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Il linguaggio dell’amore vince su tutto. Celebrata ad Alife la Giornata delle lingue e dell’intercultura

Una tavola rotonda tra i protagonisti che sul territorio si confrontano con l'esperienza della multiculturalità; le comunità di immigrati residenti ad Alife hanno offerto un buffet di cibi etnici

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Annamaria Gregorio – Il Mausoleo degli Acilii Glabriones, in Piazza XIX Ottobre è stata la location della Giornata delle lingue e dell’intercultura organizzata dal comune di Alife aperta con la tavola rotonda sul tema “Integrazione e partecipazione”, moderata dal giornalista Lorenzo Applauso. Hanno introdotto i lavori gli assessori Camillo Santagata, Luca Frattolillo e Annamaria Morelli, ricordando l’importanza dell’integrazione, per una società civile, di tutte le sue componenti, sia pubbliche che private, nelle varie forme associative con le varie comunità straniere che si sono stanziate nel tempo nel territorio. Presente anche il consigliere di minoranza Enzo Guadagno, che ha proposto la modifica dello Statuto, per prevedere la figura del “consigliere aggiunto”, scegliendolo fra gli stranieri residenti o l’inserimento di una consulta degli immigrati, favorendo una maggiore integrazione. La presenza della Scuola paritaria “San Francesco”, con la dirigente Gabriella Pirolo, con alunni che hanno realizzato elaborati sulla lingua araba guidati dalla Dott.ssa Pistillo ha dimostrato come i bambini possano essere interessati e soprattutto incuriositi dalla conoscenza di altre culture. La partecipazione dell’Istituto Comprensivo di Alife, con la dirigente Angela Faraone e le docenti dello staff Erasmus, ed alcuni alunni che hanno testimoniato la loro esperienza in Spagna, Danimarca e Francia, arricchendo il loro bagaglio scolastico e culturale. Al tavolo anche l’Archeoclub, rappresentato da Gianni e Antonio Parisi, rispettivamente presidente e vicepresidente, che hanno dato risalto all’importanza della cultura e della storia, per coinvolgere le nuove generazioni. Davide Bisceglia, con alcune docenti e stranieri studenti, ha rappresentato il CPIA di Piedimonte Matese che da circa trenta anni si occupa di istruzione degli adulti e in particolare degli stranieri, ha riflettuto sui lati positivi della globalizzazione. Tra il pubblico anche alcuni rappresentanti dei “Nonni Vigili”. Il mondo cattolico rappresentato dal parroco della Parrocchia Santa Maria Assunta don Pasquale Rubino; Annamaria Gregorio responsabile dello Sportello immigrazione: servizio offerto dalla Diocesi di Alife-Caiazzo che da oltre venti anni affianca le diverse comunità di immigrati presenti sul territorio, regolari ed irregolari, svolge attività giuridica per favorire il  corretto soggiorno in Italia e interagisce con gli enti deputati all’accoglimento delle numerose istanze, quali prefettura, questura, ministeri, enti locali, Agenzia delle Entrate, ASL, INPS, Centro per l’impiego, Ispettorato del Lavoro, Istituti d’istruzione, ma anche Ambasciate e Consolati esteri.

 Sportello immigrati: dove vince la cultura dell’amore 
Partendo dall’importanza di alcune parole scelte quest’anno come titolo della manifestazione: “Integrazione e partecipazione”, si è ribadito che l’integrazione è appunto esclusione di ogni discriminazione; e la partecipazione è prendere parte recando un contributo fattivo alla comunità. Se tali parole vengono rese concrete, allora si instaura un rapporto paritario, dialettico e di confronto con tutti. Dietro l’ascolto del singolo che giunge allo sportello diocesano ci sono colloqui a più riprese, c’è la scoperta di un mondo fatto di sacrifici, rinunce, dolori, privazioni, ma con tanta volontà di riscatto e di identità. Molti i casi di famiglie immigrate, esemplari anche per quelle italiane, che con fatica hanno raggiunto traguardi come permessi di soggiorno, ricongiungimenti familiari, conseguimento della cittadinanza italiana, lavori stanziali, diplomi di studio e lauree, fino alla perfetta integrazione nel contesto locale. Sono numerose le famiglie seguite nel corso di questi anni, alcune emigrate al Nord, altre ritornate nei paesi d’origine, altre ancora all’estero. Dallo scambio e dalla conoscenza dell’altro attraverso l’incontro di culture diverse, nel lavoro dello sportello, con i quasi duemila immigrati transitati e seguiti in questi 23 anni, l’unica lingua più apprezzata e che dà un senso alla vita di ciascuno sicuramente la lingua èstata e si conferma la lingua dell’ “amore”, che non ha frontiere.

In conclusione la voce anche all’Imam della comunità islamica locale, Moustafa Lattaf, che ha espresso parole di apprezzamento e soprattutto di gratitudine per il lavoro svolto, precisando che anche la religione islamica, attraverso il Corano, deve essere vissuta non estremizzando comportamenti e dettami, prendendo dovute le distanze da forme d integralismo, perché tutti siamo uguali e dobbiamo sentirci fratelli e sorelle su questa terra; al bando ogni guerra di religione perché la Terra è di Dio.

Al termine degli interventi, i presenti si sono portati in Piazza della Liberazione per un buffet di cibi etnici offerto dalle comunità marocchina e ucraina.

 

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