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Twisters. A caccia di uragani con Glen Powell e Daisy Edgar-Jones per una visione adrenalinica

Dal 17 luglio, in sala, il film diretto da Lee Isaac Chung, sulla scia della pellicola del '96

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Noemi Riccitelli – A quasi 30 anni di distanza dall’uscita del suo mitico predecessore, il Twister di Jan De Bont, nel 1996, ecco che dal 17 luglio è al cinema il suo omonimo declinato al plurale, Twisters, con la regia di Lee Isaac Chung e protagonisti due giovani e notissimi volti della cinematografia contemporanea, Glen Powell e Daisy Edgar-Jones.

Presentato in anteprima al Taormina Film Festival, è uno stand alone sequel, come viene definito in gergo, letteralmente, un sequel che si regge da solo, che non ha necessaria correlazione con il predecessore, pur appartenendo alla stessa linea tematico-narrativa: così, Twisters, ripropone un tema comune anche ad altre pellicole d’azione, blockbuster adrenalinici: quello della calamità naturale, dell’impari rapporto tra uomo e natura e, di conseguenza, la riflessione, oggi più che mai cogente, riguardo la crisi ambientale, climatica, in corso.

A New York, Kate Cooper (Daisy Edgar-Jones) è una studiosa, esperta di meteorologia, che approfondisce le dinamiche degli uragani.
Scossa, a seguito dell’impatto con un tornado mentre era ancora all’università, Kate ha deciso che il lavoro di studio in un ufficio le si addice meglio, ma quando il suo amico Javi (Anthony Ramos) le propone di tornare sul campo con un nuovo metodo di tracciamento delle tempeste, Kate accetta.
In questo nuovo percorso che li conduce in Oklahoma, Kate e Javi incontrano lo spericolato gruppo guidato da Tyler Owens (Glen Powell), star dei social in cerca di avventure al limite da proporre al suo pubblico.

La trama di Twisters, per quanto non brilli di originalità, propone agli spettatori temi di rilievo, inserendoli nella spazio del puro intrattenimento.
Tuttavia, intento del film non è ovviamente l’indagine politico-sociale e l’anamnesi delle cause alla base delle catastrofi naturali, ma la semplice e chiara volontà di proporre un racconto che riprende e si inserisce in un genere peculiare, quello catastrofico, ammantandosi di effetti visivi innovativi, che fa proprio della spettacolarità la sua cifra caratterizzante.

Daisy Edgar-Jones e Glen Powell, insieme ai loro comprimari, offrono delle buone interpretazioni, assecondando il loro naturale carisma e disinvoltura, e confrontandosi con un genere nuovo nuovo per entrambi.

Un cinema, quello di Twisters, fatto di coinvolgimento, di impatto (la produzione, del resto, è la stessa delle saghe di Jurassic Park e Indiana Jones) di sequenze che si lasciano guardare per l’eccezionalità dell’evento mostrato, ma al tempo stesso suggeriscono inquietudine per la catastrofe stessa, che proprio negli Stati Uniti ha spesso causato tragedie immani.

Una visione, dunque, che certamente non lascia indifferenti, un titolo vecchio stile, che fa della sala un luogo di esperienze, avventure ed eventi unici.

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