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Nei comuni del Matese la firma contro l’Autonomia differenziata. La Chiesa spinge per unità e corresponsabilità

Sabato 7 settembre appuntamento in 12 piazze. Cresce in tutte le regioni italiane la partecipazione dei cittadini, in particolare al Sud

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Sabato 7 settembre in diversi comuni del Matese saranno allestiti appositi stand per la raccolta di firme per il referendum abrogativo della Autonomia differenziata voluta dal Governo Meloni.

Sigle sindacali e associazioni fanno squadra ormai in tutto il Sud per convogliare la volontà della popolazione e sensibilizzare sul valore di un diverso futuro per l’Italia lontano dalla separazione che l’Autonomia imporrebbe: ci sono da tempo i numeri per poter indire il Referendum popolare, ma la volontà di continuare a raccogliere firme si lega ad un processo partecipativo teso a consolidare il “no all’autonomia” delle Regioni, all’acquisizione di maggiori informazioni e conoscenza sul tema.

Ailano, Alife, Alvignano, Castello del Matese, Capriati a Volturno, Gioia Sannitica, Piedimonte Matese, Raviscanina, San Potito Sannitico, Sant’Angelo d’Alife, Valle Agricola sono i paesi che domani unitamente propongono gli spazi per la raccolta delle firme, alcuni per l’intera giornata altri solo in mattinata (scarica la locandina con i luoghi e gli orari) grazie all’iniziativa di Pd (referente Costantino Leuci), Europa Verde (ref. Beniamino Rega), ANPI (ref. Luca Di Lello), Cgil (ref. Pasquale Cialella), Legambiente (ref. Gaetana Musto), Movimento 5 stelle (ref. Maria Borreca), Libera.

E’ l’Italia che si guarda al futuro ma in maniera diversa dalla programmazione di Governo: più autonomia alle regioni su ben 20 materie differenti, ma ogni regione con il proprio budget, il suo potenziale (economico, sociale, di valori, di competenze). Si va dai rapporti con l’Unione europea alla tutela della salute; protezione civile e governo del territorio; valorizzazione dei beni culturali e trasporto e distribuzione nazionale dell’energia, solo per citare alcuni ambiti…

Sul valore unitario, sulla condivisione della responsabilità e del bene comune torna insistentemente la Chiesa Cattolica Italiana, da subito in campo a difesa dell’unica Italia sulla scorta di quella millenaria esperienza tesa ad unire più che a dividere, a coltivare la solidarietà; sulla base dell’esperienza nei processi politici e sociali che hanno edificato la democrazia nel nostro Paese; o più recentemente in qualità osservatorio privilegiato dei sogni e dei bisogni della popolazione, o come pure incubatore di progetti culturali e sociali di alto livello, radicati in ogni regione, provincia, comune…

A maggio, la Conferenza Episcopale Italia ha diffuso una Nota richiamando in apertura idee già espresse anche in passato: “«Il Paese non crescerà se non insieme». Questa convinzione ha accompagnato, nel corso dei decenni, «il dovere e la volontà della Chiesa di essere presente e solidale in ogni parte d’Italia, per promuovere un autentico sviluppo di tutto il Paese». È un fondamentale principio di unità e corresponsabilità, che invita a ritrovare il senso autentico dello Stato, della casa comune, di un progetto condiviso per il futuro. Sono parole molto attuali anche oggi, in cui si discutono le modalità di attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario, secondo quanto consentito dal dettato costituzionale. Ed è proprio la storia del Paese a dirci che non c’è sviluppo senza solidarietà, attenzione agli ultimi, valorizzazione delle differenze e corresponsabilità nella promozione del bene comune” (scarica il testo integrale).

 

 

Per approfondire leggi l’intervista al sociologo Fiasco: “Operazione molto pericolosa che riaccenderà i dualismi”. CLICCA

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