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Monte Mutria violato, emblema di un Matese tutto da preservare. Navarra, presidente del Parco: “facciamo squadra intorno alle buone prassi”

Per l'organizzazione di un raduno di motocross sono stati tagliati alberi e segnato il sentiero con vernici sui tronchi

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“Appena informati di quello che è accaduto a Monte Mutria abbiamo prontamente segnalato l’accaduto ai Carabinieri Forestali. L’episodio è uno di quelli che in zona si ripete da anni; non sono più tollerabili simili azioni a danno dell’ambiente e dell’ecosistema del Matese”. Così il presidente del Parco regionale del Matese Agostino Navarra commenta i fatti accaduti nell’area matesina del comune di Cusano Mutri dove un raduno di trial è costato caro ai boschi a causa dell’abbattimento di alcuni alberi e la segnalazione del sentiero con vernici sui tronchi per facilitare il passaggio dei mezzi. Chiarisce da subito Navarra le competenze e le responsabilità: le forze militari, le Guardie volontarie di associazioni ambientaliste che in accordo con l’ente parco presidiano il territorio (e di cui però si contano i risicati numeri), la sensibilità degli enti locali, delle associazioni e dei cittadini: “a chi vive in questo territorio chiedo il rispetto per la propria terra; stiamo parlando di qualcosa di valore assoluto da preservare; nessuno deve sentirsi libero di fare ciò che vuole”.

Il Matese violato; un dejavù che balza agli occhi soprattutto nei periodi estivi suscitando indignazione e riflessione, polemiche e rimpalli di responsabilità. Quanto lo amano il Matese i suoi abitanti? E i suoi amministratori? E quale azione educativa e preventiva è messa in campo perché tutti, anche chi è di passaggio, possa sentirsi rispettoso pellegrino sui nostri monti? Basterebbe il comune senso civico; ma considerato che non v’è traccia di questo, allora sì che è bene porsi le domande di prima e agire con impegno.

L’ultimo increscioso episodio risale a pochi giorni fa: una giornata sportiva che si affianca alle tante messe in cantiere da associazioni ed enti che gravitano sul versante campano e molisano del massiccio appennino con lo scopo di promuoverne il paesaggio; ma a quanto pare non tutti gli eventi raggiungono l’obiettivo sperato, o forse non nascono affatto con tale sana ambizione. La presenza di cross sul Matese è da sempre discussa per una serie di fattori che includono inquinamento acustico con conseguente disorientamento dei volatili, inquinamento ambientale, danni ai sentieri comunemente percorsi da escursionisti o dagli animali e danni al suolo che è habitat di specie vegetali e animali uniche in Campania (e nel Mezzogiorno) segnalate sul Mutria e non sulle altre cime del nostro appennino come il Miletto e la Gallinola: parliamo di Soldanella alpina, Androsace villosa, Linum alpinum e Anthyllis montana; quanto ai volatili, è qui che stanziano diverse specie di rari uccelli migratori nidificanti tra cui il Piviere tortolino (vai all’articolo di approfondimento). Nomi di piante, fiori ed animali che confermano il Matese quale habitat esclusivo, spazio scelto dalla natura per continuare ad esprimersi in tutta la sua bellezza ed unicità; vere e proprie pagine di scienza in continuo divenire grazie alla ricerca che le Università italiane conducono su questi luoghi ormai con periodicità. È questo il Matese degno dei fatti di cronaca, non altro.

In cima, i crossisti presenti al raduno hanno ricevuto la benedizione da un sacerdote e di lì sono partiti alla volta di dossi e sentieri con i loro roboanti motori.

Accade alla vigilia della Giornata mondiale di preghiera per la cura Creato che la Chiesa Cattolica Italiana celebra il 1 settembre ed apre il Tempo del Creato che si conclude con la festa di San Francesco d’Assisi: “Spera e agisci con il creato” il tema dell’edizione 2024 che, spiega Papa Francesco, significa “unire le forze e, camminando insieme a tutti gli uomini e le donne di buona volontà, contribuire a «ripensare alla questione del potere umano, al suo significato e ai suoi limiti” (…); non ci rendiamo conto che (…) siamo diventati altamente pericolosi, capaci di mettere a repentaglio la vita di molti esseri e la nostra stessa sopravvivenza»” (Laudate Deum, 28).  Appello dal sapore universale, per credenti e non credenti, sul “potere incontrollato” che l’uomo esercita ormai in ogni ambito della vita.

L’episodio di Monte Mutria è solo una delle tante foto estive da dimenticare insieme a quelle dei rifiuti abbandonati dai turisti di passaggio che frequentano il Lago Matese, il Lago di Letino, i boschi e i campi carsici (siamo nei comuni di Castello del Matese, San Gregorio Matese e Letino); come pure le immagini di bivacchi e campeggi non autorizzati – con annessi fuochi – che a macchia di leopardo si allestiscono nell’area protetta del Parco.

Il Presidente in queste settimane ha affiancato le Guardie ambientali nel controllo dei boschi e degli spazi dove alla fine di ogni pic-nic giacciono sacchi di immondizia (danno per la vegetazione e per gli animali selvatici) con la consapevolezza che tanto per le Guardie quanto per i Comuni risulta impossibile rincorrere chi commette l’illecito. “Stiamo agendo con le dovute segnalazioni ai Carabinieri Forestali e le conseguenti denunce perché chi non rispetta le Leggi in materia di tutela ambientale venga sanzionato come previsto”.

Non sono tanto le cose da fare quanto il progetto, un piano socio-economico, “la lettura della nostra realtà e di quello che siamo” che Navarra pone tra le priorità delle sue azioni, preoccupato al contempo della carenza di personale e di risorse economiche e della presenza di norme che da troppo tempo risultano  “provvisorie”. È una Matese in attesa di stabilità, di partecipazione collettiva, di costanti e coraggiosi modelli virtuosi capaci di generare economia che non devasta, di cooperazione a più livelli (sociali, culturali, politici). “Sosteniamo e valorizziamo le buone prassi, rilanciamo e promuoviamo le iniziative che veramente tutelano il Matese perché vi sia sempre meno spazio per chi invece lo ferisce e lo deturpa”.

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