Il Triduo e poi la festa in onore di San Francesco d’Assisi e l’annuncio dell’arrivo della reliquia maggiore del poverello di Assisi: al convento di Santa Maria Occorrevole in Piedimonte Matese sono accorsi i fedeli della città e dei paesi limitrofi per ricordare il Serafico Padre Francesco, per fare memoria della sua vita in ascolto e al servizio al Vangelo, per lodare Dio come lui ha dato mandato… per poi ricevere la notizia dal guardiano, padre Gerardo Ciufo dell’imminente arrivo di un panno intriso del sangue di Francesco che i fedeli potranno venerare (dal 26 ottobre al 3 novembre).
Laici, sacerdoti e il Vescovo Giacomo Cirulli: in tanti vivono questo luogo come esperienza di casa dove si sperimenta l’accoglienza, l’ascolto, il silenzio custoditi dalla fraternità francescana oggi composta da padre Gerardo, padre Antonio, padre Luigi e fra Salvatore, “un luogo in cui torno sempre volentieri, una comunità a cui voglio bene e che ringrazio per il servizio che svolge sia presso il convento sia nella Diocesi di Alife-Caiazzo in collaborazione con il Vescovo e i sacerdoti”, le parole del Pastore. Un richiamo all’esperienza di unità nella Chiesa locale che all’inizio della celebrazione ha anticipato il Padre guardiano: “sull’esempio di San Francesco, in obbedienza alla Chiesa, portiamo avanti la nostra missione, compiendo quotidianamente lo sforzo di uniformare a Cristo ogni azione ed impegno così come ci ha insegnato il Serafico Padre Francesco”.
Le parrocchie di Piedimonte con i rispettivi parroci, i sacerdoti di Castello del Matese e San Gregorio Matese hanno partecipato ed animato la liturgia che in queste circostanze sempre risente della pace e della semplicità che ispira la vita del Poverello di Assisi.
“Umile, povero, mite”: tratteggiando la sua figura Mons. Giacomo Cirulli ha proposto la regola di vita “che sempre dovremmo seguire ispirati dalla sua passione radicale per il Vangelo. La sua configurazione a Cristo è totale anche nel dolore – e le stimmate sono il segno – e nell’obbedienza, come testimonia il suo incontro con la Chiesa per innestarvi la famiglia francescana generata dalla esperienza originaria della Porziuncola”. “Anche lui come Maria, ha aggiunto il Vescovo, svuota se stesso, si libera del proprio io per lasciare spazio alla Parola di Dio anche nella prova”.
Al termine della Messa, come da tradizione il Vescovo si è portato sul piazzale del Santuario, per benedire con la reliquia di San Francesco il territorio circostante: i comuni di Castello e San Gregorio che affacciano sul complesso francescano e la città di Piedimonte nella valle sottostante: “Permettetemi che la benedizione giunga fino al mare, di cui si gode la vista da quassù, verso comunità che il Signore ha affidato alla mia cura pastorale” riferendosi ai paesi e città delle Diocesi di Teano-Calvi e di Sessa Aurunca.