Nunzia Cecere – L’8 settembre a Piana di Monte Verna vuol dire Santa Maria a Marciano e questo titolo mariano vuol dire: campi, grano, soldati, vita. La comunità pianese festeggerà la Regina dei Campi con la messa solenne che si terrà in piazza 21 maggio alle ore 17.30 e a seguire la processione penitenziale. Momenti importanti saranno la “donazione” di semi da parte dei bambini alla Vergine e l’intonazione dell’inno antico dedicato a Santa Maria a Marciano. Il novenario che è in corso ha già vissuto il suo primo importante momento: nella serata di giovedì 5 settembre piazza 21 Maggio ha ospitato l’adorazione eucaristica a cura dei giovani. Sabato 7 settembre alle 21.00 avrà luogo invece la veglia “La luce di Santa Maria a Marciano” durante la quale ogni fedele è invitato a portare una candela ricordando un proprio caro che si affida alla Gran Madre. Due formule che aggiornano il tradizionale novenario, di classica impostazione, e trasforma la preghiera in una esperienza nuova, soprattutto portandola in piazza in segno di condivisione e di accoglienza anche delle furtive presenze. Per i giovani dell’Azione Cattolica che ne sono ideatori ed animatori, è l’esperienza “in uscita” che testimonia la fede (in questo caso con la preghiera) anche nei luoghi di vita.
Santa Maria a Marciano ed i campi La Vergine di Piana è la Regina dei campi ed è molto venerata dagli agricoltori pianesi. Fino a qualche tempo fa, così come riportano cronache manoscritte dai sacerdoti (libri dei battezzati della Parrocchia Spirito Santo), la Vergine veniva portata in processione penitenziale, insieme al legno sella Croce, dalla chiesa eremo a Lei intitolata, al centro di Piana, per poter avere la grazia della pioggia o al contrario , chiedere la cessazione di essa….” Perché il grano “maceriva”. E puntuale arrivata l’acqua (o al contrario) appena si giungeva all’ingresso del paese.
Quando fu istituita la processione in onore di Santa Maria a Marciano? Oltre ad essere venerata dagli agricoltori, Santa Maria a Marciano è legata anche al mondo “militare” e una serie di aneddoti ne spiegano le ragioni. La ricostruzione della chiesa, agli inizi del 1300 si deve ad un cavaliere francese che militava nell'”esercito di Roberto (o Carlo d’Angiò). Ben più avanti nel tempo, durante la Prima guerra mondiale, i soldati pianesi impegnati al fronte, espressero un voto: poter ritornare sani e salvi per poterla festeggiare il giorno della Nascita. E così fu. Quei militari ritornarono e onorarono la Vergine sino all’ultimo respiro. L’8 settembre del 1943, giorno dell’Armistizio, la mano della Vergine si stese pietosa sui pianesi durante la processione, evitando una carneficina da parte dei tedeschi pronti a fare fuoco (presso alcune famiglie sono custoditi ex voto a riguardo delle due Guerre). Piana scampava il pericolo che di lì a poco si sarebbe abbattuto sulla vicina comunità di Caiazzo con la strage di Monte Carmignano.
L’inno L’Inno è stato composto nel 1888 dal parroco don Raffaele De Vivo, poeta, musicista, un uomo molto colto, già parroco della Cattedrale di Caiazzo, autore anche dell’Inno a Santo Stefano. La melodia contemporanea risale agli anni ’50 e i versi che lo compongono ne fanno una vera poesia, che attinge dai passi del profeta Isaia che richiamano la nascita di Maria. L’antica melodia, la versione originale dell’Inno, è nota ai fedeli, tanto quanto quella contemporanea, e ciò solo grazie alla cura con la quale le persone più anziane hanno saputo custodire questa importante “traccia” della cultura e della tradizione locali, così come accade anche in altre comunità. La melodia antica è stata tramandata con cura e raccolta dalle giovani che la intoneranno , come da tradizione, in un punto preciso del paese.
“Chi dic’ nu Rusario a Chesta Bella Regina , nu’ putarra’ murì si Essa non c’è sta, Santa Maria a Marciano vuje c’avit aiuta”. Questa è l’antica giaculatoria che si accompagna alla recita del Rosario durante il Novenario in onore di Santa Maria a Marciano. Non sappiamo quando la venerazione di Santa Maria a Marciano sia stata fatta coincidere con la Natività della Vergine (8 settembre), ma la devozione verso la Vergine, che accosta nel suo titolo, il nome di Maria ad uno pagano “Marciano”, è millenaria, come testimonia l’antica chiesa e i preziosi affreschi.
La statua che raffigura Santa Maria a Marciano fu commissionata, per grazia ricevuta, nel 1813 allo scultore Giuseppe Picano, allievo del Sanmartino e giunta da Napoli a Piana su di un carrettino trainato da un asino. Il simulacro ha subito, a seguito di un restauro nel 1953, un sostanziale cambiamento, obbedendo a canoni stilistici tipici dell’epoca. La statua in legno di ulivo pieno e gesso policromo, pesa ben 132 kg ed è portata a “spalla” dai membri dell’Associazione Accollatori di Piana di Monte Verna.
Domenica 13 ottobre la taumaturgica L’immagine verrà riportata nella sua antica dimora, la chiesa di Santa Maria a Marciano, con il tradizionale corteo storico che avrà come sfondo l’Ottocento: insieme alla Vergine sfileranno per il paese colerosi, briganti, e popolo…