, facendo sì che anche ciò che poteva apparire assurdo e ridicolo ad un tempo, sebbene legittimo, diventi concreto: ecco che, quindi, una giovane colta e sensibile, e per questo tenuta a bada con diversi espedienti (tra cui il matrimonio), diventi, invece, artefice del proprio destino, grazie al suo spirito indomito, riuscendo a modificare le sorti di un’intera società.
Un racconto di riscatto femminile, del tutto inedito.
Infatti, My Lady Jane si discosta dagli zuccherosi toni pastello e dai merletti e velluti di Bridgerton, per inserirsi in un contesto più prosaico, in tutte le sue sfaccettature.
Così, anche gli aspetti sentimentali, compresi i riferimenti erotico-passionali, si allontanano dal tradizionale canone romantico, con un rovesciamento quasi parodistico, ma l’allure e il fascino della storia d’amore non manca.
In questo modo, l’ideatrice della serie Gemma Burgess e i registi Jamie Babbit e Stefan Schwartz hanno confezionato un racconto davvero originale, creando un pastiche televisivo che al più classico nucleo narrativo fiabesco unisce lo scorretto e affilato humour inglese, trovando spazio anche per mettere in evidenza temi sensibili, quali l’affermazione femminile e la giustizia sociale.
Il cast, a partire dalla voce narrante, quella dell’attore e commediografo Oliver Chris, interpreta in modo irresistibile ogni personaggio: i due protagonisti, Emily Bader ed Edward Bluemel, denotano un feeling elettrizzante, e che dire del più noto Dominic Cooper, antagonista detestabile insieme a Kate O’ Flynn, e poi Jim Broadbent, Anna Chancellor, Rob Brydon, Henry Ashton.
Splendida cornice del racconto sono certamente le scenografie (Will Hughes-Jones e Gina Cromwell), i costumi (Stephanie Collie) e anche le musiche (Rael Jones), quest’ultime, in particolare con incursioni di hit cult.
My Lady Jane è una visione imperdibile, che supera il filone del semplice genere “in costume” per farsi racconto peculiare, a suo modo grottesco, ma non superficiale negli intenti: un intrattenimento intelligente e del tutto piacevole.