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L’UNITALSI Teano-Calvi a Lourdes: “il pellegrinaggio che ti educa ad una nuova relazione con gli altri”

Circa 50 tra volontari, ammalati e pellegrini partiti dall'alto casertano. Le testimonianze raccontano di un'esperienza di fede e di relazioni che crescono e fanno bene al cuore

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Lourdes. Alcuni pellegrini e volontari della sottosezione di Teano-Calvi

“C’è una certezza: quella che da un pellegrinaggio a Lourdes si torna cambiati, con una visione diversa della vita, con un approccio relazionale più comprensivo verso il prossimo, con una capacità di ascolto dell’altro che forse non si sapeva di avere”. È la testimonianza di un volontario UNITALSI della sottosezione Teano-Calvi che arriva al termine del pellegrinaggio a Lourdes (22-28 agosto) a cui il gruppo locale ha partecipato insieme alle UNITALSI della Campania.

Dall’alto casertano si è mosso un gruppo di 50 partecipanti tra ammalati, pellegrini e volontari guidati dall’assistente spirituale don Pietro Robbio. Nella città mariana ai piedi dei Pirenei dove la Madonna apparve per la prima volta a Bernadette l’11 febbraio 1858 presso la grotta di Massabielle, i pellegrini hanno partecipato ai consueti riti che caratterizzano la permanenza: via Crucis, celebrazioni eucaristiche alla grotta e alla Basilica San Pio X) processione del Santissimo Sacramento, fiaccolate, liturgia penitenziale, recita del Rosario, rito dell’acqua, inclusi momenti di condivisione e di festa.

A Lourdes, dove la Vergine apparve 18 volte tra l’11 febbraio e il 16 luglio 1858 alla giovane ragazza francese; dove la Chiesa ha attestato 70 guarigioni miracolose (ed altre sono allo studio delle preposte commissioni); dove si raccolgono ogni anno dalle 6 alle 10mila persone e dove il numero di volontari, sacerdoti, religiosi e religiose garantisce ai pellegrini accoglienza e formazione spirituale; dove giungono culture, speranze, preghiere da ogni parte del mondo, qui la sottosezione UNITALSI di Teano-Calvi ha portato la preghiera, i voti, le suppliche di ogni ammalato, sia quelli accompagnati fisicamente in questo luogo di speranza, sia quelli rimasti a casa ma che hanno affidato le loro intenzioni di preghiera  ai pellegrini in partenza.

“Il saluto dell’ultimo giorno che ci scambiamo alla grotta non è mai un addio ma un arrivederci”, raccontano al rientro i partecipanti; le loro parole confermano il valore del pellegrinaggio come esperienza che continua nella vita: “Così ci sentiamo al ritorno: una bella famiglia unita, solida e complice, salda nella fede. A Lourdes abbiamo ricevuto e dato tanto amore. Questo ci permette di iniziare il vero pellegrinaggio, quello che si compie a casa, l’uno verso l’altro, testimoniando sempre la meraviglia di Lourdes! Grazie a tutti, sia a chi c’era sia a chi ci ha accompagnato con la preghiera, da casa”.

In foto alcuni momenti dell’esperienza a Lourdes

 

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